di Miriam Bocchino
È disponibile su Netflix dal 22 settembre il lungometraggio “Intrusion” del regista Adam Salky su sceneggiatura di Kevin Pierce.
“Intrusion” racconta la vita di una coppia apparentemente perfetta. Lui è un architetto affermato che ha costruito per la famiglia la casa dei sogni mentre lei è una psicologa che ha sconfitto il cancro.
La coppia da poco, dopo la vita a Boston, si è traferita a Corrales, una cittadina del New Messico. Henry (Logan Marshall-Green) e Meera (Freida Pinto) vivono nella bellezza del deserto, immersi in una casa moderna e di design ma anche pericolosa e fredda.
Il pericolo si manifesta quando subiscono un’effrazione in cui vengono rubati solo due cellulari e un computer. Da quel momento la realtà si modificherà radicalmente, insinuando il sospetto tra le mura domestiche.
La coppia prima dell’arrivo dei ladri, infatti, viveva un’esistenza idilliaca e felice. Henry appariva come un uomo gentile e attento, disposto a dare alla moglie tutte le cure necessarie. Meera, pur essendo una professionista nel suo campo, d’altro canto, sembrava dipendere totalmente dal marito che si era preso cura di lei durante il cancro e la depressione.
Dopo l’effrazione a cui ne seguirà un’altra con conseguenze letali il sospetto inizia ad insinuarsi in Meera e nello spettatore: quel marito così perfetto è reale? Perché dopo due mesi dal trasferimento a Corrales la coppia subisce un furto in cui i ladri rubano solo degli oggetti specifici?
Le domande del Detective Stephen Morse (Robert John Burke), a seguito dell’uccisione dei malviventi da parte di Henry, diventano incalzanti, facendo intuire la complessità della storia.
A Corrales un mese prima è scomparsa una giovane donna, Christine Cobb (Megan Elisabeth Kelly), familiare dei ladri uccisi. Merra scopre che quest’ultimi avevano lavorato alla costruzione della abitazione. Cosa cercavano, quindi, le due notti in cui sono entrati in casa?
Il dubbio si insinua nella moglie che, in maniera goffa, inizia a indagare e a chiedersi se quell’uomo così presente e amorevole sia privo di ogni macchia.
La regia, nonostante la prevedibilità della storia, riesce a creare in “Intrusion” un film godibile, che mantiene alta la tensione.
La musica e le scelte registe, come l’utilizzo delle riprese capovolte e i tanti dettagli, manifestano in modo inconscio il dubbio di Meera che diviene certezza.
Lo spettatore, pur comprendendo lo sviluppo della vicenda, continuerà a chiedersi: le dinamiche cambieranno o il legame di coppia si manterrà indissolubile nonostante tutto?
Un maggiore approfondimento della psiche dei personaggi avrebbe probabilmente giovato al film rendendolo un “prodotto” più completo e apprezzabile.