Al Teatro Anfitrione l’Associazione Gocce di Arte ha portato in scena La Locandiera di Goldoni
C’è sempre spazio per i classici in un mondo del teatro che propone novità a non finire. Lo sa bene l’Associazione Culturale Gocce di Arte che insieme alla Compagnia Genta Rosselli, dal 18 al 23 marzo ha portato in scena al Teatro Anfitrione La locandiera di Carlo Goldoni, simbolo per eccellenza del teatro d’autore del XVIII secolo, con la regia di Marco Belocchi.

La storia di Mirandolina e degli avventori della sua locanda fiorentina continua ad essere amata dal pubblico senza aver bisogno di ritocchi, migliorie o accenni di modernità che le toglierebbero il senso.
D’altronde è già moderna per la sua epoca la protagonista, non ci sarebbe necessità di tradire Goldoni.
Gianluca Delle Fontane e Grazia Rita Visconti hanno curato le scene e i costumi di una rappresentazione che da sé urlava classico. Se la costruzione della scenografia è stata limitata dagli spazi, pur dando bene il senso della locanda grazie all’utilizzo di tende mobili e oggetti di scena per delineare spazi e situazioni, fin dalla prima scena i costumi hanno portato gli spettatori in quella Firenze settecentesca dove tutto ha luogo.
Lo si vede da subito, dall’inizio con la discussione tra il Marchese di Forlimpopoli (Giacomo Rosselli) e il Conte di Albafiorita (Dario Biancone), entrambi capaci di restituire ai loro personaggi quei caratteri ironici della commedia Goldoniana, quei due uomini interessati alla bella Mirandolina (Maria Teresa Pintus) in un modo quasi infantile, da primo innamoramento adolescenziale, a differenza dal silenzioso amore di Fabrizio (Vito Buchicchio).
Lei invece incarna perfettamente la donna astuta e cosciente di sé che Goldoni voleva narrare. Maria Teresa Pintus sa dare al suo personaggio quel tocco di astuzia e malizia richiesto, soprattutto nelle interazioni col Cavaliere di Ripafratta, accompagnato dal fedele cameriere (Matteo Maria Mascetta), nei cui panni si è calato perfettamente Fausto Morciano. Descritto da Goldoni il cavaliere è nell’animo e nel comportamento bene lontano dagli altri due protagonisti, e Morciano ha marcato questa distanza, distanza che poi diminuisce man mano che la vicenda si snoda e il Cavaliere cambia atteggiamento nei confronti della locandiera.
Applausi anche per Sabrina D’Alonzo e Caterina Boccardi, che nei panni di Ortensia e Dejanira hanno fatto ridere di cuore il pubblico in sala. I loro ruoli, attrici prima davanti a noi e poi davanti agli altri protagonisti, le rendono un momento di allegria in mezzo alle più serie riflessioni di Mirandolina e del Cavaliere. Perché pur nel suo essere commedia La Locandiera non è priva di momenti e azioni che fanno pensare, al pubblico di ieri come a quello di oggi. Una storia che forse non è eterna nel senso di rirpoponibile all’infinito cambiando luoghi e tempo, come troppo spesso si prova a fare, ma lo è in quanto capace, in ogni generazione, di far riflettere in modo diverso sul tema dei rapporti interpersonali. Come dire; non ci relazioniamo più in società come fosse il 1700, ma qualcosa di Mirandolina e del Cavaliere lo possiamo sentir riecheggiare spesso mentre abbiamo a che fare col nostro prossimo.
Portata in scena come il testo comanda, questa Locandiera ha testimoniato che non serve provare a contraddire o correggere i maestri, cercando disperatamente di aggiornare tutto per non rendere noiosa l’arte.

Trovarsi davanti a una Locandiera senza pretese, che vuol solo essere l’opera di Goldoni ha permesso agli amanti del teatro di staccare un attimo dal moderno e tornare dove tutto ha avuto inizio.
In questo senso Gocce di arte è stata in grado di proporre uno spettacolo adatto a chiunque, dagli appassionati a cui fa sempre piacere rivedere i classici ai ragazzi delle scuole che vengono avvicinati per la prima volta al mondo del teatro.
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La Locandiera di Carlo Goldoni – Regia di Marco Belocchi – Con: Maria Teresa Pintus, Fausto Morciano, Giacomo Rosselli, Dario Biancone, Sabrina D’Alonzo, Caterina Boccardi, Vito Buchicchio, Matteo Maria Mascetta – Aiuto regia: Grazia Rita Visconti – Scene e costumi: Gianluca Delle Fontane, Maria Letizia Avato – Audio e Luci: Mauro Buoninfante – Organizzazione: Gianfranco Teodoro – Foro di scena e grafica: Maria Letizia Avato – Teatro Anfitrione dal 18 al 23 marzo 2025