“Barbablù” è il declino dell’antieroe per eccellenza

Il riadattamento dell’antica fiaba Barbablù al Teatro Cometa Off di Roma

Da martedì 28 novembre 2023, in scena fino al 3 dicembre al Cometa Off di Roma, è arrivato lo spettacolo Barbablù diretto da Giulia Paoletti. Il testo di Hattie Naylor è stato tradotto da Monica Capuani. Novanta minuti che non hanno una trama poi così romanzata, visto che ne si vede la tragica esposizione nella cronaca riguardante la violenza di genere. Storie che vorremmo lasciarci alle spalle senza lasciarci mai il ricordo delle vittime e senza mai smettere di batterci per cambiare il marcio del problema culturale che viviamo, credendo in una sensibilizzazione che non guardi in faccia a nessuno e che si scosti da ricadute.

Barbablù è un’agghiacciante e fedele testimonianza che ci sfida nel non additare come colpevole l’uomo assassino, che si pone da dongiovanni alle prese con le sue donne… come biasimarlo. La sua mascolinità tossica ci dice ben altro, egli ti vuole intrappolare in continuazione per farti scendere a patti con l’odio, dissimulato in una routine amorosa sensazionalistica. La persistenza di sofferenza nelle relazioni si percepisce all’inizio lentamente, a lungo andare secondo per secondo.

Sul palco a interpretare il brutale uomo, è salito in scena il giovane Edoardo Frullini che ha incamerato diligentemente la spregiudicatezza dell’animo del bello e dannato. L’attore è entrato spaventosamente in simbiosi con lui, non lasciando vacillare la manipolazione perversa fatta di puro odio, un bravo attore questo doveva riuscire a fare.

Dal bravo attore si passa a quello che vuole sembrare a tutti i costi un “bravo ragazzo”, il protagonista della storia messa in prosa. Ora l’accezione “bravo ragazzo” ha però implicazioni inaudibili. Malauguratamente ancora oggi si potrebbe sentir dire che quelli come Barbablù fanno parte della categoria degli iracondi che colti da raptus uccidono le compagne in nome della gelosia. Che si stia bene attenti a non permettere che queste parole descrivano la realtà ma soltanto la farsa teatrale di colui che ti vuole impietosire. 

Il tassello che va a costruire una partecipazione travolgente nella veste di pubblico, si posa nell’assistere alla ferocia allo stato brado. Si prova indirettamente a tagliare i ponti con l’ipotesi di giustificare il male. 

Nello spettacolo, frutto dell’opera trascritta da Charles Perrault, non viene presa di petto la causa di quanto si vede, infatti nell’allora XVII secolo di patriarcato non si sentiva parlare. Per tale motivo all’interno del teatro la platea deve prendere consapevolezza dell’esistenza di sottotesti narrativi non indifferenti, traslandoli in una favola antica per nulla fiabesca, agevolati non dall’eloquio rovinoso ma dai gesti, dalle posture e dai movimenti spasmodici di “Barbablù”. La lezione del vedere e non dell’ascoltare. Il vedere a cui non siamo abituati è dolore e lo si sente; quindi, qualcosa si è mosso verso la direzione giusta. 

Reinterpretare “Barbablù” voleva dire compiere un lavoro delicatissimo perché il racconto è indisciplinato, non si fa scrupoli, buttandosi su parafrasi intrinseche, nascoste dal rumore di corde e di abiti eleganti, che gettano Barbablù in pasto allo spettatore. Lodevole l’inafferrabile tranquillità di Edoardo che si cela nel percorso arrendevole di un antieroe.


BARBABLU’ di Hattie Naylor, traduzione Monica Capuani, con Edoardo Frullini, regia Giulia Paoletti – scene Davide Tagliaferri – luci Filippo Boschetti e Giulio Camporesi – Produzione Accademia Perduta –Cometa Off Dal 28 novembre al 3 dicembre 2023

Foto di copertina: Edoardo Frullini

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