I misteri ammalianti dei fiori dimenticati di Alice Hart

La serie “The lost flowers of Alice Hart” si è conclusa con fiori appassiti

Si è conclusa la prima stagione della miniserie The lost flowers of Alice Hart, che in sette puntate ha sorpreso l’attenzione di un pubblico vasto e tremendamente incuriosito dal successo dell’opera, diretta da Glendyn Ivin e basata sull’omonimo romanzo scritto da Holly Ringland. È ambientata a Thornfield, una tenuta rurale australiana isolata dal resto della città, chiusa alle visite esterne di gente sconosciuta. Già tale particolare fa intuire un presagio di angustia. La protagonista è Alice Hart, una bambina dalle lunghe trecce bionde che sente di crescere troppo velocemente, più in fretta degli anni che le sono stati concessi per farsi una chiara idea delle proprie origini dopo la morte dei genitori.

Sigourney Weaver

La piccola donna la si conosce a partire dall’età infantile fino ad arrivare all’età adulta. Nelle fasi della sua maturità le mancano i giusti strumenti per affrontare il passato, motivo per cui li cerca attraverso indizi dalle persone che la circondano. Il peso che si porta addosso la traumatizza, provocandole per un pò il mutismo.

La sceneggiatura di Sarah Lambert è davvero superiore per l’intreccio di tasselli che si sovrappongono compattandosi in una scrittura visiva dalla perspicacia favolosa. Per rintracciare i ricordi e l’inconscio, si utilizza il linguaggio dei fiori. I fiori rappresentano la bellezza e la fragilità, riuscendo a parlare più degli occhi. Le inquadrature evocative li catturano in ogni dove, nell’abitazione di Alice, nelle zone desertiche e nei paesaggi bucolici. Sembra di trovarsi in un luogo incantato, sospeso nello spazio e nel tempo, ma anche spettrale e asettico nel cambiare tonalità quando si incupiscono gli umori dei personaggi. Di pari passo, la colonna sonora si integra alle immagini, amplificando le emozioni di gioia e di dissidio. In una delle sequenze chiave, la musica si intensifica mentre Alice sfoglia le pagine di un vecchio diario della madre, leggendo confessioni che modificheranno l’affetto nei confronti della famiglia. 

Per la spiegazione della storia sono fondamentali figure care ad Alice: la nonna, June, incarna la saggezza e il legame con le tradizioni, la madre Agnes, presto salita al cielo ma presente nei sogni della figlia, il fidanzato Dylan, le regala inizialmente l’amore, per poi gettarla nelle tenebre. Le relazioni che si instaurano vicendevolmente trasmettono un sentore di ingannevolezza e scarsa affidabilità, così da portare lo spettatore a non fidarsi di niente di quello che viene detto e fatto, ponendosi dal punto di vista della protagonista, con lei si vedono scorrere le lacrime, si scruta l’ignoto, si percepisce il timore e si acquisisce poca stima nel prossimo e molta in sé stessi. Lo svelarsi delle verità attuatasi episodio per episodio, si dischiude similmente alle scatole di matrioske, l’una tira l’altra diventando realtà. 

Asher Keddie

Il modo in cui la serie tocca il tema della memoria ha del paranormale. Alcune volte i flashback e i racconti si presentano sotto forma di visioni, propendendo per un racconto avvincente che riesce a toccare le corde sensibili del pubblico. È pur vero che si fatica a tenere a mente tutti gli elementi criptici che segnano il perpetuarsi dei colpi di scena che fermentano l’andamento della narrazione, non sempre cronologica. Gli spettatori si affezionano agli eventi che conducono Alice alla piena consapevolezza, purtroppo però sul finale la si vedrà manipolare dalla violenza morale dalla quale era tanto scappata. Un processo distruttivo che mostra la durezza del dolore, invitando alla riflessione piuttosto che al ripetersi dello sfruttamento emotivo, sullo schermo e nella realtà. Si potrebbe dire che i fiori siano appassiti, travolti da un’ondata distruttiva di odio, come l’animo insofferente di Alice.

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The lost flowers of Alice Heart – Basato sulla novella di Holly Ringland – Regia di Sarah Lambert – Con: Sigourney Weaver (June Hart), Asher Keddie (Sally Morgan), Leah Purcell (Twig), Frankie Adams (Candy), Alexander England (John Morgan), Charlie Vickers (Clem Hart), Alyla Browne and Alycia Debnam-Carey (Alice Hart), Tilda Cobham-Hervey (Agnes Hart), Subastián Zurita (Dylan) – Scenografie: Melinda Doring – Costumi: Joanna Mae Park – Musiche: Hania Rani – Montaggio: Dany Cooper, Deborah Peart – Fotografia: Sam Chiplin – Casa di Produzione: Made Up Stories, Fifth Season, Amazon Studios – Settembre 2023