La “vita meravigliosa” di Diodato tra cinema e musica

di Loredana Santella

 

“Ah che vita meravigliosa, questa vita dolorosa, seducente, miracolosa, vita che mi spingi in mezzo al mare, mi fai piangere e ballare come un pazzo insieme a te”, sono le parole del brano Che vita meravigliosa di Diodato– Versi che riassumono alla perfezione il percorso musicale degli ultimi mesi del cantautore tarantino classe ’81.

Il 2020 ha segnato per Antonio Diodato il punto di svolta di una carriera mai del tutto decollata, nonostante un indubbio talento.

Diodato è un cantautore in grado di sviscerare emozioni e riportarle a galla grazie a una voce intensa, dotata di un’estensione da far invidia a molti.

Che vita meravigliosa è stato un ulteriore salto di qualità, con questo brano Diodato ha raggiunto una nuova consapevolezza di sé e del suo percorso. L’uomo fragile, raccontato nel precedente album Cosa siamo diventati, è ora forte della sua fragilità.

Che vita meravigliosa: da una stanza d’albergo alla Mostra del Cinema di Venezia

Che vita meravigliosa è nata nell’estate 2019 nella solitudine di in una stanza d’albergo e, lungo il tragitto, ha incontrato le immagini di un regista visionario come Ferzan Özpetek trasformandosi così nella colonna sonora di una storia incredibilmente vera ed emozionante come La dea fortuna.

Grazie a questo brano, cinema e musica, le due grandi passioni di Diodato, finalmente si incontrano dando vita a una alchimia che va ben oltre il consenso di pubblico e critica.

Siamo di fronte a una canzone densa di vita ed emozione che ha portato all’artista moltissimi riconoscimenti, dal David di Donatello al Nastro d’argento, dalla candidatura alla Targa Tenco   fino al Soundtrack Stars Award, premio consegnato a Diodato nel corso della 77° Mostra del Cinema di Venezia per la sua straordinaria sintonia con il mondo del cinema. 

Fai rumore: dalla vittoria del Festival di Sanremo ai balconi d’Italia

Dopo il successo di Che vita meravigliosa è iniziato per Antonio un capitolo ancor più importante grazie alla vittoria della 70° edizione del Festival di Sanremo

Il suo brano Fai rumore ha conquistato in pochi giorni stampa, pubblico e giuria di qualità vincendo, oltre al primo posto, il Premio della Critica Mia Martini, il Premio della Sala Stampa Lucio Dalla e il Premio Lunezia per il valore musical letterario del brano.

A ostacolare l’ascesa di Diodato è arrivato il lockdown (tour rinviato, Eurovision Song Contest annullato, promozione del disco interrotta) che da impedimento si è trasformato in opportunità.

Nei mesi più bui della pandemia Fai Rumore ha risuonato dai balconi di tutta Italia; un brano nato come il grido disperato di un uomo e divenuto il grido di tanti, una storia personale che si è trasformata in un racconto collettivo.

Una situazione paradossale che, se da un lato ha tolto a Diodato la possibilità di raccogliere appieno i frutti di un successo sudato, dall’altro gli ha regalato l’opportunità di veder vivere la sua arte attraverso gli altri.

 

Uno Maggio Taranto: la scelta tra lavoro e salute

L’emergenza sanitaria in corso ha reso centrale il tema della scelta tra salute e lavoro, da una parte  la tutela dell’integrità fisica di ogni cittadino, dall’altra la necessità di garantire il diritto al lavoro, in quanto fonte primaria di sostentamento. Una scelta di fronte alla quale nessuno dovrebbe mai trovarsi che, invece, da molto tempo è la situazione in cui versa la città di Taranto.

Diodato non ha mai nascosto il profondo legame con le sue radici, da anni è Direttore Artistico (assieme a Davide Riondino e Roy Paci) dell’Uno Maggio Taranto e quest’anno, più che mai, ha sentito la necessità di accendere i riflettori sulla battaglia di un territorio martoriato che resiste e lotta con dignità per far sentire la propria voce.

Il consueto concerto dell’Uno Maggio Libero e Pensante si è trasformato così in un documentario, un modo per non restare in silenzio facendo leva su una situazione che, oggi più che mai, tutti gli italiani possono comprendere.

Europe Shine a Light: una voce per la musica

“L’arte e la cultura sono i colori, sono l’anima e l’essenza dell’umanità. Sono la testimonianza che gli esseri umani lasciano”, queste le parole di Diodato dopo l’esibizione per Europe Shine a Light (evento svoltosi in sostituzione dell’Eurovision Song Contest annullato) in un’Arena di Verona vuota, come i tanti luoghi che di cultura vivono.

Per una sera Fai rumore ha rappresentato la necessità di un intero settore di uscire dal dietro le quinte, di non essere più invisibile.

Nel corso degli ultimi mesi Diodato, come molti altri colleghi, è stato un importante portavoce della crisi profonda che ha colpito lo spettacolo dal vivo e tutte le maestranze senza le quali nessun evento potrebbe aver luogo.

Dalla manifestazione silenziosa in piazza Duomo alla partecipazione al Forum arte e spettacolo, passando per l’incontro con il Ministro Dario Franceschini, Diodato non ha perso occasione per portare al centro del dibattito politico la situazione delle migliaia di lavoratori della filiera musicale, già critica prima dell’emergenza sanitaria.

Concerti di un’altra estate

La bella stagione per Diodato ha rappresentato l’opportunità di far risuonare la sua musica in diverse città italiane attraverso un tour, Concerti di un’altra estate, che ha permesso a musicisti e tecnici di poter finalmente riprendere, seppur per un breve periodo, il loro lavoro.

Un’altra estate, titolo del singolo che ha dato il nome al tour, è la descrizione più adatta di un periodo che risulta molto lontano dal concetto di normalità. Una platea disabituata, in apnea, a tratti timorosa, a tratti estremamente partecipe nel tentativo di colmare un vuoto, lo stesso che Diodato è riuscito a riempire con ironia, poesia, intensità e grinta, abbracciando il pubblico con la sua arte.

In un’estate di concerti acustici in solitaria, Antonio ha portato sul palco una super band composta da sette elementi, a dimostrazione di un concetto a lui caro: se è vero che nessuno si salva da solo, è altrettanto vero che  nessuno vince da solo.

Un autunno caldo

È finita l’estate ma non i riconoscimenti per Diodato, il 19 settembre è stata la volta di una menzione speciale nel corso del Premio Satyrion per l’archeologia.

Si sono chiuse oggi le votazioni per il Ciack d’oro, in cui Che vita meravigliosa è in lizza come miglior canzone originale, mentre sono aperte fino al 2 Novembre quelle degli MTV Ema per il Best Italian Act in cui Antonio è uno dei candidati finalisti.  

Il 28 ottobre su Sky Arte vedremo inoltre Diodato tra i protagonisti del documentario Porto Rubino. Storie, canzoni e lupi di mare, mostrato in anteprima nell’ambito della Festa del Cinema di Roma.  Porto Rubino è il racconto del viaggio in mare da Polignano a Taranto del Capitano Renzo Rubino assieme a un equipaggio, una band, un palco, tanti ospiti e un mostro marino da combattere: la plastica che sta inquinando il nostro mare.

Un autunno che si preannuncia caldo per un artista elegante e di talento che riesce a fare rumore senza gridare, mettendo voce e musica al servizio di giuste cause.

Loredana Santella

 

 

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