“Letizia Battaglia senza fine”, la fotografia che lascia il segno

Letizia Battaglia in mostra alle Terme di Caracalla

Dal 27 maggio al 5 novembre 2023 è in corso a Roma la mostra che ripercorre il fascinoso itinerario di immagini “immediate” e meno meditate, chiamato Letizia Battaglia Senza Fine. Novantadue fotografie di Letizia Battaglia, (Palermo, 5 marzo 1935 – Palermo, 13 aprile 2022) testimoniano l’attività di una fotografa d’eccezione dal 1971 al 2020. La mostra ha un allestimento dall’impatto visivo strabiliante. Le fotografie si trovano principalmente in due sale restaurate che ampliano il tradizionale percorso di visita delle Terme di Caracalla, che, dalla terra calpestata dai nostri avi, si rivolgono verso l’infinità del cielo, sollecitando il visitatore a fare lo stesso. La visuale si distacca dal dritto per dritto e si snoda in campi visivi allargati.

L’eccelsa disposizione organizzativa della mostra fa riferimento alla Soprintendenza Speciale di Roma diretta da Daniela Porro ed Electa in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti, a cura di Paolo Falcone

Una cosa è certa, Letizia Battaglia ha lasciato il segno senza toccare fisicamente il vivo degli avvenimenti da lei presidiati in veste di fotoreporter, adulata in prima persona dall’osservazione che le ha permesso di catturare sguardi palpitanti, afflitti, espressioni di furore. Letizia si è mossa sul campo da autodidatta, con poca tecnica e tanta personalità.

E‘ passato più di un anno dalla scomparsa dell’artista e attivista per i diritti civili, e questa mostra-omaggio in suo onore raccoglie lavori che sorreggono con rispettabilità il patrimonio culturale circostante. Molta produzione riguarda la mafia. L’obiettivo della macchina fotografica Pentax K 1000 con annesso grandangolo è puntato davanti agli omicidi, alle scene crude di morti atroci, come nel caso delle stragi di Falcone e Borsellino o l’uccisione di Padre Pino Puglisi a Brancaccio. 

I soggetti sostano alle Terme come se si trovassero in una piazza affollata. Si scorgono donne esteticamente libere, nude, in posizioni comode, alettate dal dolce far niente che le ritrae in una condizione di privilegio ben ponderata con l’accondiscendenza nel volersi mostrare, si vantano del proprio godersi la vita. Oltre a loro, Letizia ha ripreso molti bambini,“La bambina con il pallone” e anche “Bambini che giocano con le armi che il 2 novembre, giorno dei morti, hanno ricevuto in dono dai genitori”.

Il luogo ospitante le fotografie è più che superlativo perché le estremità degli archi e le enormi architetture antiche si stringono con esse ravvivandole. Le fotografie, non ancora storiche ma relativamente giovani, si coniugano alla storia raccontandola nel realismo con disanima.

La mostra è un paradiso di pienezza che non lascia ignoto il quadro d’insieme contestuale, riempie la vastità del visibile più di quanto si possa pensare prima di varcare la soglia del percorso di visita. Ragionevole il costo dell’ingresso di 7 euro in aggiunta ai 7 del canonico biglietto per poter entrare alle terme, che a maggior ragione se non si sono già viste, colte in tale binomio artistico, hanno pochi rivali. 

Le fotografie di grandi dimensioni, rigorosamente in bianco e nero, si distribuiscono in punti dissociati, non arrivano tutte subito ma bisogna passeggiarci al fianco, conoscerle un pò alla volta. E trattandole come persone, con alcune si instaura una connessione fugace da lontano, altre pretendono un ulteriore avvicinamento per creare intesa. Colpisce la lucentezza del sole che le penetra in tutta la loro immobilità, innescandone la durevolezza, nulla è spento. Un effetto ottico che non avrebbero guadagnato se fossero state collocate all’interno di una sala interna di un qualsiasi museo. Le immagini sono dotate di espositori in lastre trasparenti, lavorate in cristallo temperato, ispirate ai cavaletes dell’architetta Lina Bo Bardi realizzati per il Museo de Arte de São Paulo, in Brasile.

“Letizia Battaglia senza fine”, mostra alle Terme di Caracalla curata dalla Soprintendenza Speciale di Roma diretta da Daniela Porro ed Electa in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti, con a capo Paolo Falcone