La serie “Expats” percorre le tappe del dolore

Expats fa male, molta sofferenza e tre donne protagoniste

Expats è una miniserie statunitense ideata dalla regista Lulu Wang arrivata sulla piattaforma italiana Amazon Prime Video il 26 gennaio 2024, basata sul romanzo Expats – La vita delle altre (2016) di Janice Y. K. Lee. Il racconto, dalla scrittura delle pagine dell’opera letteraria, si trasforma in sei episodi che esplorano le tempestose vite di tre donne americane espatriate a Hong KongMargaret Woo, Mercy Cho e Ilary Starr. A ricoprire i panni di Margaret è un grande nome del cinema, Nicole KidmanJi-young Yoo è Mercy, Sarayu Blue è Hilary.

Nicole Kidman, Ji-young Yoo e Sarayu Blue

Immersa nei vibranti paesaggi di Hong Kong, la storia si snoda attorno all’incontro delle donne a una festa di compleanno, per poi proseguire concentrandosi sulla misteriosa sparizione del figlio minore di MargaretGus,scomparso durante una passeggiata al mercato notturno. Il rapporto tra Margaret e le sue amiche si incrina a causa delle crisi personali di ognuna di esse. Hillary sta divorziando da David mentre Mercy, essendo la babysitter di Gus, viene accusata dell’incidente, ritrovandosi inoltre in una relazione amorosa con un uomo che ha un trauma simile al suo.

Margaret è afflitta da un senso di colpa schiacciante, sentendosi la responsabile di quanto accaduto a Gus, dubita della sua capacità di essere una buona madre. Il marito Clarke adotta un atteggiamento completamente diverso, è spaventato ma a causa dell’impossibilità di gestire la situazione, inizia a desiderare che il figlio sia morto, senza più sperare in un ritrovamento. La preghiera e la fede lo portano a un equilibrio che trascende qualsiasi ragionamento razionale.

L’affidarsi totalmente alla religione provoca una distorsione della realtà perché il padre di Gus annulla il naturale affetto che prova nei confronti del figlio, destinandolo a un al di là di origine divina. È un concetto che si ripete spesso in Expats dal momento che i personaggi soffrono senza condividere la sofferenza in modo consolatorio fra di loro. A descrivere le figure principali della serie, è un flusso di rabbia liberatorio, individualistico e fine a sé stesso. 

Le relazioni conflittuali sono evidenziate dai frequenti primi piani effettuati sugli sguardi di intesa o di vendetta, sulle attese e le pause che chiudono nel silenzio lo spettatore, offrendogli alibi per riflettere sulla ricerca di uno scopo nella vita quando tutto crolla. Le peripezie intriganti vissute dai personaggi si ricollegano proprio al significato della parola Expats, che in italiano significa espatriati, difatti nella serie i sentimenti si allontanano e fuggono dalla verità, non trovando mai un punto di congiunzione con la pace. La serie traduce visivamente questo processo di scostamento dalla fiducia verso il prossimo, ripercorrendo sullo sfondo della narrazione principale, l’indignazione degli scontri avvenuti nelle piazze di Hong Kong nel 2014, volti all’ottenimento di riforme democratiche. 

Con una combinazione di dramma, umorismo e suspense, Expats spiega la complessità dell’esperienza umana attraverso le vicissitudini dei suoi protagonisti. Tuttavia, l’angoscia rappresentata risulta ridondante, appesantendo un po’ la trama anziché arricchirla ulteriormente. Si sente molto la pretesa di voler rimarginare delle ferite alle quali non si riesce a trovare cura e che talvolta possono rimanere aperte, come aperto è il finale di stagione. 

Clarke (Brian Tee), Margaret (Nicole Kidman)

Sul finale si ritorna alla scena iniziale dei primi minuti della serie. Mercy, ormai incinta, avvia un dialogo immaginario con le altre due amiche. È Hilary che pronuncia una delle poche frasi di speranza con voce flebile: “E’ dura immaginare di poter provare qualcosa di diverso dal dolore, ma si può fare”, Margot le risponde persuasa dicendole “quando i pensieri arrivano tu decidi se lasciare che ti affossino”. Nella prosecuzione della conversazione si apre un botta e risposta serrato fra Hilary e Margot “…O se alzarti in piedi”, “…lavarti i denti”, “…aprire le tende”, “…fare un passeggiata”, “…guardare i figli che ti rimangono e canticchiare”. Si chiude così, a sangue freddo, un capitolo dolente di Expats, a differenza della risoluzione del dramma, che ancora non è stata rivelata.

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Expats con: Ideazione e regia Lulu Wang – Sceneggiatura: Janice Y. K. Lee, Lulu Wang, Alice Bell, Gursirmran Sandhu – Con: Nicole Kidman (Margaret Wood), Connor J. Gillman (Gus) Brian Tee (Clarke Woo, marito di Margaret), Tiana Gowen (Daisy Woofiglia di Margaret), Bodhi del Rosario, (Philip Woo, figlio grande di Margaret), Ruby Ruiz (Essie,tata filippina della famiglia Woo), Amelyn Pardenilla (Puri, governante di Hilary), Jack Huston(David Starr, marito di Hilary) – Produzione: Blossom Films, Amazon, MGM Studios.