Da Lione a Roma per l’inaugurazione del Romaeuropa Festival

L’Opera di Roma ospiterà le due serate di apertura del Festival, giunto alla sua trentanovesima edizione, con BIPED e Mycellum, due facce del repertorio contemporaneo

Inizia con una novità la trentanovesima edizione del “Romaeuropa Festival”, che dal quattro settembre al diciassette novembre vedrà la scena artistica capitolina animarsi, una grande celebrazione delle arti sceniche che quest’anno vedrà circa duecentottanta recite.
Una novità che va al cuore, artistico e geografico, di Roma, perché le prime due serate – mercoledì quattro e giovedì cinque settembre – debutteranno al Teatro dell’Opera per la prima volta in assoluto. 
Alla conferenza stampa che le precede l’emozione del sovrintendente Francesco Giambrone è palpabile, come quella di Guido Fabiani, presidente della Fondazione Romaeuropa, e di Fabrizio Grifasi, che della Fondazione è Direttore Generale e Artistico. Per le due realtà è l’occasione di iniziare una collaborazione che dovrebbe protrarsi anche negli anni a venire, soprattutto in preparazione del quarantennale del Festival, che il prossimo anno coinciderà anche con gli ultimi mesi del Giubileo. 
Non solo, perché dietro a questa novità c’è una collaborazione più grande, quella con il Ballet de L’Opéra de Lyon, il punto iniziale di questa avventura che guarda fuori dai confini nazionali. 

Saranno due gli spettacoli in scena per un totale di due ore, un percorso all’interno della coreografia contemporanea e dei suoi aspetti. 
Si comincia con BIPED, la coreografia di Merce Cunningham ora messa in scena dal suo allievo Cédric Andrieuxdirettore del Balletto di Lione, accompagnato dalla parte musicale di Gavin Bryars, che con Cunningham lavorò alla creazione del balletto in un’armonia che lo stesso Bryars ancora ricorda, una produzione che riuscì a coniugare musica, danza, tecnologia in una perfezione rara. 
L’intervento di Bryars è anche l’occasione per lasciarsi andare a qualche parentesi personale, il racconto del suo legame personale e professionale con l’Italia, una storia che dura ormai da mezzo secolo. 
Una storia fatta di casi della vita, di rincorse, di rapporti che si allontanano e tornano. Come la relazione artistica tra Andrieux e Cunningham, che termina quando il giovane ballerino lascia la compagnia del coreografo per andare a Lione e poi si riaccende in Francia, dove Cunningham è studiato e apprezzato al punto da renderlo colonna portante del repertorio contemporaneo. Una coreografia che ha superato i vent’anni d’età ma che resta avanguardistica nel suo utilizzo della tecnologia, e che rappresenta una novità del suo tempo.

Di contraltare, dall’altro lato di questo spettacolo che il Balletto di Lione porta in scena per inaugurare il Romaeuropa Festival 2024, c’è Mycelium, di Christos Papadopoulos, non nuovo al festival. 
Lasciando il mondo della tecnologia con lui si entra a tutto tondo in quello della natura.
Lo vediamo dal nome, il riferimento alla parte viva dei funghi, quella che li connette con il resto della vita vegetale. 
La presentazione che Papadopoulos fa del suo lavoro è un piccolo viaggio che trascende l’arte, riconnettendoci alla terra e alle sue creature. Per le micelle, il suo punto di partenza artistico in questo caso, ma non si ferma lì: in un passaggio molto bello, sul finire del suo intervento, tira in ballo le formazioni degli uccelli migratori, quei disegni nel cielo che ci apprestiamo a vedere in autunno, quando si allontanano dalle nostre latitudini. Papadopoulos prende ad esempio quelle forme che non sono casuali ma hanno uno scopo, una necessità biologica, e riproduce la stessa idea nel teatro. La necessità, il bisogno, cercare la strada per arrivare alla fusione perfetta tra la corporalità del singolo e quello dell’intero corpo di ballo. 

Queste le premesse con cui si aprono i due mesi e mezzo del Romaeuropa Festival 2024, che guarda alle arti sceniche e ai loro linguaggi nel mezzo di un mondo in bilico tra la situazione internazionale e quella ambientale. La specifica è stata del Presidente Fabiani, che si augura di vedere la creazione artistica come l’occasione di rafforzare la centralità dell’uomo e del bello che sa produrre, pur nel momento storico in cui viviamo.  Un augurio rivolto a tutti, artisti e pubblico.

Calendario completo degli eventi su https://romaeuropa.net/agenda/