A Bisuschio, pochi chilometri da Varese, la primavera si è fermata un attimo.
Il cielo è grigio e l’aria fresca per questo weekend, il secondo del Festival La meglio gioventù 2023, organizzato da Intrecci Teatrali. Io nel mondo è il tema scelto per quest’anno, mettere al centro il valore del singolo nella società, smettere di aspettare che siano gli altri a muoversi e darsi da fare in prima persona.
Sei giorni spalmati in due fine settimana, giorni di teatro da spettatori e di riflessioni comuni.
Alloggio a Viggiù, il paese affianco. Poche case, qualche bar, un belvedere che dà sulla valle. Il silenzio assorbe tutto, rotto solo dal suono delle campane che segnalano il passaggio dell’ora. Il mondo sembra assorto nei ritmi lenti della collina, con la storia del luogo che si riflette anche nel B&B Picasass. Picassassi, spacca pietre, ricercatori di pietre più o meno preziose nelle cave della zona.
Intrecci Teatrali ha organizzato ogni mio spostamento con attenzione, permettendomi di essere sempre puntuale e precisa rispetto agli orari delle diverse attività.
Teatro inteso nel senso più classico del termine sì, ma anche teatro come incontro con i protagonisti, riflessione comune soprattutto coi giovanissimi ragazzi di zona, adolescenti che il proprio posto nel mondo lo stanno ancora cercando, come è giusto che sia.
Una pizza per cena a pochi passi dal cuore pulsante della rassegna per poi volare al primo spettacolo del weekend, quello del venerdì sera.
Il teatro è quello della parrocchia di San Giorgio, che contiene anche l’ultimo cinema sopravvissuto in Valceresio, la valle che fa da contorno a Bisuschio, Viggiù e tutti i paesi del Varesotto nei dintorni.
Piccolo ma accogliente, con le poltrone rosse e un grosso palco centrale dove si susseguono le rappresentazioni.
Sotto, in una delle sale dell’oratorio, il luogo dove si svolgono gli incontri e le attività che meno hanno a che fare col teatro come interpretazione ma con tutto ciò che gli ruota intorno.
L’incontro tra artisti e pubblico è la parte centrale. Andare oltre ai ruoli di semplici spettatori passivi, quelli impegnati solo per il tempo della rappresentazione in scena. “create relazioni, conoscete e conoscetevi tra di voi” è il monito del direttore artistico Andrea Gosetti ai ragazzi riuniti per l’apertura del festival.
Più ancora delle compagnie in scena, arrivate da dentro e fuori la Lombardia, sono i giovanissimi spettatori i veri protagonisti, ai quali sono dedicate attività di Socializzazione e incontro con attori e performer.
In programma per oggi, tra uno spettacolo e l’altro, l’incontro con Andrea Falanga, artista siciliano con cii i ragazzi avranno modo di scoprire il mondo della LIS, linguaggio italiano dei segni, e della musica che rompe il confine del suono passando per le mani e potendo così arrivare a tutti.
Il primo spettacolo della mattina è in programma per le 10.30. Nell’attesa del suo inizio le classi di liceali sfilano una dopo l’altra alla ricerca dei loro posti in platea. C’è l’inconfondibile brusio di voci da adolescenti, quel caos da cui non si riesce a trarre nessun discorso ma di cui si può immaginare il senso: la mattinata di lezioni saltata, l’eccitazione di alcuni, la paura della noia di altri. Le raccomandazioni dei docenti sui cellulari da spegnere, le voci da tacere.
Da ultimo gli shhh e il silenzio che avvolge la sala.
Luci spente, si inizia.