Ennio Coltorti in un monologo rabbioso contro le ingiustizie dell’eredità ebraica
Si è sempre detto che le opere di William Shakespeare sono sempre molto attuali e molto attente a tematiche universali, buone per tutte le occasioni. E questo Giuseppe Manfridi, autore della drammaturgia, lo sa molto bene.
Dopo il periodo di Pasqua, dal 4 al 7 aprile il Teatro Arcobaleno propone lo spettacolo Shylock, il Giudeo con un brillante Ennio Coltorti che assume i tratti della maschera della Commedia dell’Arte veneziana di Pantalone e incarna metaforicamente tutto il patrimonio identitario dell’Ebraismo.
Shylock, il personaggio de Il Mercante di Venezia confessa al pubblico le ragioni che lo hanno visto costretto a ripudiare la figlia Jessica, in fuga dalla casa paterna e andata sposa a un cristiano. La ragazza, perfettamente consapevole di aver suscitato le ire paterne per quello che lui considerava un insulto alla propria religione, tenta la carta del riavvicinamento. L’usuraio si scaglia come un cane rabbioso mostrando il suo evidente odio nei confronti di Antonio perché è un cristiano ed è un suo concorrente sleale nel suo medesimo settore finanziario perché prestava denaro ma senza interessi. Shylock non conosce altre armi che la vendetta e la può esercitare in nome di un disprezzo che ha sempre dovuto subire a causa dell’appartenenza alla religione ebraica.
Ed è proprio da qui che Shakespeare ha giocato con il nomignolo per cui gli Ebrei sono stati a lungo catalogati, ovvero Shy Cock, letteralmente tradotto come Gallo Timido che esprimeva la natura codarda degli Ebrei e la loro tendenza a nascondersi dai gendarmi dell’epoca.
In questo spettacolo graffiante, la figura di Shylock si eleva per raccontare il destino sofferente di una popolazione che storicamente ha vissuto nell’odio e nel ripudio e che ancora oggi, fattasi Stato dal 1948, si trova a dover fronteggiare conflitti difficili, ma questa è un’altra Storia…o è la stessa?
Shylock, il Giudeo di Giuseppe Manfridi – da Il Mercante di Venezia di William Shakespeare – regia Ennio Coltorti – con Ennio Coltorti, Jesus Emiliano Coltorti, Adriana Ortolani e la partecipazione di Giuseppe Manfridi – Costumi Rita Forzano – Luci Massimo Sugoni – Assistenti alla regia Nathan Macchioni, Erica Intoppa – Sartoria Costumepoque – Parrucche Rocchetti – Calzature La Fenice Grafica Marco Animobono – Foto @Tommaso Le Pera – Produzione: T.T.R. IL TEATRO DI TATO RUSSO Coop Arl. – Dal 4 al 7 aprile al Teatro Arcobaleno