Addio a Gianni Minà, addio al suo giornalismo dal volto umano.

Nel 2020 pubblicò il suo ultimo libro autobiografico Storia di un boxer latino. Andai a casa sua alla Camilluccia per una breve intervista che fu felice di concedermi, sotto lo sguardo benevolo della moglie Loredana, perché convalescente a causa di un’indisposizione che non aveva scalfito il dinamismo del giornalista di razza. Parlammo del libro, della nuova Cuba dopo la scomparsa di Fidel Castro e del mio ultimo documentario dedicato al comune amico Gabo Marquez; un’occasione grazie al suo libro per riparlare della sua amicizia con Cassius Clay e Robert De Niro che con Marquez tutti a Roma per vari motivi aveva invitato a una cena rimasta storica dove da Checco er Carrattiere a Trastevere si unirono anche Ungaretti e Sergio Leone che teneva d’occhio De Niro impegnato sul set di C’era una volta in America. Quanti personaggi hanno vissuto con le tue interviste: da Maradona a Cassius Clay da Robert Deniro ai brasiliani Don Marino Barreto, Chico BuarqueToquinhoCarlos JoubinVinicius De Moraes fino a Compay Segundo che del bolero cubano era il re. Interviste con i più grandi del ‘900 da Enzo Ferrari a Marco Pantani, il gotha del cinema, della politica, dello sport, della musica; una carriera lunga e piena di successi costruita con semplicità e un sorriso ricco di storie, di avventure, di viaggi, di verità e di sorprese come quando sapendo che andavo a Berlino a intervistare Robert Redford, mi pregò di portargli il soggetto di un film. Era quello di I diari della motocicletta che Redford poi produsse.

il film dedicato al famoso viaggio dopo la laurea in medicina su una vecchia Norton, che un giovane Ernesto Guevara fece attraversando il Cile e buona parte di un sud America avvilito da pesanti contrasti sociali. Quello fu il viaggio che trasformò il giovane Ernesto Guevara nel Che, che conquistò con Fidel Cuba e l’indipendenza di un popolo.

Dopo una breve malattia a 84 anni se ne è andato ieri sera il mio amico e maestro Gianni Minà, depositario di un giornalismo che ormai non esiste più: fatto di semplicità, rigore e soprattutto onestà intellettuale, cifra stilistica di un uomo che aveva trascorso tutta la vita a raccontare il tratto umano di personaggi diventati per i più scomodi.

Ci restano i suoi scritti, i suoi libri, le sue interviste, le sue trasmissioni televisive per la Rai, il suo amore per la figlia Marianna, per la moglie Loredana, che lo ha raccontato in un film documentario dal lei diretto. L’amore per lo sport, il pugilato, il calcio, la musica, con programmi come DribblingOdeonMixer, GulliverBlitz. E fu lui insieme a Renzo Arbore a “inventare” nel 1976 la più innovativa delle trasmissioni televisive: L’altra domenica. Una volta, parlando di te con Gabo Marquez, mi disse che ti voleva come docente nella sua scuola di giornalismo che aveva appena aperto a Cartagena des indias in Colombia; perché tu eri l’esempio vivente delle doti che avrebbe dovuto avere un giornalista. Aveva ragione!  Ciao amico mio, ciao Gianni!