La voce di Monna Lisa

Al Teatro di Villa Lazzaroni in 25 e 26 gennaio Maria Letizia Gorga ha dato vita, voce e storia al quadro più famoso del mondo

La donna Italiana emigrata all’estero più famosa del mondo. Forse si potrebbe definire così la Monna Lisa, al secolo Lisa Gherardini, una nobildonna fiorentina come tante diventata il simbolo dell’arte rinascimentale. Per due sere al Teatro di Villa Lazzaroni è stata Maria Letizia Gorga a diventar la voce del quadro, accompagnata dal pianoforte di Cinzia Pennisi in Monna Lisa unplugged, scritto e diretto da Pino Ammendola.

Perché, bisogna ammetterlo, le prime cose che vengono in mente quando si pensa alla Gioconda sono il suo essere italiana ma in Francia e le ridotte dimensioni del quadro, il primo commento di chiunque le si avvicini al Louvre. Ma se lei potesse parlare? Se potesse raccontare cosa sia esistere oltre la vita terrena, almeno in un mezzobusto sopravvissuto alle spoglie mortali e destinato a rimanere nei libri di storia dell’arte e nelle guide turistiche?

La storia di Monnalisa che racconta Maria Letizia Gorga è la storia della donna e del quadro. Prima Lisa Gherardini, il suo rapporto con Leonardo, col marito, la vita finita in un convento assieme a una dei tanti figli. Poi la Gioconda, ciò che di lei è rimasto oltre ogni aspettativa, a partire da quel sorriso timido sul quale si è speculato in tutti i modi nel corso dei secoli, forse ignorando troppo spesso che poteva essere una tra tante, una donna del suo tempo. Ad accompagnare questa Monnalisa che si racconta c’è il pianoforte di Cinzia Pennisi, che ogni tanto presta la sua voce per duettare con la Gorga, regalando attimi di meraviglia. D’altra parte è la costruzione di uno spettacolo che si basa su una elegante somma di arti; alla base il dipinto, sopra l’interpretazione teatrale, sulla sommità del tutto la musica, il racconto di Monnalisa tramite le canzoni che nel corso dei decenni le sono state dedicate.

Nel suo raccontarsi la Gioconda parla di Firenze, di Parigi, della fuga di Leonardo (nessun quadro è stato illegittimamente sottratto all’Italia) e di tutto quel che è venuto dopo. Come una diva racconta dei suoi tour internazionali, delle esposizioni lontana da quella che per lei è stata casa.

E del rapimento, ovviamente, il furto della Gioconda del 1911 per mano di Vincenzo Peruggia, l’enigma che tenne col fiato sospeso l’Europa in quei pochi anni tra la Bella Époque e la Grande Guerra.

Dopo un po’ che la si ascolta, come si farebbe con chiunque volesse narrare la propria storia, ci si dimentica che è un quadro a parlare. Mentre si lamenta delle copie rovinate, delle prese in giro da parte degli artisti moderni, della rabbia per alcune azioni ai suoi danni ci viene il dubbio che Monnalisa sia più di una tela. Corpo e animo di donna in due dimensioni, solo busto. 

Sufficiente a far parlare di lei, come succede a tutte le donne il cui stare al mondo non è mai solo affare privato.  Donna come le donne che le son sfilate davanti nei suoi lunghi e statici decenni al Louvre, in cui ha avuto modo di vederle emanciparsi sempre di più. Sempre più libere, loro, e lei tra invidia e stima perché non sarà mai più altro che tela. 

Con Monna Lisa Unplugged Maria Letizia Gorga Pino Ammendola hanno unito storia e attualità, riuscendo ad utilizzare una donna dipinta per parlare – anche- di quelle in carne ed ossa. 

Cosa potrebbe pensare davvero la Gioconda, alla fine, non ci è dato saperlo. Ma è l’artificiale a sopravvivere all’umano, sono i quadri, le opere e gli edifici a guardare la storia passare oltre la breve durata della vita. E allora è bello anche immaginare che giudizio possano avere di se stessi e degli altri, di chi, come un tutore per un piccolo orfano, si occupa di tenerli al mondo quando i loro padri non ci son più.

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Monna Lisa Umplugged – Scritto e Diretto da Pino Ammendola  con. Maria Letizia Gorga – Al pianoforte Cinzia Pennesi  – Video Art Claudio Ammendola e Sara Angelucci – Teatro Villa Lazzaroni 25 e 26 gennaio 2025