Il teatro greco per Peppino Mazzotta

Radio Argo Suite” al Teatro India racconta l’Orestea in un modo tutto nuovo, inaspettato mondo greco che incontra radio e musica dal vivo

Sulla riscrittura di ciò che si definisce classico si potrebbe dibattere anni. Chi dice assolutamente no, chi dice forse, chi dice dipende. E poi c’è chi fa e basta, con consapevolezza e cura, dimostrando che non si debba stravolgere per dare una patina di moderno. Radio Argo Suite, andato in scena dal 29 gennaio al 2 febbraio al Teatro India, appartiene a quest’ultima categoria. 

Peppino Mazzotta

Basata su Radio Argo, riscrittura dell’Orestea a opera di Igor Esposito, lo spettacolo ha Peppino Mazzotta nel ruolo di regista e protagonista, oratore e narratore dei terribili fatti che sconvolsero Micene, dalla morte di Ifigenia alla vendetta di Oreste. 

In completo nero e occhiali scuri, accompagnato dalla musica dal vivo di Massimo Cordovani e Mario Di BonitMazzotta è a metà tra il concetto classico di narratore e un moderno podcaster, si rivolge al suo pubblico come parlasse da una radio, un appuntamento fisso, un racconto a puntate.  Parla in prima persona, entra nei suoi personaggi; attacca raccontando la dolcezza della piccola Ifigenia, vita spezzata, prestando la sua voce di uomo adulto all’animo di una ragazzina. Poi Clitennestra, moglie lasciata, moglie traditrice, moglie che vuole vendetta. Nel suo raccontare appare chiaro il punto centrale dello spettacolo: abbiamo lasciato la Grecia ai Greci, queste sue storie sono per i moderni, per rendere comprensibile a tutti quello che è stato. Non è teatro greco portato in scena nel XXI Secolo e riadattato alle nostre vicende quotidiane, non è neanche opera greca riscritta parola per parola seguendo quelli che sarebbero i canoni moderni. 

È più incontro, una via di mezzo tra la tragedia classica e il teatro dei giorni nostri, compresa di Egisto che parla con fortissimo accento del sud Italia. Che poi, dopotutto, era Magna Grecia.  Peppino Mazzotta rapisce gli spettatori, si concede brevi pause durante le quali la fa da padrona la musica dal vivo di Cordovani e Di Bonito, riempiendo lo spazio tra un capitolo e l’altro, una puntata e l’altro di questo podcast teatrale e mitologico. Il tempo scorre veloce mentre l’antica Grecia, i suoi eroi e i suoi drammi ci passano davanti agli occhi. Ciò che Mazzotta riesce a fare con maestria è essere unico protagonista, danzare con la voce tra un personaggio e l’altro. Ora Ifigenia disperata, ora la madre che medita vendetta, un attimo dopo Oreste che guarda Micene devastata dalla sua furia di figlio.  A questo si aggiunge, benché fisso davanti al microfono, la parte di recitazione, l’azione attiva di Mazzotta che sottolinea il perché Radio Argo Suite potrebbe diventare un podcast ma non renderebbe lo stesso. 

Non è necessario occupare fisicamente l’intero spazio del palco, muoversi rapido a destra e a sinistra per valorizzare il senso del teatro. Basta il muoversi del viso, delle espressioni, le braccia e le mani che da sole amplificano e sottolineano la sensazione di angoscia, di rabbia, di paura. 

Un momento dello spettacolo

Il risultato finale è uno spettacolo che fa venir voglia di tornare a casa e recuperare i testi scolastici, rileggere le opere per come sono state scritte in quel tempo che non esiste più. Approfondire personaggi e protagonisti, ristudiare ciò che è rimasto, per molti, fermo agli anni della scuola.  Ma con il dettaglio nuovo, la voce di Mazzotta che parla e rimane in testa, quel cantatore di storie del mondo vestito da divo moderno, in completo nero e non in tunica bianca. Ormai entrato, almeno per un po’, nella nostra idea di Orestea.

Radio Argo Suite – di Igor Esposito – diretto e interpretato da Peppino Mazzotta – musiche originali Massimo Cordovani – eseguite dal vivo con Mario Di Bonito – post produzione live dei suoni Andrea Ciacchini – produzione Teatro Rossosimona – Teatro India dal 29 gennaio al 2 febbraio 2025