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The Holdovers – Lezioni di vita senza tempo da un’America anni ’70

Un racconto di formazione e di rapporti umani che mostra la bellezza del ritornare a vivere.

The Holdovers – Lezioni di vita fa parte di quei film che raccontano storie di esistenze complicate, che tramite un’ironia ma soprattutto un’onestà dissacrante ci mostrano anche gli aspetti più scomodi di cosa significhi essere umani. In un viaggio che oscilla costantemente tra la commedia e il dramma, il film si rivela profondamente introspettivo. Si racconta la solitudine d’animo, accompagnata da una costante inadeguatezza verso i canoni della società. I personaggi principali della storia rappresentano “gli ultimi”, esseri umani segnati dal destino, da ciò che la vita gli ha riservato, e che Alexander Payne rende protagonisti in un’America fortemente classista e razzista.

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Da’Vine Joy Randolph, Paul Giamatti e Dominic Sessa

Il film è ambientato per gran parte nel campus della Barton Academy. Uno studente, tanto intelligente quanto ribelle e con una realtà familiare complessa, è costretto a rimanere al college per i venti giorni delle vacanze natalizie. A sorvegliarlo c’è un professore brillante ma così ancorato al passato (e non solo perché insegna Civiltà Antiche) da non riuscire a incastrarsi in quel 1970, restituito perfettamente dalla grafica.

L’omaggio agli anni ‘70 arriva anche attraverso la narrazione dei suoi argomenti portanti. Per questo motivo è centrale nella storia anche Mary Lamb, l’inserviente della mensa scolastica, rimasta anch’ella al college per le feste. Tramite la figura di una donna segnata dalla perdita del figlio, accompagnata da un’interpretazione che è valsa a Da’Vine Joy Randolph la candidatura agli Oscar come miglior attrice non protagonista, viene dato sfogo alle conseguenze e alle sofferenze della Guerra del Vietnam.

Candidato anch’egli agli Oscar 2024 come miglior attore protagonista, Paul Giamatti dà vita all’alter ego di quell’eterno Professor Keating. Paul Hunham è un professore molto esigente, dalla disciplina scolastica tradizionalista e intransigente, ma soprattutto appare come un uomo solo, incattivito dalla vita. Il professore di Giamatti però ha tanto in comune con quello di Robin Williams, ricordandoci così l’atmosfera del capolavoro di Peter Weir L’attimo Fuggente, seppur con le dovute distanze.

Lo sguardo di Alexander Payne crea un film di introspezione, fatto di sentimenti elaborati ed espressi sottolineando la singolarità dell’essere umano. Essa è accomunata solo da sofferenze che si riconoscono tra loro, seppur caratterizzate da sfumature diverse. È quello che succede ai due protagonisti, inizialmente così diversi e in opposizione, che con il tempo si scoprono invece così affini.

Dominic Sessa e Paul Giamatti, rispettivamente Angus Tully e Paul Hunham

Il rapporto che si crea tra  Paul Hunham e Angus Tully è il motivo per cui andare al cinema. Nonostante la trama non rappresenti nulla di originale, la complicità e la sincerità di quel legame lasciano qualcosa al pubblico. Qualcosa che quest’ultimo porta con sé anche una volta fuori dalla sala. Qualcosa che oltre a far riflettere riempie il cuore, nutre la parte sentimentale ed emotiva in un modo apparentemente conosciuto ma di fatto singolare, portato a compimento al meglio sul finale.

Il potere del cinema è anche questo. È riconoscersi in tanti lati personali e nel rapporto con gli altri. È riuscire a far rispecchiare il pubblico nelle storie che vede sullo schermo, portandolo a riflettere sul senso della vita stesso. E quando riesce in questo intento, allora significa che è un buon film.

The Holdovers – Lezioni di vita è diretto da Alexander Payne e distribuito da Universal Pictures. Con Paul Giamatti, Dominic Sessa, Da’Vine Joy Randolph, Carrie Preston, Brady Hepner, Ian Dolley, Jim Kaplan, Michael Provost, Andrew Garman, Naheem Garcia, Stephen Thorne, Gillian Vigman, Tate Donovan, Darby Lily Lee-Stack. Dal 18 gennaio al cinema