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Il mostro: ecco come iniziò la vicenda italiana più assurda

17 anni di terrore che sconvolsero una generazione intera

Il mostro è la nuova miniserie Netflix diretta da Stefano Sollima. Incentrata su uno dei casi italiani di cronaca nera più famosi di sempre, in un’Italia degli anni ’60, difficile da riconoscere. Otto coppie di giovani brutalmente uccise e mutilate. Un serial killer che terrorizzò il nostro paese. Una vicenda tutt’oggi irrisolta. Ecco il racconto di come tutto ha avuto inizio. 

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C’è un filo nero che lega le storie di Stefano Sollima: un’ossessione per i lati più oscuri dell’Italia. Il regista che ha dissezionato l’anima criminale del paese, affronta ora il mostro più oscuro: quello di Firenze. Consolida così la sua personale mappa del male italiano, con un altro prodotto di qualità. Intrattenente, cupo. Un po’ thriller, un po’ horror. La vicenda, ma anche struttura della miniserie, giocano con il mistero e le ipotesi, tanto da tenere il pubblico incollato allo schermo. E soprattutto, tanto da desiderare una seconda parte quanto prima (il finale sicuramente ne accompagna il desiderio).

La storia è importante non solo perché causa di molte morti e perché particolare nella sua conformazione. È importante perché dice molto di noi, del nostro paese, della nostra cultura. Forse la vicenda più vicina a un’America violenta e far far away. Un serial killer. In Italia. Un serial killer che si accanisce sulle coppie, sull’amore, e soprattutto sulla componente femminile. E una magistrata che prende a cuore la vicenda. Tra i tanti magistrati prima e dopo di lei, l’unica a ricevere una minaccia diretta dal mostro.

Insomma, la vicenda del Mostro di Firenze è indicativa del ruolo della donna in Italia, a maggior ragione in una Sardegna degli anni ‘60 che sembra così dannatamente distante dalla nostra realtà. Qualcosa di primitivo, di medievale, ma di cui raccogliamo i frutti adesso. Oggi. Un odio radicato per il genere femminile. L’assenza persino dell’ombra di un’educazione affettiva, la base per vivere in una società in modo libero e rispettoso (anche se, forse, visti i recenti provvedimenti in merito, chi di dovere non si trova d’accordo con questa definizione).

Il mostro di Firenze racconta dell’assenza della sfera psicologica. Sia nel considerarla parte integrante dell’analisi del killer per risolvere il caso. Sia soprattutto nell’approccio con cui trattare l’unica vittima ancora viva. Un bambino che all’epoca, nel 1964, quando ci fu il primo omicidio, aveva cinque anni. L’unico che vide in faccia il mostro. L’unico che avrebbe potuto davvero dare una svolta al caso.

E proprio su questa vicenda si concentra la serie. Sul caso di omicidio Locci-Lo Bianco, avvenuto a Signa e rivalutato poi come il primo firmato dal Mostro. Quattro episodi. Uno per ogni principale indiziato. Un’escalation di suggestioni che sembrano ogni volta scrivere definitivamente il nome del colpevole. E invece la certezza sul cattivo (o cattivi) della storia, non si ha e probabilmente non si avrà mai. 

Sollima sceglie la strada meno battuta. Una strada tortuosa, frammentata, contraddittoria. Con una regia questa volta molto più paziente, lavorando così sulla costruzione della suspance, della tensione e del dubbio. Una regia che lavora sullo sguardo, maschile sulle donne. Sullo sguardo omicida. Sullo sguardo che scruta i fatti da una distanza sapiente.

Il mostro è una miniserie dai molteplici pregi. Un true crime che ammette, anzi gioca, con il dubbio, con le ipotesi che mettono in crisi il pubblico tanto da indurlo ad abbandonare la tentazione di dare certezza al colpevole. Così facendo sposta il focus sul problema etico e morale, sul dato culturale della vicenda. Sulla violenza sistemica nei confronti delle donne. Sui femminicidi. Su come ci siano un po’ troppi mostri tra noi. E forse non è più il caso di chiamarli così. Forse è il caso di imparare a definirli figli sani di una cultura che da un lato critichiamo e dall’altro difendiamo. Che spesso proteggiamo invece di combattere.

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Il mostro – Regia Stefano Sollima – Soggetto e sceneggiatura: Leonardo Fasoli e Stefano Sollima – Con: Marco Bulletta, Valentino Mannias, Francesca Olia, Liliana Bottone, Sergio Albelli, Giacomo Fadda, Antonio Tintis, Claudio Vasile – Musiche: Alessandro Cortini – Scenografia: Paki Meduri – Costumi: Mariano Tufano – Trucco: Francesca Iamundo – Fotografia: Paolo Carnera – Produttore: Stefano Sollima, Lorenzo Mieli, Gina Gardini – Produttore esecutivo: Gianfranco Barbagallo, Elena Recchia, Ludovico Purgatori – Produzione: The Apartment e Alter Ego – Uscita Netflix 22 ottobre 2025

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