“Sei un mistero blu”: le poesie di Giorgia Leuratti

Con questa sua nuova raccolta, l’autrice porta la poesia a spezzarsi per raccontare la vita a se stessa

La poesia ha bisogno di un cuore consapevole per essere letta: un cuore che sa, un cuore pesante di vita, un cuore che coglie e accoglie, un cuore che sa contenere la sofferenza, pur battendo. C’è sempre un momento favorevole e decisivo che permette alla poesia di entrare e fare spazio: i versi di Giorgia Leuratti hanno bisogno di tempo e di attenzione, di raccoglimento. Sanno di cuore vero, di richiamo, di silenzio, di necessità.

Con questo suo secondo libro, Sei un mistero blu edito da Controluna, questa giovane poetessa conferma una scrittura sottile e fuori dagli schemi, dagli accostamenti forti e opposti, attaccata alle cose della vita eppure capace di fuggire dal comune e dallo scontato per arrivare a dimensioni diverse. Gli oggetti assumono sembianze e riferimenti impensati, vengono vissute situazioni interiori di abbandono, sconfinamento, la fisicità entra nel testo per rompere, infrangere ogni senso.

Alba e bufere, lo spingere e l’avvolgere, respiri e urla, immobilità e frantumi: ogni azione e termine si specchia nell’opposto, trova una connotazione in un contesto senza tempo, vissuto in prima persona da chi scrive. Memorie e avvenimenti si intrecciano, striati di questo blu che compare a tratti e che sembra essere la costante, tra i frammenti descritti, tra le scene riportate.

Corpo e materialità ribaltano i movimenti: c’è sofferenza, durezza, rotture. “Rimordo parole/che a fiotti escono, /dalle mie labbra”, “Attendo e m’attendo/fra le tue scapole, /avvinghiata all’aria che manca”, “difformi, le mie urla”, “Nulla di nitido, /v’è dietro quest’uscio”, “Il gatto ti guarderà, con occhi di polvere”, “più non temo/lo spezzarsi o il gelo”, “La battaglia non ha volto, solletica / viscida, le nostre membrane“, per citare solo alcuni passaggi sparsi, al cui interno c’è il rumore letterale e la sordità degli strappi che abitano la vita, le fenditure che si aprono in ognuno, semplicemente vivendo.

Giorgia Leuratti propone visioni e personaggi di un mondo diviso, in lotta, pezzi di corpo che cercano una composizione, una natura aspra, incontenibile che a volte è soggetto e altre volte fa da sfondo alle immagini richiamate. Ci sono riferimenti al limite del fantastico e del mitologico, le allegorie ma ci sono anche la piccolezza e la purezza di un abbraccio, di un gesto, di un gatto che torna più volte, di una schiena, di un sospiro.

Quest’unione di poesie ha il potere di riportare a galla il dentro e di trasformarlo, rovescia ogni razionalità, annulla la logicità per lasciare il campo a quel cuore che ha bisogno di ritrovarsi, dopo la fatica e il tumulto. Giorgia Leuratti apre a spazi di riflessione e di immedesimazione che potrebbe aver benissimo provato lei stessa: i suoi versi e i suoi accostamenti portano la firma della sua sensibilità e del suo fare esperienza. Si percepisce la quotidianità, l’esperienza della casualità, della profondità, l’esperienza del riconoscimento. Gli occhi del poeta, in fin dei conti, si soffermano e ridanno nuova vita a quello che sfugge, a quello che mai si penserebbe di considerare.

il nuovo fu vivo, nel tempo circoscritto del dubbio, / come te mi scoprii vuota, / concava allo svanire dell’incubo” è un altro verso, personale e bellissimo, che fa parte di questo modo di ridare al sentimento uno spazio diverso, una connotazione materiale di carne e di profondità interiore che pesa allo stesso modo di un corpo fisico, vivente. Dando alle parole questa consistenza, la poesia diventa presente, forza in grado di consolare, sostenere, abbracciare chi si sofferma sulle sue righe. 

Sei un mistero blu è ricco di riferimenti e di rimandi dal passato, di costruzioni lessicali e di varie figure retoriche, come ben spiegato nella Prefazione di David La Mantia. Scorrere le pagine non è, infatti, semplice: occorre tempo, attesa, attenzione. C’è un velo di mistero che pervade i riferimenti riportati, il linguaggio stesso, coglierne il significato e la direzione può risultare difficile e, addirittura, impossibile. Il titolo stesso della raccolta non lascia scampo: il mistero, se è tale, resta e anzi, apre a domande e ad ulteriori rimandi, infiniti. Ognuno può ritrovarci dentro un frammento personale, può sentire il disordine del cuore farsi meno pressante. Si tratta sempre di un’esperienza singolare e individuale, a tu per tu con la scrittura.

La poesia in sé va oltre la comprensione lineare e chiara, è complessa, ma ha un valore aggiunto straordinario: tira fuori dal cuore quello che non si ha il coraggio di ammettere, di vedere, spazza via la logica, per questo risulta indecifrabile, ma contiene la vita e il dolore, cura, è spazio di liberazione e di condivisione, di contatto, di gratitudine.

Per un’altra grande poetessa e scrittrice, Chandra Candiani, “ogni disordine ha un suo ordine interno e misterioso”: affidarsi ai versi di Giorgia Leuratti significa lasciarsi frantumare e lasciarsi ricomporre, abbandonarsi al “disordine” e al mistero delle parole, lo stesso del proprio cuore, per riscoprirlo diverso, meno solo, trovandovi quell’ordine imprevisto, quel segno personale. Ciò che distrugge, dissolve, lascia posto alla rinascita e alla rigenerazione, alle possibilità, al riscatto. Questo è il grande dono dei poeti e delle poetesse, come quest’autrice: sono coloro che, in modo autentico e puro, si lasciano attraversare dalla vita per riportarla agli altri. Un viaggio compiuto e consegnato che diventa partenza per chi legge.

Immagine di copertina/in evidenza: @”Sei un mistero blu” – Giorgia Leuratti, 2023 – Controluna