Un palcoscenico, un salotto e alcuni personaggi che narrano la vita di Shakespeare e insinuano nel pubblico il dubbio sulla paternità delle opere dell’autore sotto forma di un divertente talk show.
Dopo un’intensa stagione 2023 il Globe Theatre di Roma sceglie di lasciarci tutti con una domanda: ma Shakespeare è esistito davvero? È stato quell’uomo di cui tutti abbiamo in mente il ritratto? C’è una sola mente geniale dietro le opere che a distanza di quattro secoli ancora amiamo?
Il caso Shakespeare show è la risposta a questo interrogativo. Scritto da Claudio Pallottini per la regia di Marco Simeoli, che ne è anche protagonista, ci proietta in un talk televisivo che si propone di dirimere la questione.
Non c’è da preoccuparsi, non ha nulla a che vedere con i talk a cui potremmo essere abituati. Perché per parlare del grande drammaturgo inglese c’è bisogno di ospiti eccezionali. Come Sir Burbage (Stefano Messina), arrivato dal Seicento ai giorni nostri per difendere il collega bistrattato dagli italiani. O la professoressa de Rango (Carlotta Proietti) insieme al suo fedele assistente Giovannino. Sono loro la difesa dell’autenticità di Shakespeare, della storia come ce l’hanno raccontata fino ad oggi. Dall’altra parte la pubblica accusa, un regista certo delle sue posizioni (Sebastiano Colla) e un docente, il professor Ricci, che sembra quasi fuori posto (Claudio Pallottini). È lo stesso Marco Simeoli a far da padrone di casa, conduttore e presentatore, affiancato da un giovane assistente descritto quale simbolo della scarsa meritocrazia italiana (Edoardo Baietti), e dall’ottimo Maestro Andrea Bianchi alla testiera.
Tesi e antitesi, come in tutte le discussioni dove opinioni contrapposte si affrontano. Un gioco di sapiente comicità unita ai dati storici, alla narrazione realistica del tempo di Shakespeare, simpaticamente chiamato ora solo Will perché i dubbi sulla personalità lo portano da grande maestro a simpatico amico.
I toni presi dai talk show si uniscono al teatro vero, profondo, compreso quello Shakespeariano che Sir Barbage ci regala qua e là come gradito intermezzo.
L’analisi del drammaturgo è a tutto tondo, si investiga nella sua vita e il pubblico impara qualcosa di nuovo sull’uomo di Romeo e Giulietta.
Quando gli ospiti in studio non bastano, come in ogni trasmissione che si rispetti, ecco che c’è l’esperto collegato da remoto, il Professor Giulio Dorfmann (Andrea Giuliano), forse poco avvezzo alle nuove tecnologie.
Ma qual è la tesi contraria? Se non era Shakespeare allora chi sostengono fosse l’autore di tutto?
Il regista è lo strenuo sostenitore di un nome nuovo, che ribalterebbe la storia come la conosciamo, per gli inglesi e per gli italiani.
E se fosse stato uno pseudonimo di Giovanni Fiorio? Se tutta l’Italia che troviamo in Shakespeare non fosse un caso ma la precisa volontà di un immigrato di parlare del suo paese? L’ipotesi, e sta al pubblico decidere se darvi retta, è nata quasi un secolo fa, ce lo racconta Simeoli all’inizio.
Parliamo dell’epoca del Fascismo, di quel nazionalismo che copre ogni cosa, che deve dimostrare una superiorità antica e profonda.
La battaglia con gli inglesi che entra anche nel mondo culturale. Che schiaffo morale sarebbe per il popolo di sua maestà scoprire d’aver sempre elogiato un italiano?
L’arte si fa politica, più che una guerra, dopo cui si può stringere un trattato di pace, ma come riappacificarsi con l’usurpazione di un nome?
In questi tempi di nuovi nazionalismi più che mai la domanda non è peregrina, e darci risposte significa andare oltre la verità su William Shakespeare, arrivare a capire quanto sia importante, davvero, poter vantare questo o quell’altro nome come compatriota.
Forse la soluzione può arrivare dall’ultimo videocollegamento della serata, quello con la Regina Elisabetta I (Melania Giglio) che torna dal suo tempo per chiederci se l’importanza vera sia da attribuire al nome o a ciò che ci ha lasciato.
Comunque la pensiamo, se fosse Shakespeare, Fiorio o un altro ancora, se ancora andiamo al Globe a vederlo è perché ciò che è stato scritto sa attraversare ogni confine, statale e temporale.
Il caso Shakespeare show di Claudio Pallottini – Regia Marco Simeoli – Musiche Andrea Bianchi – Musiche: Andrea Bianchi – Costumi Annamode – Disegno luci: Umile Vainieri – Disegno audio: Daniele Patriarca – Aiuto regia: Maria Stella Taccone – Contributi video: Chiara Trivelloni.
Con: Edoardo Baietti (Assistente), Andrea Bianchi (Pianista), Sebastiano Colla (Regista), Melania Giglio (Regina Elisabetta in video), Andrea Giuliano (Professor Giulio Dorfman in video), Stefano Messina (Sir Burbage), Claudio Pallottini (Professor Ricci), Carlotta Proietti (Prof.ssa De Rango), Marco Simeoli (Presentatore).