Si definiscono uccelli stanziali le specie che non compiono movimenti migratori stagionali da un luogo ad un altro. Sono, invece, di passo le specie che durante le migrazioni sostano temporaneamente in territori intermedi. In fondo tutti noi siamo un po’ uccelli di passo; cambiamo continuamente idee se ne troviamo di migliori, progetti se quelli vecchi ci hanno stancato e poi sogni, umore, amici e casa. Non mettiamo il cuore nel luogo dove abitiamo ma nei volti delle persone che incontriamo, nei momenti che viviamo con loro; la nostra casa può essere una chiesa, una vasca da bagno oppure un vecchio albergo abbandonato, l’importante è che possiamo lasciare in esso il segno permanente del nostro passaggio. Alla fine di questo girotondo di convulse opportunità ci fermiamo, magari alla luce di una candela o ascoltando le onde del mare che battono fragorose contro gli scogli e ci chiediamo se è con la ribellione che si conquista la vera felicità.
Queste ed altre questioni filosofiche sono andate in scena, insieme agli attori Luigi Bignone, Martina Carpino, Giampiero de Concilio e Francesca Fedeli in Uccelli di Passo (regia di Giuseppe Maria Martino drammaturgia Dario Postiglione, disegno luci Sebastiano Cautiero, scene Simona Batticore, organizzazione BEstand Chiara Cucca. Produzione BEstand – progetto sostenuto da ROCKABILITY (Cascia, PG), Argot Produzioni (RM). Lo spettacolo, al Teatro India di Roma l’8 ottobre 2022, conferma la tappa romana della compagnia dopo quella al Napoli Est teatro dello scorso 6 ottobre e numerose altre precedenti.
Quattro adolescenti esplorano un albergo in rovina, un non-luogo abbandonato di un’Italia di provincia. Un Peter Pan irrequieto spicca il volo e apre una fuga immaginifica, dove si torna bambini o si cresce all’improvviso. I giochi e le invenzioni si susseguono: si inscenano matrimoni, parti, funerali, indagini e processi sommari, combattimenti tra pirati, pesche miracolose, le gesta epiche di un nonno vichingo fondatore dell’isola.
Uccelli di passo è una scrittura scenica che ricorda il pastiche, dove Luigi Bignone, in veste di un Peter Pan di Barrie indaga attraverso la sua voce particolare e teatralissima, l’immaginario esploso delle nostre infanzie, quando si aveva ancora memoria di saper volare, e bastava dire: “facciamo che io sono…” per essere qualsiasi cosa. Un gioco di castelli di sabbia che cadono con il cambiare degli umori, fino a scoprire il principio di realtà che ti trasporta nell’età adulta.
Nel Peter Pan di J. M. Barrie, nucleo da cui prende le mosse il progetto di ricerca teatrale, i bambini in origine sono uccelli che hanno dimenticato di saper volare. La compagnia racconta di aver riletto in filigrana il Peter Pan, trattandolo al pari di un mito moderno: l’invenzione di un’infanzia eterna, come momento anarchico e critica alla vita borghese, affinchè i personaggi utilizzassero il loro corpo e la loro voce per manifestare rifiuto e ribellione di giovani troppo spesso inconcludenti.
Uccelli di passo è un lavoro incentrato sull’auto-fiction e su strutture ricorrenti di gioco, per la costruzione di una drammaturgia originale. Tema cardine dell’opera è il conflitto tra diverse concezioni ed esperienze del tempo. Questo si riflette nell’architettura drammaturgica che non prevede una progressione per eventi ma si dispende in una narrazione dal linguaggio e dai temi frammentari, che evoca suoni e misteriosi archetipi. Secondo le ipotesi avanzate dalla fisica quantistica, non c’è niente che giustifichi la direzione del tempo com’è da noi percepito, la freccia della vita va dal passato al futuro senza ritorno.
Il tempo quantistico è granulare, composto di particelle fluttuanti. Ogni istante esiste per sé e per sempre, eppure noi siamo condannati a perdere continuamente il presente. Uccelli di passo vuole indagare questo paradosso, attraversando un’immagine mitica dell’infanzia e scontrandosi contro il muro del tempo, contro la necessità della perdita, contro il principio di realtà che mutila ogni invenzione della vita.