Veloce e struggente, profonda e disperata, la storia di Romeo e Giulietta è forse la più alta rappresentazione teatrale dell’amore. Shakespeare ha scritto un dramma eterno, e ogni sua riproposizione aggiunge qualcosa.
In scena al Teatro Ghione fino al 26 Marzo, il nuovo allestimento di Romeo e Giulietta proposto dalla regista Valentina Cognatti resta fedele alla narrazione Shakespeariana scegliendo di lavorare sulla recitazione soltanto.
La scenografia è scarnissima, una struttura lignea spoglia fatta a mo di scivolo che all’occorrenza si muove. Tutto qui; che sia il balcone di Giulietta, che siano le mura e le strade di Verona lungo cui i ragazzi si rincorrono e si affrontano è a questo unico oggetto scenico che tutto si affida.
Una scelta originale che permette al pubblico di concentrarsi sugli attori, i giovani protagonisti della vicenda.
Anche il cast è figlio di una scelta precisa, l’avvicinarsi quanto più possibile all’età dei veri protagonisti Shakespeariani.
Romeo e Giulietta sono appena adolescenti, sedici anni lui, quasi quattordici lei, e poco più grandi sono Gabriel Durastanti e Carolina Eusebietti, chiamati ad interpretarli. Sono infatti tutti giovanissimi gli attori della compagnia del Margot Theatre, tutti tra i diciassette e i vent’anni, eccezione fatta per la balia (Antonella Civale) e Frate Lorenzo (Alessandro Moser). Ma guai a chiamarli aspiranti, a credersi alla recita di un corso per giovanissimi. Questi ragazzi della generazione X, così lontani dai loro personaggi, entrano nel cuore delle vicende.
E se può farci strano vederli recitare con le parole di Shakespeare, molto diverse dal modo di parlare di oggi, basta un attimo per sentirsi trasportati lontano, in quella Verona che vide due giovani morire per odio e per amore.
Ad alimentare il tutto c’è la musica dal vivo. La colonna sonora che accompagna tutto lo spettacolo è infatti interpretata direttamente sul palco dal gruppo Ashram: pianoforte, violino e chitarra con voce, un canto in inglese che apre la rappresentazione mostrandoci i giovani correre sul palco, quasi un delicato trailer di ciò che andremo a vedere.
Discreti sul lato del palco, elegantemente vestiti di nero, i musicisti non sono mai distrazione, sono accompagnamento. Le loro note esprimono ciò che le parole non possono dire, diventando parte integrante della rappresentazione. Non esterni ma interni, come fossero stati pensati da sempre per essere lì accanto agli attori in scena.
Romeo e Giulietta accompagna da secoli la storia del teatro, e come tutte le opere storiche è difficile riuscire, allestimento dopo allestimento, a mettere qualcosa di sé e della propria regia, dare il proprio contributo a un testo che sembra aver già tutto.
Valentina Cognatti ci riesce, mischiando la musica dal vivo, la gioventù in scena e la scelta di lasciar perdere la scenografia più classica, compreso il balcone veronese che tutti immaginiamo pensando ai due innamorati.
In questo modo, sfruttando anche lo spazio della platea per il passaggio e la recitazione, regala al pubblico un Romeo e Giulietta moderno senza tradire il suo impianto secolare, il suo valore artistico.
E senza lasciare mai da parte il valore emotivo del devastante amore che Shakespeare ha consacrato con le sue parole.
Romeo e Giulietta di William Shakespeare
Regia Valentina Cognatti
Musiche dal vivo Ashram
Con Antonella Civale, Alessandro Moser, Gabriel Durastanti, Carolina Eusebietti
Francesco Savi, Patrick Passini, Luca Morciano, Andrea Canestri, Michelangelo Raponi, Raoul Di Maggio
Costumi Fiorella Mezzetti – Aiuto regia Martina Grandin
Direzione organizzativa Alice Staccioli
Direzione tecnica Sofia Xella – Combattimento scenico Matteo Milani
Foto Federica De Santis – Produzione Margot Theatre