Il Duce di Renato De Maria potrebbe essere il contro titolo del bel film Rapiniamo il Duce, che ha caratterizzato la terza giornata del festival del cinema di Roma “rapito” in queste ore dall’arrivo ieri del divo Russell Crowe, accolto da applausi a scena aperta alla proiezione per la stampa accreditata. Il film è uno spassoso “pastice” durante la fine della seconda guerra mondiale, ambientato nella Repubblica di Salò, dove si era rifugiato con i fidi gerarchi e uno squinternato gruppo di ladri decisi a rubare il chiacchieratissimo oro di Dongo, tesoro che il Duce avrebbe abbandonato durante la rocambolesca fuga in quel 27 aprile 1945 proprio a Dongo.
Il pregio del film sono gli attori a cominciare da Filippo Timi, nel ruolo del potentissimo gerarca, Pietro Castellitto, straordinario in quello di “isola”, il boss dei ladri e dell’avvenente Matilda De Angelis in quello di una sensualissima cantante della quale sono entrambi innamorati. E poi la geniale coreografia arricchita da un prezioso raccordo d’animazione alla Zerocalcare che contribuisce non poco al godimento di un film assolutamente da non perdere con un finale che non vi sveleremo.
É invece una bella favola ambientata nella Roma dei Papi birichini cara a registi come Gigi Magni e anche Alberto Sordi, Il principe di Roma di Edoardo Falcone con Marco Giallini nei panni di Bartolomeo, un ricco e spregiudicato commerciante in odore di diventare principe, rapito dai fantasmi ospiti delle splendide case patrizie della Roma del Belli. Nel cast anche Sergio Rubini e Giulia Bevilacqua.
Al Festival fra film e vip da immortalare per la gioia dei fotoreporter, spazio anche per il terzo convegno sul futuro del cinema, in attesa di conoscere il nome del nuovo Ministro dello Spettacolo al posto di Dario Franceschini. Al convegno fra gli altri hanno partecipato i registi Marco Bellocchio, Francesca Archibugi, Susanna Nicchiarelli e Paolo Virzì.
La dinamica sezione “Alice nella città” ha proposto in concorso L’uomo sulla strada, un’interessante opera prima firmata da Gianluca Mangiasciutti con Lorenzo Richelmy, Aurora Giovinazzo e Astrid Casali; un thriller il cui soggetto si è aggiudicato anche il premio Solinas. Il film si snoda attraverso le inquietudini, la fatalità, il senso di colpa e la vendetta dei suoi protagonisti, specchio sociale di un raffinato gioco al massacro degno di una pièce teatrale.
Al Festival abbiamo anche visto i primi due episodi(otto)della serie televisiva Romulus, diretta da Matteo Rovere che conferma la validità di un prodotto costruito per la televisione.
Il Festival fra i tanti tributi al cinema dei grandi del passato ha reso omaggio alla coppia (nella vita e sullo schermo) Paul Newman e la splendida Joanne Woodward, interpreti del film A kiss before dying di Gerd Oswald, un capolavoro restaurato del 1956. Ai due attori il Festival ha dedicato anche il poster ufficiale. Cristian De Sica ospite del Festival ha presentato la copia restaurata di La posta del cielo, film del 1945 realizzato da papà Vittorio cinque volte premio Oscar. Un film di quel cosiddetto “neorealismo” che caratterizzò insieme a Roma città aperta di Rossellini, Sciuscià e Ladri di biciclette dello stesso Vittorio De Sica, la rinascita dell’Italia del cinema del dopoguerra in tutto il mondo. La porta del cielo documenta per immagini il viaggio della speranza di un gruppo di malati alla Madonna di Loreto, un film che ebbe soprattutto il merito di salvare tanti ebrei, partigiani e perseguitati dal nazifascismo, nascosti da De Sica fra le comparse del film.