Dal cinema al teatro, talento e bellezza ma forse serviva un passo in più

In scena fino al 21 gennaio al Teatro Quirino, il “Ginger e Fred”, dall’omonimo film di Fellini trasposto con la regia di Monica Guerritore, sembra avere un po’ paura di diventare davvero teatro

Doveva essere il 9 gennaio il giorno del debutto per Ginger e Fred al Teatro Quirino. Poi l’incidente di Pietro Bontempo, ora sostituito da Massimiliano Vado, ha obbligato a ritardare di una settimana lo spettacolo ispirato al film di Fellini del 1986
Monica Guerritore, qui attrice, regista e adattatrice, ci fa tornare negli anni ‘80, all’albore delle TV private e delle speranze che dà sempre un mondo nuovo da scoprire.
In questo mondo c’è chi sogna di esplodere e chi deve accettare di esser diventato il fantasma di se stesso. Così ci appare Ginger man mano che acquista consapevolezza del suo ruolo. Un personaggio da televisione in un programma che sa di circo di varia umanità. Lo scopo è far ridere il pubblico a casa la sera di Natale, e pazienza per i sentimenti di chi va in scena.
Al suo fianco Fred ancora sogna di dimostrare al mondo quanto valga come artista, fermo forse al momento del loro ultimo spettacolo vent’anni prima.

Il Ginger e Fred di Monica Guerritore funziona grazie a un lavoro di scenografia che definire ottimo è riduttivo. Lo studio televisivo è ricreato alla perfezione, sia nella parte dedicata a camerini e trucco che nel suo momento di registrazione della puntata.
Ci sentiamo davvero davanti al televisore pronti a goderci lo spettacolo di un varietà da sabato sera, qualcosa che nell’era dello streaming e delle serie tv on demand sembra essere passato.
Eppure è proprio la perfezione con cui ci sentiamo telespettatori che dà vita all’unico problema di questo Ginger e Fred: non sembra di essere a teatro.
C’è come una patina tra noi e il palco, un velo di Maya paragonabile al grande schermo di un cinema. La trasposizione dal film al teatro è riuscita ma non completamente. Anche nella recitazione, che di per sé sarebbe definibile impeccabile, si ha la sensazione di essere su un set.
Qualcosa è mancato in questo portare Ginger e Fred sul palco, è lo si sente bene, purtroppo.

Fanno eccezione i momenti in cui gli attori scendono e per necessità sceniche si riversano in platea. Allora torna a compiersi la magia del teatro, quella che lega nel profondo chi recita e chi assiste, creando una connessione che neanche le più innovative tecnologie digitali possono riprodurre.
Sono però attimi di uno spettacolo che per quanto funzionale, perché la costruzione, i personaggi, i dettagli funzionano tutti, sembra essere stato creato per un’arte differente.
Non aiuta l’inizio al buio, nella notte piovosa che i protagonisti affrontano per raggiungere l’albergo. Ancora una volta la scena sarebbe estremamente funzionale al cinema ma resta lontana dallo spettatore in teatro, che ne gode meno di quanto non potrebbe.

I complimenti vanno certo alla scenografia, come già detto perfetta (fin troppo quasi) e ai costumi, perché il lavoro dietro al Ginger e Fred di Monica Guerritore è tanto. Si vede l’attenzione al dettaglio, la cura. Si sente il rispetto per l’opera originale, per Fellini, soprattutto nel finale che sì, è teatro puro e si allontana dalla versione cinematografica per omaggiarne il regista.
E forse è proprio il rispetto, magari la paura di confrontarsi con l’opera di un Maestro, che ha tarpato un po’ le ali a questa riproposizione teatrale.
Non è un’occasione sprecata né un tentativo fallito, ma c’era bisogno di un salto in più, di lasciarsi trasportare davvero nel mondo del teatro senza temere di nuocere all’originale. 

I passaggi da un’arte all’altra sono sempre un misto di rischi e opportunità; bisogna accettare di correre i primi se si vogliono cogliere le seconde.


Ginger & Fred di Federico Fellini, Tonino Guerra, Tullio Pinelli – Adattamento e regia Monica Guerritore – Con Monica Guerritore, Massimiliano Vado, Alessandro Di Somma, Mara Gentile , Nicolò Giacalone , Francesco Godina, Diego Migeni, Lucilla Mininno , Valentina Morini, , Claudio Vanni – Scenografia Maria Grazia Iovine – Costumi Walter Azzini – Coreografie Alberto Canestro – Light design Pietro Sperduti – Regista assistente Leonardo Buttaroni – Direttore allestimento Andrea Sorbera – Teatro Quirino dal 16 al 21 gennaio 2024

Foto di copertina: Massimiliano Vado e Monica Guerritore