“Narciso. Dietro i cannoni, davanti ai muli” con Roberto Herlitzka: la recensione

 di Miriam Bocchino

 

È disponibile su Amazon Prime Video il film “Narciso. Dietro i cannoni, davanti ai muli” dei registi Marcello e Dario Baldi, distribuito da Direct to Digital.

Il lungometraggio, pur se prodotto nel 2008, appare estremamente moderno e necessario.

Narciso, interpretato da un magistrale Roberto Herlitzka, vive sulle montagne, svolgendo il mestiere di mandriano e di gestore di malga a contatto con  la natura e con gli animali. Il ritmo lento e rituale della vita si accompagna ai dolori e alle mancanze. Quando il figlio Tommaso, che non vede da oltre 20 anni, gli scrive una lettera annunciando il suo ritorno e la necessità del perdono, l’uomo riscopre una nuova vitalità.

Tommaso (Alessandro Di Natale) giunge nel piccolo paesino di montagna, in Trentino, con la compagna indiana Aruna (Amina Syed), di religione musulmana e il loro figlio: questo provocherà nella ristretta società del luogo maldicenze e paure.

La straniera e il suo bambino Samir, per una parte della popolazione, rappresentano una minaccia; il timore del diverso spinge alcuni di loro a denunciarli per costringerli ad andare via. Aruna e Tommaso, infatti, non sono sposati e la donna e il bambino vivono in Italia senza avere i necessari permessi.

La zia di Tommaso (Catherine Feller), una maestra in pensione, facente parte del “Comitato relatori e relatrici parrocchiani” mette in atto tutto il suo potere e i suoi pregiudizi per impedire che il paese si trasformi e accolga per la prima volta una musulmana. Quando il prete cerca di convincere la popolazione all’accettazione del diverso, ospitando in chiesa la famiglia durante la messa domenicale, lo scandalo si compie. Non tutta la popolazione, tuttavia, è d’accordo con l’allontanamento della nuovo nucleo familiare. Chiara, infatti, una giovane ragazza del luogo, rappresenta la parte gentile dei paesani, che accoglie e rispetta.

La natura e l’eccellente colonna sonora diventano i co – protagonisti di una storia che fa emozionare e riflettere.

Narciso, dopo le titubanze iniziali, si dimostra ben contento di avere con sé il figlio e i suoi affetti, cercando in ogni modo di aiutarlo a ottenere i documenti necessari per potersi sposarsi in comune.

Samir diventa l’ombra di Narciso, segue quel nonno tanto saggio che gli racconta gli anni in guerra e la vita di montagna.

“Narciso. Dietro i cannoni, davanti i muli”, frase quest’ultima che rappresenta uno dei primi insegnamenti del nonno al nipote, narra allo spettatore una storia amara che non vuole avere a tutti i costi un lieto fine ma pretende di essere vera e realistica. L’esistenza, infatti, nulla regala e spesso si limita a togliere. La giustizia, talune volte, non esiste e compiere una scelta giusta è l’unica soluzione che rimane per salvaguardare la vita.

“La natura è cosa sacra”: Narciso pronunciando queste parole esalta la religiosità dell’esistenza. Tra i monti della malga, esaltati dalla fotografia di Ugo Menegatti e Maurizio Tiella, va in scena una storia che evidenzia come l’uomo non può nulla davanti alla sacralità della vita.