La coscienza di Padre Geoffrey

“La Cerimonia del massaggio” al Teatro OFF/OFF, tra ipocrisia e volontà nella più alta delle contraddizioni, quella tra spirito e corpo.

Dire addio, salutare per sempre, magari tutti insieme, qualcuno di amato. È questo il ruolo che la nostra cultura attribuisce ai funerali. Che siano di Stato o in forma strettamente privata sono momenti di raccoglimento, dolore.

Gianluca Ferrato

Il funerale del massaggiatore Clive Dunlup non fa eccezione, portato sul palco del teatro OFF/OFF dal 21 al 26 gennaio con La cerimonia del massaggio, dall’opera di Alan Bennett questa volta messa in scena da Roberto Piana e Angelo Curci.  Clive non può certo essere sul palco, di lui resta solo la foto che lo ritrae bello, giovane e felice. Al suo posto c’è il vero protagonista, padre Geoffrey Jolliffe (Gianluca Ferrato), chiamato a officiare il funerale di un uomo che conosceva bene, quasi troppo. 

Sul palco dell’OFF/OFF una struttura rotante mischia pulpito e sacrestia. A volte è da lì che Padre Goeffrey parla a chi è venuto ad omaggiare Clive, altre vi si ritira per riflettere su se stesso, su quella folla di ricchi e famosi clienti del massaggiatore che assistono senza neanche sapere quando alzarsi e sedersi. 

Un lungo monologo interrotto da qualche parola verso gli immaginari astanti, elencati da Goeffrey via via che li vede: attori, artisti, politici, il meglio della City accomunato da quel ragazzo dalle mani d’oro che ne distendeva muscoli e preoccupazioni con i suoi di massaggi. E non solo. C’è un lato di Clive che pian piano viene fuori nel corso della Cerimonia, nel raccontare di lui che fanno amici e conoscenti. Clive l’amante, di tutti, uomini e donne. Padre di Geoffrey compreso, con tutto il carico morale che questo comporta sulle spalle di chi ha deciso di dedicare la sua vita a Dio. 

Si apre così il cuore del testo, che scava nella contraddizione dell’essere umani, del dover cercare un equilibrio tra volontà e obbligo. L’interpretazione di Gianluca Ferrato permette di entrare nella mente combattuta di questo prete. Non è solo una questione di ciò che dice, il suo muoversi nello spazio, l’utilizzo del corpo ci riportano alla mente quelle situazioni di dubbio, magari più leggere, in cui tutti siamo stati almeno una volta.  Dall’altra parte si aggiunge alla contraddizione intima, quella tra carnale e spirituale, tutto il peso dell’ipocrisia organica all’alta società, da sempre oggetto della più feroce satira sociale e mai capace di liberarsi delle sue catene. 

Il testo di Bennett, datato 2002, si colloca in un momento di passaggio sociale, all’inizio di questo nuovo Millennio che con la sessualità diversa da quella etero ha iniziato ad avere a che fare più apertamente, ma ancora incapace di superare pregiudizi e non detti.  A maggior ragione parlando di un prete, il cui divieto di apertura al mondo della carne dovrebbe prescindere dal sesso dell’amante.

Gianluca Ferrato

Il funerale di Clive, le angosce di Goeffrey, il coro che immaginiamo sedere lungo la navata, tutto è specchio di una società che conosciamo e delle cui ipocrisie siamo schiavi. Magari in altri ambiti, in modi differenti.  Gianluca Ferrato dà corpo e voce a quello smarrimento, rendendo il suo Padre Geoffrey estremamente vivo e umano. Uno per tutti, simbolo generale di un’umanità sempre più compressa nella dicotomia tra tradizione, e quindi rigidità sociale, e libertà. Spinto al limite, nella contrapposizione tra sesso e religione, ci permette andare nella profondità di questo costante conflitto inferiore, decostruirlo passo passo fino al punto in cui troviamo il nostro momento Goeffrey e Clive e possiamo, proprio come il protagonista dello spettacolo, affrontarlo. 

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La cerimonia del massaggio – di Alan Bennett – con Gianluca Ferrato – regia Roberto Piana e Angelo Curci – traduzione Anna Marchesini – drammaturgia Tobia Rossi – scene Francesco Fassone – costumi Agostino Porchiett – light designer Renato Barattucci – video designer Simone Rosset – Off Off Theatre Dal dal 21 al 26 gennaio 2025