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La Donna e la Santa: la voce di Giovanna

Al Teatro di villa Torlonia è Giovanna d’Arco che si racconta, da sola in scena al centro del palco

Cosa potrebbero narrarci di loro i personaggi storici se gliene venisse data l’occasione? È il gioco più vecchio del mondo, tanto nel teatro, quanto nella letteratura. Lo fece Dante nella Commedia, ad esempio. A metà tra storia e mito, tra quel che sappiamo di vero – o quantomeno verificabile – e ciò che nei secoli si è perso ed è diventato leggenda. La Giovanna d’Arco in scena al Teatro Torlonia fino al 2 novembre non fa eccezione. 

Mersila Sokoli

Figlia del testo di Maria Luisa Spaziani, scritto nel 2004, la regia di Luca De Fusco lo ha riportato in scena nello splendido teatro romano. Un’atmosfera che è da sola sufficiente a portare lo spettatore altrove nel tempo e nello spazio, anche in assenza di scenografia.Tutto ha luogo sul palco, dove il pubblico è posizionato in cerchio. Nel centro tre cubi, piccoli palchetti che servono a Giovanna per muoversi, raccontarsi, aumentare o diminuire l’intensità fisica della sua narrazione a seconda dei momenti.

A dar vita alla Santa è chiamata Mersila Sokoli, perfettamente calata in un personaggio che viaggia tra il mistico e l’umano, vestita in un abito argento che ricorda una cotta di maglia, la Giovanna in batttaglia, la guida dei Francesi. A lei è richiesto tutto in pochissimo tempo: gioia, dolore, paura, coraggio. L’intera storia di un personaggio così particolare, soprattutto nella narrazione modificata che ne fa l’opera di Spaziani, raccontata in circa un’ora. Una vita riassunta in sessanta minuti di parole, sguardi, movimenti e luci, come quella che dall’alto arriva trasversalmente sul palco, l’Angelo che guida Giovanna e di cui noi possiamo avere sola sensazione.

Lo spazio scenico consenta a Mersila Sokoli di rendere l’umanità di Giovanna. Non abbiamo immagini della sua casa in Francia, dei prati a lei cari, delle corti o della guerra. Il campo di battaglia possiamo costruirlo nella nostra testa, la Giovanna di Mersila Sokoli gli dà vita raccontandolo, punto.  Nella sua recitazione tutto è calibrato, ma più dei gesti e del movimento colpisce come riesce a calibrare la voce. C’è fretta, urgenza, tutto va narrato in velocità. Di corsa si passa da uno stato d’animo all’altro, e il modo in cui questi passaggi siano lineari, naturali, è quanto più stupisce. 

Il tutto aiutato dalla scelta di inserire la protagonista al centro della scena, di farla muovere e guardare il pubblico, entrare in contatto quasi diretto. Sei qui per me, sembra dire, sei qui per ascoltarmi, per sentire la mia storia. Per me, per Giovanna.

L’ambiente è intimo, ci si sente tutti partecipi della vicenda, della gioia e del dolore, aiutati dall’utilizzo delle luci e delle musiche di Antonio Di Pofi. Una sorta di confessionale della Santa, si potrebbe dire. Solo sul finale si amplia lo spazio dedicato alla scena. Giovanna cammina, esce dal palco, la sentiamo ma non la vediamo, segno di una pièce in cui la vista è l’ultimo dei sensi da coinvolgere. Va via, lontana, utilizza la sala del teatro, le balconate. Ci ha lasciati, deve seguire l’angelo e noi non possiamo che guardarla andare. 

Abbiamo camminato per un po’ sulla sua stessa terra, vissuto le sue battaglie e le sue gioie, ma ora dobbiamo lasciare che il suo destino si compia. Dobbiamo tornare nel nostro mondo normale, nel ventunesimo secolo che ci aspetta fuori dal Teatro Torlonia dove tutto appare fermo. 

Mersila Sokoli

Resta la sensazione del viaggio nel tempo, quasi una piccola trance che ci ha concesso di ascoltare Giovanna. Donna e Santa, mistica forse, ma così umana da farti pensare che quell’Angelo l’abbia sentito davvero, che qualcosa le parlasse sul serio. 

Il teatro rinnova in noi la domanda, starà alla Fede del singolo la risposta.    

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Giovanna d’Arco
di Maria Luisa Spaziani – Regia di Luca De Fusco – Con: Mersila Sokoli – Aiuto regia Lucia Rocco – elementi scenici e costume Marta Crisolini Malatesta – musiche Antonio Di Pofi – disegno luci Gaetano La Mela – foto di scena ©Claudia Pajewski – produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Catania – Teatro Villa Torlonia dal 23 ottobre al 2 novembre 2025

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