In versione site specific, un progetto speciale per Palermo
Il 30 settembre si è conclusa la V edizione del Mercurio Festival e presso lo Spazio Tre Navate è andato in scena In C, progetto speciale in collaborazione con il Goethe-Institut di Palermo ed il Conservatorio di Palermo, un lavoro coreografico di Sasha Waltz. La conosciutissima e acclamata coreografa, ballerina e leader tedesca della compagnia di danza Sasha Waltz and Guests si confronta in questo lavoro con l’omonimo brano del musicista e compositore Terry Riley (1964), considerato il primo pezzo di musica minimalista.
Sulla struttura musicale del compositore, pietra miliare della storia della musica, Waltz e i danzatori della sua compagnia hanno sviluppato un lavoro coreografico variabile, volutamente progettato per non essere un pezzo scenico finito ma in continua evoluzione, le figure coreografiche si inseriscono nella strutturata adattabile e modulare, quasi generativa. In C è stato presentato a Palermo in nuova versione site specific, all’esito di una specifica formazione condotta in città nelle settimane precedenti al festival da Michal Mualem danzatrice, assistente e stretta collaboratrice di Sasha Waltz, con dieci danzatori e danzatrici.
Con il termine musica minimalista ci si riferisce ad un ramo della musica colta sorto negli anni ’60 negli Stati Uniti, per rendere più accessibile al pubblico la musica d’avanguardia, considerata di difficile comprensione o addirittura impossibile ascoltarla. La C è la nota Do nella scala musicale dei paesi di lingua inglese e tedesca, nota musicale della scala diatonica fondamentale, unica scala priva di diesis e di bemolle, nei suoi diversi sette modi. Concettuale per alcuni aspetti, in In C lo spettatore assiste alla rappresentazione di corpi liberi, ma controllati, dei danzatori che sulle note del Do performano con poche variabili.
Razionalmente cercheremo di trovare appigli, logici e culturali, pur di uscire fuori dal meccanismo quasi ossessivo della ripetizione dei movimenti e delle note. Cercando di trovare letture interpretative per leggere quelle dello spettacolo, ci perdiamo nella struttura della performance. È importante, a mio avviso, che un Festival come il Mercurio, tra quei pochi festival che al sud lavora sulla ricerca e sulla sperimentazione del teatro e delle arti performative, rappresenti questo tipo di lavori, ma è anche giusto chiedersi quanto questo tipo di operazioni, dall’ immenso valore artistico e storico, siano rivolte maggiormente agli addetti ai lavori.
Riflessioni come queste, che alla base sono significative per il processo artistico, ai giorni nostri sembrano quasi scomparire a discapito di pensieri più aulici e concettuali, che lasciano da parte una fetta di pubblico, più popolare, che paga il biglietto come tutti noi. Troppo spesso manca un lavoro a monte, che coinvolga la cittadinanza e più in generale la società, sin dalla più tenera età.
In un eterno ritornare, i corpi dei danzatori si spostano sul palcoscenico seguendo le vibrazioni del Do, nelle ripetizioni del gesto e delle note, così i corpi dei danzatori continuano ad incontrarsi e a divergere, in un infinito ritornare a sé stessi confrontandosi con l’altro. Le luci e i colori dei costumi riescono a rapire l’occhio del pubblico, investendolo di grande bellezza. I gesti generativi dei performer e le note musicali diventano ipnotiche e a volte si vorrebbe tornare a respirare, chiedendo una pausa alla rappresentazione.
In C di Sasha Waltz & Guests, a cura di Michal Mualem, in collaborazione con Goethe Institute Palermo e Conservatorio di Palermo. Presentato presso lo Spazio Tre Navate dei Cantieri Culturali di Palermo, per la V edizione del Mercurio Festival, Curatore Giuseppe Provinzano, Ufficio Stampa Sofia Li Pira.