Per il Festival delle Ville Vesuviane va in scena Il fuoco di Pound, di Roberto Russo: uno spettacolo che viaggia alla riscoperta di un poeta tutt’oggi discusso.
Dal 4 al 27 luglio riparte il Festival delle Ville Vesuviane, ormai alla sua trentaseiesima edizione con la direzione artistica di Bruno Tabacchini. Un iter che mira alla promozione della cultura, proponendo rappresentazioni tra teatro, danza, musica e prosa, ma anche alla rivalutazione territoriale con la riscoperta di strutture monumentali settecentesche dei comuni di Napoli. Infatti, presso la Villa Campolieto a Ercolano, martedì 15 luglio è andato in scena Il fuoco di Pound, uno spettacolo di Roberto Russo sul poeta statunitense fortemente discusso tutt’oggi.

Non c’è che dire, al sentire il nome di Ezra Pound è inevitabile arricciare il naso e assottigliare lo sguardo con sospetto. Il poeta italo-statunitense viene inevitabilmente associato alle ideologie di destra, allorquando vigeva il Fascismo. Eppure, dietro un uomo con le sue idee, vi è stato un poeta da cui è scaturito un corpus di opere che hanno avuto un notevole impatto sulla letteratura tra la tradizione e l’avanguardia pura. Al netto di questo dissidio che di conseguenza si viene necessariamente a creare tra la valutazione dell’artista e dell’uomo che vi si cela, Il fuoco di Pound si proclama una scommessa difficile.
Il lavoro di Roberto Russo, coadiuvato dalla regia di Fabrizio Bancale che ha un sapore teatralmente documentaristico nel sapere coniugare scena e raccolta storica, parte da un intento tanto complesso quanto impattante. Il suo punto nevralgico sta nel cogliere quella dicotomia che si viene a creare tra l’artista e l’uomo, tra poetica e ideologia, appunto, molto forte nella figura di Ezra Pound. Allora, la richiesta rilanciata da Il fuoco di Pound sta nel cercare di separare le due dimensioni e di provare a rileggerne l’arte, l’essenza tra quei versi che si dipanano tra forma ed espressività uniche. In questo senso, è interessante la proiezione in video di un momento in cui Pierpaolo Pasolini celebra la poesia di Pound, nonostante le nette distanze ideologiche politiche, così come la scelta di fare dialogare i due protagonisti sulla scena con altrettante personalità eminenti della letteratura – interpretate da Graziano Purgante – che hanno appoggiato o meno l’essenza dell’artista, da Montale a Hemingway.
Un argomento che di certo divide e che ancora oggi presenta divergenze: fino a che punto il lavoro di un artista può essere valutato senza tenere in considerazione l’uomo che vi è dietro? E quindi, in che misura l’arte, con la sua funzione di espressione e veicolo di pensieri, con il suo impatto sociale e politico, può essere davvero letta all’ombra di ciò? Il fuoco di Pound prova a rispondere con l’obiettivo di avanzare un’idea di arte scevra da ideologismi, da politicismi che la ancorano a una specifica funzione di strumento, e al contrario cerca di restituire la bellezza dell’arte, un’arte che sia espressione di sentimenti, di emozioni, di umanità.

Da tutte queste prospettive, Il fuoco di Pound non è uno spettacolo facile da portare in scena. Già soltanto proporlo crea una dissonanza importante da cogliere, nonché un coraggio che forse è esso stesso un atto politico, inteso come un’azione attiva nello scegliere di rappresentare la bellezza dell’arte. E in questo senso, al teatro viene rimandato un ruolo fondamentale di veicolo di quest’arte umanamente immensa. Anche il richiamo al mito di Prometeo (simboleggiante Pound) ed Efesto che lo accusa dà ancor di più vigore allo scopo di portare all’umanità il fuoco dell’arte. Un’idea arricchita anche dall’interpretazione incisiva di Gigi Savoia (nelle vesti del poeta) e in quella caratteristica di Francesco Maria Cordella (interprete di Efesto).
È altrettanto vero che si è trattato di uno spettacolo con un target di pubblico specifico. Non si è davanti a un tipo di teatro “popolarizzato”, tutto sommato per un’inevitabile conseguenza della richiesta di conoscenza su Ezra Pound. E al netto di questa circoscrizione anche un po’ richiesta, è abbastanza comprensibile la scelta di creare una dinamica scenica statica, che gioca prettamente sul dialogo tra Efesto e Prometeo-Pound e sulle fonti proiettate in video per spiegare e approfondire il senso delle tematiche affrontate, meno su elementi particolari da un punto di vista scenografico. Si pensi anche a un utilizzo morbido delle luci, con qualche effetto audio per spezzare. Ma, per una pièce che abbia l’intenzione dichiarata di diffondere la conoscenza sul poeta, sarebbe interessante pensare a una rappresentazione che abbia ritmi più dinamici, per includere anche un pubblico più vasto. Una riflessione da svolgersi sulla cura nel tempo…!
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Il fuoco di Pound – prima nazionale 15 luglio 2025 ore 21:00 – scritto da Roberto Russo – diretto da Fabrizio bancale – con Francesco Maria Cordella, Gigi Savoia e Graziano Purgante – scene di Crew Scenografie – costumi di Ersilia Cerullo – musiche di Stefano Gargiulo – creazioni video di Giovanni Marolla – assistente alla regia Giovanna Chirico – presso la Villa Campolieto di Ercolano (NA) – 15 luglio 2025 – per il Festival delle Ville Vesuviane.
Fonte immagini: ©Pino Attanasio