Dopo tutti questi anni

Ritrovarsi dopo un funerale, riscoprirsi amiche e poi dover affrontare cosa vi ha divise. Al Teatro Lo Spazio donne e violenza in un racconto diverso dal solito.

Un telefono che squilla, una voce che dopo tanti anni non si riconosce. Due vite che scorrevano l’una accanto all’altra e che poi si sono perse fino a quella telefonata. Comincia così Signorotte, andato in scena al Teatro Lo Spazio dal 26 al 28 aprile per la regia di Massimo Odierna.

La telefonata è quella di Beta (Elisabetta Mandalari) ad Ada (Sara Putignano) per avvisarla del lutto appena occorso a Ida (Viviana Altieri), la terza del loro inseparabile  trio delle scuole superiori. Si sono allontanate da tantissimi anni e il dolore dell’amica è l’occasione per rivedersi.

Impellicciate, preoccupate dalla decadenza fisica, sono tre donne molto diverse tra loro. Ada e Ida in qualche modo hanno fatto strada, portano con sé un’eleganza stereotipata e vivono vite all’insegna dell’arte, la prima, o delle pratiche new age orientaleggianti, la seconda. Quasi un ritratto di Roma nord, di una borghesia lontana dalla strada. La strada che invece conosce bene Beta, che già nel nome porta in sé qualcosa del suo essere diversa dalle amiche: una vita in un quartiere popolare, amicizie dubbie e lo spiccato accento romano, pronta a diventare cliché dell’altra metà di Roma.

Siedono su sgabelli al centro del palco, infagottate nelle loro pellicce, a raccontarsi quegli anni persi lontane. Raccontano di matrimoni, relazioni, figli. Si guardano e si scoprono invecchiate, si preoccupano dell’imminente menopausa e dello sfiorire dei corpi. L’idea che danno non è molto lontana da una possibile realtà: ritrovarsi nel dolore, cercare un punto in comune da cui partire, buttarla sul ridere e poi ricordare.Ricordare gli anni di scuola, la gioventù, i bei tempi andati.Ed ecco così lo sdoppiarsi dello spettacolo tra presente e passato. Viaggiamo nei flashback delle tre amiche, negli anni di scuola. Basta spostare gli sgabelli, unico accenno di scenografia, per tornare sui banchi o in una discoteca. 

Qualche minuti di passato, qualche minuto di presente. Un accavallarsi di momenti ed emozioni che spinge la narrazione sempre più lontano dalla comicità iniziale per avviarci alla storia delle tre amiche, al perché si sono allontanate.  Basta un attimo e quelle che sembravano tre vite normali diventano tre sopravvissute a un dramma comune, a una vacanza che doveva segnare il passaggio all’età adulta e diventa la perdita di innocenza nel senso più profondo del termine.  Un segreto che scava e logora, il cui peso non ha rafforzato ma distrutto il legame tra le amiche.

Che ora, decenni più tardi, si ritrovano a doverne parlare e a raccontarsi altri segreti, a togliere la maschera delle “Signorotte” e svelarsi nell’unico luogo dove è possibile, il confessionale laico dell’amicizia.

Signorotte non dà allo spettatore il tempo di capire cosa sia successo. Non avvicina lentamente al dolore, lo sbatte addosso come usa fare la vita, trasformandosi senza chiedere scusa, permesso, senza avvisare. Racconta il prima e il dopo il trauma, prova a raccontare cosa succede quando una normalità si distrugge di colpo. 

Il tema della violenza, soprattutto sulle donne, è spesso posto al centro degli spettacoli teatrali entrando subito a gamba tesa nella questione, portandoci immediatamente nella vita di una donna sofferente, di un rapporto abusante o addirittura dopo un femminicidio. Con Signorotte invece lo si tratta in modo diverso, che diventa un pugno nello stomaco di chi assiste. Non te lo aspetti, come non se lo aspettano le vittime.Succede e basta, succede e bisogna trovare il mondo di andare avanti.  Come hanno fatto Ida, Ada e Beta, che nelle loro singolarità hanno costruito un futuro oltre il loro trauma.  Senza mai potersene staccare definitivamente.

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Signorotte – drammaturgia e regia di Massimo Odierna – Con Sara Putignano, Viviana Altieri, Elisabetta Mandatari  – Teatro Lo Spazio dal 26 al 28 aprile 2024

Foto di copertina: Elisabetta Mandatari, Sara Putignano e Viviana Altieri