Dal cinema al teatro con “Mine Vaganti” di Özpeteck all’Ambra Jovinelli, in scena fino al 7 gennaio
Niente più dei giorni delle feste ci riporta al concetto di famiglia, alle gioie e alle difficoltà di stare tra i propri cari. Un periodo perfetto per la tappa romana di Mine vaganti, la trasposizione teatrale dell’omonimo film di Ferzan Özpetek, che ne ha curato anche questa regia, e che sarà in scena all’Ambra Jovinelli fino a domenica 7 gennaio.
La trama non è nuova; Tommaso torna a casa dalla famiglia deciso a confessare finalmente i suoi segreti più intimi e sconosciuti, l’omosessualità e la laurea in lettere al posto di quella in economia e commercio. Poco prima che riesca a parlare viene però sovrastato dal fratello Antonio, anch’egli omosessuale, che lancia la sua bomba e scatena il panico in una famiglia dove una cosa del genere non è neanche lontanamente pensabile.
Erik Tonelli è Tommaso, protagonista e voce narrante di uno spettacolo che riesce a giocare bene con le scene e i cambi di ambientazione. Grazie anche allo spazio ampio del palco la narrazione è incalzante, non ci sono tempi morti o attese ingiustificate tra una scena e l’altra. Accanto a lui Carmine Recano nei panni del fratello Antonio; lo vediamo poco questo fratello cacciato di casa, ma è da lui che parte la vicenda che sconvolge la famiglia Cantone. Sono i signori bene del paese, proprietari del pastificio che ha reso grande il loro nome e quello della cittadina dove vivono spaventati dal non essere perfetti. In questo clima si muove mamma Stefania (Loredana Cannata), la cui personalità spumeggiante e attenta – forse troppo – ai dettagli è sottolineata dai frequenti cambi d’abito, come per la particolare zia Luciana (Sarah Falanga), che dà un twist comico alla famiglia. Ma i due capi banda dei Cantone, che sono anche le due facce della medaglia, sono la nonna (Simona Marchini) e il padre Vincenzo, un fin da subito applauditissimo Francesco Pannofino, star della serata nonostante l’indubbia antipatia del ruolo.
Il forte accento del sud della famiglia, accompagnato da qualche parola in dialetto, non disturba la visione dello spettacolo, limitandosi a caratterizzare i suoi protagonisti. C’è una sottolineatura, voluta e ribadita soprattutto dal padre, della differenza tra il paese e la grande città. Roma è Roma, a Roma gli omosessuali ci sono, qui no, tra di noi non devono e non possono. Il preconcetto diventa materia viva su cui costruire un racconto che però vuol narrare più che giudicare. L’antipatia verso Vincenzo, il dolore e la rabbia per i suoi pregiudizi e per il comportamento verso Antonio, guidano lo spettatore ma non lo spettacolo. Neanche quando tutto cambia con l’arrivo, proprio da Roma, del compagno e degli amici di Tommaso. Sergio Toscano,Jacopo Sorbini e Francesco Maggi sono il momento di svolta sul palco, e non solo se pensiamo alla trama. L’ironia che portano in scena è ineguagliabile, e con loro bisogna ricordare Mimma Lovoi, nei panni di Teresa, la cameriera di casa che sembra lontana da tutto ma al contrario tutto conosce. Un po’ come Alba (Roberta Astuti) l’amica d’infanzia che dovrebbe – e vorrebbe- diventare qualcosa di più, ma resta fedele al suo ruolo d’affetto consapevole, quasi una confidente mentre il palazzo immaginario di casa Cantone crolla.
Mine vaganti soffre, com’è normale, la trasposizione dal cinema al teatro. Ci sono cose che un film può fare e uno spettacolo no, bisogna darne conto mentre si valuta questa sua nuova veste. Nel limite del possibile riesce però a creare movimento, dare ritmo a quel che accade e costruire due atti che non annoiano. Ben riuscito è anche il ruolo di Tommaso come voce narrante, che accoglie gli spettatori direttamente sulle scalette del palco. In questo senso il teatro è sfruttato al meglio, la platea diventa luogo di scena, c’è qualche piccolo contatto col pubblico. Si crea così gioco con chi assiste, dando peso a quelli che sono invece i lati unici del teatro rispetto alle altre arti. I lati che, nonostante la tecnologia, ci portano ancora a voler passare una serata tra galleria e platea.
Mine Vaganti Di: Ferzan Özpetek – Con:Francesco Pannofino, Loredana Cannata, Erik Tonelli, Carmine Recano, Simona Marchini, Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Sergio Toscano, Francesco Maggi, Jacopo Sorbini – Scene: Luigi Ferrigno – Luci: Pasquale Mari – Costumi: Alessandro Lai – Produzione: Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana – Teatro Ambra Jovinelli dal 26 dicembre al 7 gennaio 2024
Foto di copertina Simona Marchini, Carmine Recano e Francesco Pannofino