Tutti conosciamo Ulisse, ma non tutti conoscono l’Ulisse contemporaneo, colui che il 24 settembre, è stato riportato in vita nella cavea dell’Auditorium Parco della Musica. La rappresentazione, svoltasi in un’ambientazione costruita nel XXI secolo, non si è smentita nel restituire modernità al personaggio della mitologia greca.
L’intento della serata è stato quello di contestualizzare lo straordinario eroe nel presente, regalandogli una dimensione teatrale in un progetto ideato da QAcademy e dal Direttore artistico Piero Maccarinelli, in collaborazione con Editori Laterza. Il risultato è quello di esserci riusciti a pieni titoli.
L’attenzione non è posta sul poema Omerico L’Odissea, ma sul protagonista, che viene celebrato con onore nei testi dedicatogli da poeti di fama mondiale. A veicolare la potenza virtuosa della sua indole sono le musiche di Rita Marcotulli. La compositrice al pianoforte ha intercettato quei frangenti trionfanti a ricordo delle gesta di Ulisse, ripercorrendoli attraverso le note con la dovuta enfasi.
LA PAROLA:
La tanto amata figura di Ulisse è introdotta dalle parole brillanti della Prof.ssa Eva Cantarella. La dimostrazione più alta dell’eroismo dell’uomo si manifestava nel saper gestirsi in forme di sano autocontrollo senza cedere mai al richiamo distruttivo della vendetta. Dal punto di vista sentimentale invece fu un po’ meno eroico. Sposato con la fedelissima Penelope, intraprese relazioni extraconiugali con altre due donne, Calipso e Circe.
IL VERSO:
In un confronto di esposizioni cariche d’intensa passionalità, Maddalena Crippa e Massimo De Francovich hanno proposto esecuzioni verbali di versi letterari noti. Grazie alle magnifiche interpretazioni si è entrati a fondo, con elevata partecipazione intellettuale, alle opere di Joyce, Kavafis e Walcott, Pascoli, Quasimodo e Saba, Ritsos e Primo Levi, citando Guccini e Gozzano e infine Dante.
IL MARE:
Fra i momenti topici dell’esistenza di Ulisse, c’è il “viaggio”. Egli, dopo la sanguinosa guerra nella città di Troia, si spostò via mare per raggiungere l’isola di Itaca. La traversata durò ben dieci anni. Da quel dì spazi e tempi lontani si misero in connessione fino ad arrivare a oggi. Coordinate che hanno tracciato un percorso vincente di un individuo con qualche marcia in più già all’epoca.