Nelle sale arriva “The Legend of Ochi”, un dark fantasy dai toni delicati e fiabeschi
di Lorenzo Bancale
In un luogo immaginario, chiamato isola di Carpathia, che si affaccia sul mar Nero, (rimanda presumibilmente alla catena montuosa dei Carpazi che si estende per gran parte del centro Europa), il tempo sembra essersi fermato e la popolazione locale vive esclusivamente di raccolti agricoli. In questo contesto è cresciuta la piccola Yuri, ragazzina schiva ed introversa che abita in una rustica casetta sulla cima di una montagna assieme al padre e al fratello adottivo. Il genitore, un brillante Willem Dafoe nei panni di un uomo eccentrico e fanatico religioso, è ossessionato da alcune misteriose creature che vivono tra le fitte foreste delle loro montagne: gli Ochi, animali che ricordano le scimmie o i cinematografici Gremlins, ritenuti pericolosi e responsabili delle uccisioni del bestiame degli agricoltori locali.
Per combatterli, il padre di Yuri va a caccia di queste creature, affiancato dai due figli e da un improbabile esercito di ragazzini. Tutto cambia quando Yuri fa la conoscenza di un piccolo Ochi che trova ferito tra i boschi. Tra i due si instaura un legame magico che li rende inseparabili. Un legame che spinge addirittura la ragazzina a rischiare la vita pur di riportarlo a casa. Il regista Isaiah Saxon fa il suo debutto sul grande schermo con un’opera coraggiosa e ambiziosa e forse proprio per questo non del tutto messa a fuoco. La pellicola insegna come una produzione, anche senza un grande budget, possa ottenere dei convincenti effetti speciali visivi: dagli Ochi realizzati con l’animatronic, all’accurato utilizzo di matte painting che strizza l’occhio ad un certo tipo di cinema analogico; tutto ciò corroborato da una fotografia e da una colonna sonora che riescono immediatamente a catapultare lo spettatore in un’atmosfera fantastica ma anche tenebrosa.
Alla trama, incentrata sul tenero rapporto tra il piccolo Ochi e Yuri, interpretata dalla sorprendete Helena Zengel alla sua seconda apparizione sul grande schermo, fanno da cornice silenzi e sguardi pregni di dolcezza e complicità. La regia di Saxon è capace di valorizzare al meglio l’espressivo volto della ragazza con svariati primi piani che mettono in risalto i suoi magnetici occhi azzurri; senza tuttavia rinunciare alla dinamicità nelle scene più avventurose. Il conflittuale rapporto padre-figlio, nonostante non manchino toni spesso grotteschi, viene raccontato con spiccata sensibilità, così come i turbamenti adolescenziali che disorientano la piccola Yuri.
È proprio il viaggio che la ragazzina intraprende ad aiutarla a riscoprire sé stessa e a rivalutare il suo rapporto con il padre. Priva di originalità, invece, risulta la narrazione: continui riferimenti a capolavori come E.T. o La Storia infinita (e in generale a tutto l’universo fantasy degli anni 80’) non sono sufficienti a reggere una sceneggiatura che a volte cade nei cliché del viaggio di formazione e del rapporto con il diverso. Un vero peccato poi aver affidato a Finn Wolfhard, apprezzatissimo dal pubblico teen grazie alla sua interpretazione in Stranger things, un ruolo così marginale come quello del fratello adottivo di Yuri, costruito in modo superficiale e poco caratterizzato. Nonostante alcune lacune narrative, tuttavia, l’opera rimane un godibile film d’intrattenimento per il pubblico a cui più si rivolge: le famiglie.
________________________________
The Legend of Ochi – Regia e sceneggiatura di Isaiah Saxon – Con Helena Zengel, Finn Wolfhard, Emily Watson, Willem Dafoe, Puiu Mircea Lascus – Montaggio: Paul Rogers – Musiche: David Longstreth – Scenografia: Jason Kisvarday e Kelsi Ephraim – Costumi: Elisabeth Warn – Effetti Speciali: Adrian Popescu, Adrian Ciobanescu, Cristian Coman, Octavian Dragulin, Karl Gallivan, Caz Gladwin, Alex Lawton, Alan Murphy – Produzione A24, AGBO – USA 2025 – Nei cinema dall’8 maggio 2025