Flavio e Dino, due amici di lunga data, si ritrovano dopo quindici anni. Entrambi giornalisti, questa volta il loro incontro non sarà amichevole come in passato, ma non per questo sarà meno intimo. Stesso mestiere ma due strade intraprese molto diverse. Ad accomunarli, oltre il loro passato, è la loro condizione di oggi: la vita non ha preso il verso che avevano sperato. Per uno dei due l’altro è un parassita piegatosi al sistema. Per l’altro il suo interlocutore è un pazzo accecato dalle ideologie. “La versione ufficiale. Uno studio” mette di fronte due individui che, in un modo o nell’altro, sono usciti fuori strada ma che alla fine si renderanno conto che entrambi sono state soltanto delle vittime.
Lo spettacolo studio, scritto da Paolo Maria Congi, è andato in scena al Teatro Trastevere tra il 14 e il 19 febbraio, per la regia dello stesso Congi e di Benedetta Cassio. I due protagonisti, interpretati da Mauro Tiberi e Paolo Maria Congi, siedono uno di fronte l’altro per tutta la durata dello spettacolo. I convenevoli durano poco, perché presto la verità su cosa li ha portati a quel momento salta fuori. Da qui scaturiscono due temi principali che presto si avvolgono per dare tridimensionalità e spessore alla rappresentazione. Da un lato la loro guerra alle credenze, dall’altro il loro personale viaggio che li ha messi uno di fronte all’altro.
Cresciuti insieme, combattendo le stesse battaglie, condividendo lo stesso lavoro, i due si sono ritrovati a un bivio. Uno ha scelto di abbracciare il potere, l’altro di combatterlo. Come si vede già da subito, hanno perso entrambi. È una guerra al massacro quella a cui si sottopongono. Spinti da valori diversi giustificano la loro esistenza accusando le scelte dell’altro. Da questo gioco di ruolo però nasce qualcosa in più. Nonostante le loro visioni e le loro idee, il terreno di scontro di sposta da quello valoriale per abbracciarne uno più personale e intimo. Per quanto ogni individuo possa riempirsi la testa di idee, a guidarlo saranno spesso le emozioni. Emozioni che sono in grado di trascinare nel baratro chiunque, ma che rendono ogni vita unica.
Partendo dalle diverse condizioni in cui si ritrovano, i due protagonisti ripercorrono al passato la loro storia. Per lo spettatore è un percorso tutt’altro che scontato, almeno fino alla fine. I due finali, che chiuderanno i due temi aperti all’inizio, sentenziano una sola verità: l’avidità dell’uomo. Altre chiavi di lettura sono da scoprire e lo spettacolo ben si presta alle riflessioni. “La versione ufficiale. Uno studio” è un esperimento riuscito che, partendo dalla condizione attuale del sistema di valori che ognuno di noi si attribuisce e dal potere a cui ogni giorno sottostiamo, attraversa gli stati d’animo di chi, anche se pieno di senno, pensa di potersi lasciare alle spalle ogni emozione, fino a scoprire, però, che questo non può bastare per lottare.