Pas de deux, corpo e ricerca uniti dalla danza

L’esplorazione visiva e corporea di Jari Boldrini e Giulio Petrucci

Dopo che la natura umana fu divisa in due parti, ogni metà per desiderio dell’altra tentava di entrare in congiunzione e cingendosi con le braccia e stringendosi l’un l’altra, se ne morivano di fame e di torpore per non volere fare nulla l’una separatamente dall’altra”: le parole di Platone, nel mito narrato da Aristofane all’interno del Simposio, narrano la dualità, l’essere due metà nell’amore. L’una cerca l’altra, per completamento, per aspirazione alla perfezione originaria, spezzata dal volere di Zeus.

Ph. Daniele Mantovani (collettivogiuliojari.com)

Qui però l’amore, in senso fisico e sentimentale, non è il tema e il soggetto. Il punto centrale è il concetto di “due”, la coppia che si cerca, arriva a sfiorarsi senza mai raggiungersi veramente. Il pas de deux è il sistema scelto per narrare visivamente quest’indagine, quest’esplorazione tra i due ballerini protagonisti, Jari Boldrini e Giulio Petrucci (dal 2018 formano il C.G.J. Collettivo Giulio e Jari).

Il titolo dello spettacolo, portato al Teatro Comunale di Vicenza all’interno dell’ottava edizione del Danza in Rete Festival, è letteralmente Pas de deux e rappresenta un’analisi visiva, introspettiva, corporea. Una ricerca coreografica, proposta da questo collettivo, metaforica, ancestrale, vincitrice di DNAppunti coreografici nel 2021 e selezionata per la NID Platform nel 2023.

Tutto parte da questi due corpi fermi, in piedi, che piano piano iniziano a muoversi, a cercarsi, a specchiarsi senza mai ripetere la stessa azione. Ognuno ha la sua personalità, è singolare eppure in sintonia con l’altro. Lo spazio viene, gradualmente, conosciuto, riempito di presenza e di atmosfere. La musica, molto particolare, a tratti stride, graffia, accompagna quest’ascesa continua, il vortice dei movimenti, fino poi a ridursi in suoni elettronici, lievi, mormorii di un sottosuolo lontano. 

All’inizio uno dei due ballerini tiene in mano un oggetto, poco identificabile, che diventa riconoscibile quando si accende: un faro, che prende vita e si illumina non appena sul palco scende l’oscurità penetrata dal fumo. Questo faro passa da uno all’altro e costituisce un elemento non di così immediata comprensione, segna quasi una transizione, uno spartiacque tra un momento e l’altro. Un oggetto, inoltre, che sembra condizionare i movimenti, l’equilibrio dei corpi.

Scende il buio totale, si inserisce la parte dedicata alla danza singola, di ciascuno: a turno, Jari Boldrini e Giulio Petrucci si esibiscono da soli, circondati dal fumo e da un’atmosfera sospesa, sfuocata e avvolgente. Le tonalità all’inizio si confondono con i suoni, in bilico sul quel corpo che si muove, alla costante ricerca, fasci di luce palesano il pulviscolo; poi lentamente svaniscono e lo scenario torna più limpido, chiaro. La fumosità si dissolve con il buio e il collettivo torna presente contemporaneamente, di nuovo senza mai toccarsi realmente. 

In questo sta quella ricerca della metà, quello studio attento che sfocia in un virtuosismo d’impatto, di sensazione: giocato, cioè, sulla fisicità dei protagonisti, sulle percezioni rievocate dalla musica, dagli effetti scenici. Una sintonia, un tutt’uno che vogliono comunicare l’insondabilità, la profondità della relazione, il dialogo reciproco creato in un pas de deux. Fino a che punto può arrivare questo tipico brano coreografico? La risposta non si esaurisce, al Comunale di Vicenza si sono percepiti la materialità del corpo unita all’interpretazione personale individuale, il richiamo a scenari primordiali e futuristici, quell’aspirazione alla perfezione cercata in eterno delle metà incomplete. 

Il duo si esibisce simultaneamente, poi torna all’uno, alla singolarità per quasi ricongiungersi in finale: un climax continuo, incalzante. Inizio e fine, nascita e termine dove nel mezzo corre la ricerca, l’aspirazione all’altro.

Ph. Lorenza Daverio (collettivogiuliojari.com)

Pas de deux del C.G.J. Collettivo Giulio e Jari si identifica come un momento di utopia danzante, inesauribile. Difficile, eppure capace di liberare sensazioni, considerazioni personali, evocazioni. Una relazione tra corpi che arriva all’immaginario. Sequenze studiate che racchiudono il senso di un legame: reciprocità, esplorazione, conoscenza dove sullo sfondo restano l’imperscrutabilità e la segretezza, il non riuscire a raggiungersi mai in maniera piena e perfetta.

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Pas de deux – 1 marzo 2025 Teatro Comunale di Vicenza – ideazione C.G.J. Collettivo Giulio e Jari – con Giulio Petrucci e Jari Boldrini – musica Simone Grande – luci Gerardo Bagnoli – consulenza visualeElisa Capucci – produzione Anghiari Dance Hub, Nexus Factory – progetto selezionato NID Platform 2023 – progetto vincitore di DNAppunti Coreografici 2021 sostenuto da Centro Nazionale di Produzione Virgilio Sieni, Opera estate Festival/CSC – Centro per la scena contemporanea del Comune di Bassano del Grappa, L’arboreto, Teatro Dimora di Mondaino, Fondazione Romaeuropa, Gender Bender – Festival di Bologna, Triennale Milano Teatro – con il contributo di ResiDance XL 2021, Anticorpi XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche, sostenuto da ACS Abruzzo Circuito Spettacolo, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro), L’arboreto, Teatro Dimora, La Corte Ospitale Centro di Residenza Emilia Romagna Network Giovane Danza D’autore – Teatro Comunale di Vicenza 1 marzo 2025

Immagine in evidenza / di copertina: @ Ph. Lorenza Daverio (collettivogiuliojari.com)