Carmilla: le notti di paura al Teatro Trastevere

Nonostante gli anni abbiano trasformato la letteratura dell’orrore, ampliatasi poi in filmografia e serialità televisiva, la fascinazione per il gotico è rimasta intatta. La sua potenza espressiva, le sue atmosfere cupe, hanno fatto sì che questo genere tracciasse la strada perché la letteratura del terrore diventasse poi quella che conosciamo noi oggi. Il soprannaturale, con i suoi mostri, deriva dai temi religiosi, creando dalle tenebre tutte quelle creature che oggi ritroviamo nell’immaginario comune e che siamo così abituati a vedere. Tra queste creature la più importante e popolare, a livello letterario e non, è sicuramente quella del vampiro. Se Bram Stoker l’ha resa celebre grazie al suo Dracula, la sua figura era già raccontata. Il padre del popolare romanzo, infatti, prese spunto, tra gli altri, anche da un racconto di Joseph Sheridan Le Fanu che nel 1872 pubblicò Carmilla.

Centocinquant’anni dopo, la storia di Le Fanu è un punto cardine della letteratura gotica e Scostumato Teatro lo ha portato a Teatro Trastevere attraverso la lettura di Patrizia Bernardini. Una serata che fa parte di una trilogia delle notti di paura che proseguirà il 22 novembre con Gatto Nero di Edgar Allan Poe e il 20 dicembre con Canto di Natale di Charles Dickens.

Se la lettura può sembrare a primo impatto meno accattivante o emozionante di una rappresentazione teatrale, in realtà, soprattutto in questo caso, non è così. Patrizia Bernardini riesce con la sua interpretazione del testo a far rivivere con passione la storia di Carmilla. La sua voce riporta lo spettatore tra le pagine del racconto, riuscendo a farlo facilmente immedesimare in quella storia tardo ottocentesca. Una storia che rievoca una sensualità non scontata per la pudica epoca vittoriana, che racconta un amore tra ragazze, un amore vero, di quelli impossibili che nasce dalle trame del bene e del male, in cui proprio nell’oscurità ritroviamo una parte di noi stessi. È la fascinazione per una sensazione mai provata, ma anche per una nostalgia di questo amore folle che rimane vivo nonostante tutto.

Gli ingredienti sono quelli che la letteratura gotica, a partire dal Castello di Otranto, ci ha sempre voluto raccontare. Un castello sperduto, le notti di lune piene, i misteri, le morti, le creature e il soprannaturale. Qui siamo nella regione della Stiria in Austria, dove padre e figlia aspettano la visita della nipote di un loro vecchio amico, la quale però muore improvvisamente in circostanze misteriose. La giovane Laura allora, triste per l’accaduto, ritrova il sorriso quando dopo un incidente di una carrozza, una donna lascia a loro la figlia svenuta e di cagionevole salute, per ripartire in fretta e in furia. Sarebbe tornata dopo tre mesi. La misteriosa Carmilla comincia a instaurare un rapporto stretto con Laura, dando vita a un amore ambiguo, folle, impossibile. Con la comparsa di Carmilla, però, comincia a verificarsi qualcosa di strano intorno a Laura. Delle visioni non la fanno dormire e Carmilla sembra nascondere qualcosa.

La notte di paura del Trastevere prende vita, accompagnata dalla musica dal vivo di Massimiliano Pace, che riesce a ricreare la perfetta atmosfera gotica non solo accompagnando le parole ma rappresentando le emozioni dei protagonisti, impreziosendo il racconto con incursioni rumoristiche che producono suggestioni dei luoghi e dei momenti. Sullo sfondo la decisione di proiettare scene dai film Dracula di Bram Stoker e Vampyr risulta meno congeniale, per quanto in linea con la trama vampiresca del racconto, le scene sono a sé stanti, e più che immedesimare nella vicenda, tendono a distogliere l’attenzione dalla voce e dalla musica.

Le notti di paura sono appena cominciate, non resta che aspettare per chiudere la trilogia dell’orrore!

Cinema & TV
Elena Salvati

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