La serie tv ispirata al romanzo di Sally Rooney è disponibile su RaiPlay
Normal People è una serie tv uscita nel 2020 su BBC e finalmente da poco disponibile su RaiPlay. Dodici puntante da non più di mezz’ora l’una. La storia è della penna irlandese Sally Rooney, scrittrice brillante nel contesto contemporaneo. Il pregio attribuitole, di aver saputo scrivere della scomodità indossata dalla gioventù del nuovo secolo, viene ben rappresentato anche su schermo, grazie soprattutto al talento dei protagonisti.

Normal People va dritta decisa verso la sua direzione. Non farei quindi perdere tempo a chi non ama prodotti di genere introspettivo. Non è l’intrattenimento di una trama carica di eventi e suspance. Si tratta di un coming of age; una storia d’amore tra due adolescenti che non sembrano incastrarsi al meglio nella realtà a loro proposta. La narrazione è lenta, di carattere contemplativo. L’emotività, messa al primo posto, chiama riflessione ed empatia nel pubblico, muovendo le corde del cuore e della memoria condivisa. Accanto a ciò, l’incertezza sul futuro è accompagnata da un’asimmetria classista tipica del college, che condiziona incomprensioni e distanze tra pari.
La salute mentale è un tema, forse IL tema. Perché ritrae il disagio, il senso di inadeguatezza, la difficoltà della prima generazione che ha capito che non si poteva più continuare ignorando. Che generazioni di traumi e disagi psicologici andavano portati alla luce e curati. La serie mostra su schermo la fase di vita in cui emergono prepotentemente le conseguenze, che portano con sé solo il bisogno di crearsi ancora più dolore. In cui ci si sente smarriti, incompresi, senza via d’uscita. I rapporti, tanto emotivi quanto (a volte soprattutto) sessuali, sono il veicolo attraverso cui si manifesta il disagio e in cui ci si fa male.
La fotografia risalta il paesaggio irlandese alla maniera de Gli spiriti dell’isola (temporalmente successivo alla serie). La regia è invadente al punto giusto, restituendoci un’intimità estremamente realistica e profonda dei personaggi, ma mai azzardata o eccessiva. La qualità della recitazione è altrettanto alta, con attori agli albori della loro carriera. Paul Mescal e Daisy Edgar-Jones portano in scena un insieme di intimità e timidezza molto naturali. La sintonia, che traspare fin da subito, rende il pubblico un terzo complice di quel rapporto.
Se di Edgar-Jones non abbiamo (ancora) sentito parlare, l’attore irlandese classe ’96 sembra invece essere un astro nascente del cinema hollywoodiano. Si unisce alla lista di attori che hanno sfondato i confini isolani con il loro talento, come Cillian Murphy, Barry Keoghan, Colin Farrell, Kenneth Branagh e molti altri. Sempre in coppia in pellicole a base di riflessioni esistenziali, Mescal ha continuato sulla stessa linea con altre chicche come Aftersun ed Estranei, al fianco di Andrew Scott.
Solo con Il Gladiatore II si può dire abbia stupito la critica. Non solo per la resa del protagonista di un sequel per nulla facile da realizzare con successo, ma soprattutto per la scelta di un ruolo azzardato rispetto alle sue solite preferenze (o forse, opportunità concesse). In ogni caso, sentiremo parlare di lui ancora.
La firma BBC Three ripete il successo di Fleabag replicando la stessa formula. Un concentrato di estrema qualità. Questa volta però il clima è molto diverso rispetto alla vita sconclusionata messa in scena dalla talentosa Phoebe Waller-Bridge.

Normal People è una serie tv che si sposa perfettamente con i pomeriggi di pioggia. Un misto tra malinconia, comfort e una tranquillità rassicurante. L’occasione per prendersi del tempo per sé e riflettere sulle proprie emozioni. Un privilegio che una vita frenetica spesso non concede. Un regalo che il grande e il piccolo schermo ci riservano. Purtroppo non si sa per quanto tempo ancora Normal People resterà disponibile, per cui io vi consiglio di andarla a recuperare quanto prima.
Regia di Lenny Abrahamson e Hettie Macdonald – Con Paul Mescal e Daisy Edgar-Jones