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“Quel posto che chiami casa”, romanzo di crescita e di salvezza

La storia di Vera e del fratello Cè tra le pagine di Enrico Galiano

La mancanza e la perdita sono insopportabili se ti restano attaccate addosso dall’infanzia, se determinano il corso della vita e le scelte del dopo; non c’è scampo al vuoto lasciato da qualcuno, al suo ricordo sempre così vivo e così nascosto, taciuto allo stesso tempo. Vera lo sa e lo vive da quando, all’età di quattro anni, perde il fratello maggiore, . La sua presenza, però, c’è davvero, nonostante gli anni passati, e lei, ragazza di appena vent’anni, la percepisce ovunque, sin da piccola, molto spesso attraverso segni e incontri particolari. La sua risposta alla perdita è fatta di domande, di presenze costanti che solo lei riconosce, di sofferenze sopportate.

@enricogaliano.com

Quel posto che chiami casa, edito da Garzanti, sa di esperienza vissuta sulla propria pelle, l’inconfondibile indizio onnipresente nei romanzi (questo in modo particolare) di Enrico Galiano; la scrittura è così profonda e sincera che tocca dentro, perché nata essa stessa da dolori e lutti reali. In quest’ultimo romanzo, però, l’intensità e il racconto degli avvenimenti e della stessa protagonista si fanno sentiti e permettono quell’azione particolare, quella connessione che i grandi libri sanno donare. L’immedesimazione.

Vera è simile a noi, lettori, e noi siamo simili a lei; in cerca di una strada, di una risposta, di una verità. Attraversati da dubbi e dall’incapacità di definizione, sospesi tra la volontà di aderire alle aspettative altrui e la paura di seguire quella voce dentro, quella che sa davvero chi siamo, quella votata all’inversione di marcia, al cambio. La sensazione, interiore e personale, che tutto o quasi possa essere diverso se solo…se solo si desse spazio a quella “cosa” che sussurra, a volte grida dentro ad ognuno.

Vera sente la voce del fratello dentro se stessa, lo percepisce vivo,  c’è sul serio ed esiste per lei, nei suoi giorni attraversati dalle difficoltà e dalle incertezze, da quella famiglia un po’ staccata che omette e sembra aver relegato il figlio scomparso in un angolo, in uno spazio chiuso. L’unica persona che sostiene e incoraggia la protagonista è Gin, la migliore amica dai tempi dell’infanzia, la sua “spalla” quando, a scuola e poi all’università, Vera fa i conti con la delusione e le prime relazioni. 

Ciò che sembra accompagnare i suoi passi incerti è quella sensazione di abbandono, la paura della perdita, il suo sentirsi “non abbastanza”; Vera assorbe le aspettative degli altri, le fa proprie, non segue se stessa ma una versione diversa, quella voluta dagli altri per lei. Il suo percorso diventa così una scoperta di verità e di coincidenze, una lotta con se stessa e il mondo esterno perché “il cuore è una città che, senza terremoti, crolla”; un passo dietro l’altro per riconoscersi daccapo. Proprio a partire da quel fratello e, soprattutto, per mezzo di lui.

La protagonista, per buona parte, si racconta in una sorta di dialogo continuo con il lettore, ripercorre la sua esperienza e quelle continue, inaspettate combinazioni del caso che la portano a interrogarsi, la costringono a stare nella crisi e nel dubbio. Lo studio, la sua relazione con Edoardo (il fidanzato storico), il rapporto con i genitori: quanto di lei, dell’autentica Vera, c’è ed è presente realmente nella sua stessa vita? La domanda, che lo scrittore nasconde tra le righe e gli eventi della sua protagonista adolescente, può benissimo chiamare in causa ed essere sottoposta a qualsiasi adulto. 

L’identificazione, l’empatia, una delle cifre più evidenti in Quel posto che chiami casa, passano attraverso la scrittura dello stesso Galiano, in grado di rivolgersi a e verso chiunque, in maniera sincera, così pura da far male.

Raccontare troppo questo romanzo spezza quella magia che percorre le sue pagine, che si divorano perché la suspence e la meraviglia corrono parallelamente alle azioni narrate. Un vortice di sensazioni, riflessioni, citazioni straordinarie nella loro semplicità (i “pensieri di Cè”), emozioni che trasportano il lettore sempre più a fondo, fino al cuore del messaggio del romanzo stesso.

@enricogaliano

La necessità vitale di ascoltarsi, di scegliersi sempre, nonostante tutto, la consapevolezza che si può essere tante cose assieme, discordanti e opposte allo stesso tempo. I tanti “se…” trasformati in ora, adesso. Essere veri, come Vera, lasciando da parte definizioni, aspettative. Essere ciò che si è realmente, con quel coraggio sorto dalla sofferenza e dalle lacrime, senza paure, senza sconti. Enrico Galiano stupisce, ancora una volta, grazie ad una storia delicata e bellissima, piena di significato e di realtà.

“Quel posto che chiami casa” – Enrico Galiano – Garzanti

Immagine di copertina/in evidenza: @garzanti

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