Il lavaggio del cervello come nel Terzo Reich

L’installazione di Romeo Castellucci arriva a Savona in prima regionale

Quarantacinque minuti; questo è il tempo effettivo indicato su tutti i cartelloni all’ingresso del Teatro Chiabrera per evidenziare della durata di Il Terzo Reich, installazione video-sonora firmata dal regista romagnolo Romeo Castellucci. Anche se il tempo sarà solamente un concetto relativo che si perderà in un continuum senza soluzione di continuità. Prima di prendere posto, vengono distribuiti dei tappi per le orecchie a causa dei suoni molto elevati, dalla platea si riverberano delle vibrazioni piuttosto anticipatorie; si è incoraggiati a muoversi e spostarsi in qualsiasi momento lo si desideri. La sala è avvolta in luci soffuse dal colore bluastro che crea un’atmosfera densa e pressante fin dai primi istanti.

Sul palco l’illuminazione è grigiastra tanto da ricordare la nebbia o una pioggia fitta; una performer avvolta in un pastrano e altri indumenti cerati compare in scena. Gli unici suoni sono i fruscii che produce muovendosi nella sua coreografia, a metà tra l’animalesco e la ripetizione robotica. Poi un gesto, la rottura di una spina dorsale esposta al pubblico, e la proiezione comincia. Le prime parole compaiono e i primi colpi di subwoofer sono quelli che feriscono di più, i più dolorosi per il corpo e per gli occhi. Dopo l’aumento della velocità e l’inizio del martellamento, tutti i vocaboli conosciuti compaiono in una successione che ricorda una mitragliata senza fine a una velocità sconvolgente.

Lo scopo di questa performance è proporre una “comunicazione inculcata e obbligatoria”; ci si ritrova inchiodati davanti ad una sorta di macchina del lavaggio del cervello, che richiama alcuni grandi capolavori del genere distopico. La retina non ha quasi il tempo di percepire e di ancorarsi a una materialità, si viene del tutto travolti dalla cascata di termini come fossero proiettili. L’inerzia diventa una sorta di sicurezza perché si riesce quasi ad abituarsi al ritmo, come si entrasse in apnea. E poi ecco che questo stato apparente viene stravolto e si e riportati in un clima di paura e sofferenza: i bassi e le vibrazioni si alzano fino a scuotere le casse toraciche, le basi sonore ricordano la violenza di mezzi di guerra in azione, la luce trafigge gli occhi oramai immersi nel buio totale.

Le parole prendono vita senza corpo: si allargano, si restringono, sembrano muoversi quando in realtà non sono altro che immagini fisse. S’insinuano nel cervello aprendosi lo spazio a ogni resistenza. Si giunge quasi al punto da non poter distogliere lo sguardo per paura di perdersi un minimo cambiamento. La massa indistinta è il vero focus: non il cosa ma la quantità di termini che vengono impressi ma del tutto volatili che non smette di grandinare neanche per un istante. Il rallentamento finale arriva improvviso e la conclusione lascia in uno stato di shock. Non si è in grado di capire se si sia sopportato abbastanza da non farsi manipolare oppure se ci si sia lascati convincere a condividere una visione unificata e unificante senza essercene accordi nemmeno per un istante.

Tutto questo diventa quasi una metafora del contemporaneo e un discorso meta-comunicativo: bombardati da continue informazioni attraverso i nostri dispositivi, perlopiù notizie banali, pensiamo di essere liberi nel muoverci e di agire senza influenze striscianti ed esterne attraverso la nostra esistenza. E se, al contrario, deliberatamente e quotidianamente ci esponessimo a questa procedura d’indottrinamento? Lo stato di euforia svanisce presto ma, al contempo, svaniscono anche i problemi. L’intorpidimento dei sensi non porta a una reazione; anche soffrendo attraverso questa performance, possiamo capire di essere vivi e realizzare che quanto percepiamo abitualmente ci sta portando nella direzione sbagliata. Sempre che non si preferisca continuare su tale direzione.

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Il Terzo Reich – Prima regionale di e con regia di Romeo Castellucci – con Gloria Dorliguzzo – suoni: Scott Gibbons – coreografia: Gloria Dorliguzzo – interpretazione: Gloria Dorliguzzo – realizzazione video: Luca Mattei in collaborazione con Giulia Colla – consulenza informatica: Alessandro Colla direttore di produzione: Benedetta Briglia – produzione e Tour: Caterina Soranzo – direzione tecnica: Eugenio Resta – responsabile tecnico in tour: Isadora Giuntini, Andrea Sanson, Claudio Tortorici produzione: Societas – Teatro Chiabrera di Savona 14 marzo 2025

foto: ©Lorenza Daverio, ©Luca Del Pia