È uno spettacolo in tutti i sensi Casa pianeta terra in scena al Teatro Vittoria fino al 15 Gennaio.
Maria Rosaria Omaggio porta in scena un tributo al pianeta che ci ospita e alle culture che l’hanno capito meglio di noi.
Un viaggio accompagnato dalla musica della pianista Cristiana Pegoraro e dal polistrumentista Oscar Bonelli, che ci permette di ascoltare, forse occasione unica nelle nostre vite occidentali, fiati e corde provenienti da mezzo mondo, con storie millenarie e capaci di raccontare il mondo oltre i nostri preconcetti.
Maria Rosaria Omaggio unisce le sue delicate parole a poesie, aforismi e scritti di pensatori orientali e non, per esaltare quella che è la casa dell’uomo.
Uomo che, ci ripete spesso, è parte e non padrone della terra, animale come gli altri e al pari degli altri a rischio per la stoltezza dei suoi comportamenti.
Eleganza è la parola che meglio descrive questa donna in piedi in mezzo al palco, con ai lati i musicisti, suoi compagni di strada per queste sere, e circondata da palloncini che riproducono il pianeta, vero protagonista della serata.
Proiettate sullo sfondo del palco foto della Terra, dei suoi luoghi, del paesaggio stravolto dall’uomo e di quello ancora incontaminato, dei fenomeni che chiamiamo distruttivi e delle nostre responsabilità in questa devastazione.
Prendendosi un minuto per riflettere si perviene a una strana consapevolezza: tutta quella natura fotografata esisterebbe anche senza noi.
I pinguini spaventati, rimasti isolati su un blocco di ghiaccio che il caldo inatteso ha staccato dal resto, esisterebbero ugualmente senza la tecnologia con cui li riprendiamo. E anzi, forse sarebbero più al sicuro senza i rischi a cui l’antropocentrismo li espone. Ma non si sente la critica aggressiva nei toni di Maria Rosaria Omaggio.
Non può esserci rabbia nella bellezza che ci racconta e ci mostra con la sua interpretazione, non c’è accusa perché non è col senso di colpa che si educa al rispetto.
La voglia di proteggere il mondo arriva e basta quando ci si accorge di quanta meraviglia si perderebbe se tutto andasse distrutto.
Quasi sul finale si entra più strettamente nel merito della questione ecologica, affrontando il tema della raccolta differenziata, il primo passo che tutti possiamo fare pensare più alla terra che a noi, e in questo caso entra in gioco una sagace ironia capace di far ridere il pubblico anche là dove serve la serietà delle riflessioni urgenti.
La prima serata si è conclusa con un regalo agli spettatori, la presenza del fisico Valerio Rossi-Albertini e del professor Livio de Santoli, che hanno passato la parola alla scienza, la vera regina di ogni speranza per il futuro.
Speranza che, ha concluso Rossi-Albertini, è tanta, ma non può arrivare dal nulla; il fisico ha descritto il nostro come il Secolo decisivo, in una direzione o nell’altra, e l’augurio è che la comunità scientifica possa far fronte comune per salvare la casa di tutti.
Uno spettacolo che meriterebbe d’essere messo in scena al mattino, davanti alle classi delle scuole medie e superiori, davanti ai nostri ragazzi. D’altra parte non c’è speranza più grande.