Woody Allen trova in Avallone la sua controfigura

«Central Park West», un concentrato di esilaranti tradimenti che speriamo di ritrovare presto sui palcoscenici della Capitale

Coppie in crisi, delusioni, giovinezza che fugge, qualche rimpianto che viene a galla più tenacemente, un po’ di leggerezza da parte di Carol, un po’ di irrequietezza da parte di Sam, e il cocktail del tradimento è servito sia per Phyllis che per Howard. Ma bisogna mettere un minimo d’ordine in questa complicata vicenda che, con arguzia e divertimento, condisce la commedia di Woody Allen riproposta da Antonello Avallone nell’accogliente sala del Teatro Tordinona. Dunque, Phyllis è la moglie di Sam; Carol lo è di Howard. Ma Sam e Carol hanno una relazione da qualche anno, e a sentir lei la loro fuga d’amore è ormai imminente. Tuttavia la consumata amicizia tra le due donne fa subito nascere qualche problema che si infittisce quando arriva Howard con una pistola.

Due momenti dello spettacolo Foto © Dario Croci

Sono questi gli elementi drammatici di Central Park West su cui Woody Allen ricama, con la consueta irrefrenabile ironia che più volte sfiora il paradosso, il rapporto tra due coppie di amici che scoprono all’improvviso di essere capitolati sulle loro stesse affinità. Phyllis e Howard diventano i rappresentanti dell’innocenza e insieme conducono un’indagine nei confronti dei due adulteri. Le domande si susseguono e altre interessanti novità vengono alla luce.

L’allestimento di Avallone resta fedele al testo originale, rispettando tutte le cifre dell’autore, a cominciare dalla scelta musicale, con il clarinetto di Benny Goodman in apertura, poi il rullo del tamburo di Sing, Sing Sing, e infine As time goes by, ormai un classico della cinematografia. E al cinema è dedicato, stampato sul mobile bar della sala della casa di Sam, anche il grande ritratto di Groucho Marx che di Allen è stato il mentore. Inoltre, sarebbe mai potuta mancare la psicologia? Phyllis, interpretata con tenacia e puntiglio dalla bravissima Elettra Zeppi, è, infatti, una psicologa di successo e il suo carattere è sempre ben evidenziato sia nei toni decisi che nelle sicure movenze. È lei che, come un esperto direttore d’orchestra, scandisce i tempi della commedia: il regista non me ne vorrà, se indico nella Zeppi il perno della riuscita ritmica di questo spassoso e intrigante divertissement.

Antonello Avallone, Flaminia Fegarotti, Elettra Zeppi, Claudio Morici Foto © Dario Croci

L’alter ego è naturalmente l’Howard di Avallone: personaggio sempre indeciso, insicuro più che mai, vittima di una sensibile instabilità mentale; scrittore assai mediocre, ma di sottile curiosità, anche se un po’ svagata, e soprattutto dominato da un forte complesso d’inferiorità. Insomma, il tipico personaggio che Woody Allen tante volte ha portato sul grande schermo. Avallone non si tira indietro nel ricalcare pedissequamente la recitazione del più famoso attore, riproponendosi come sua controfigura: ne abbraccia le nevrosi e ne sottolinea i tic gesticolando con audace frenesia, e perfino ne ripete le incertezze lessicali, quelle che per anni abbiamo sentito pronunciare dall’indimenticabile Oreste Lionello, doppiatore dei più famosi lungometraggi di Allen.

Ad Avallone regista – volendo trovare il pelo nell’uovo – si potrebbe far notare che una pistola carica dimenticata sul tavolo, in bella vista, per gran parte del tempo, desta qualche perplessità. Soprattutto quando Sam, inconsapevole, appoggia sullo stesso ripiano una valigetta, proprio lì, accanto all’arma che è sotto il suo sguardo. Possibile che non gli venga la curiosità di sapere perché una pistola sta sul suo tavolo da pranzo? Oppure dobbiamo pensare che le armi, nell’appartamento di Sam e Phyllis, abbiano lo stesso peso delle sigarette!

Flaminia Fegarotti è Carol, personaggio difficilissimo perché donna dalla tripla personalità: amica, moglie e amante. Ma le sue sfaccettature psicologiche non si esauriscono qui: c’è dell’altro che però non anticipiamo. Impeccabile nel suo stretto ed elegantissimo abbigliamento che la protegge da ogni sospetto rendendola alla vista quasi irreprensibile. Anzi, forse un po’ troppo ingabbiata: voglio dire – con il massimo rispetto, seguendo ovviamente i suggerimenti del testo dettati dall’esuberanza di Phyllis – che, se Howard rispecchia perfettamente l’epiteto di «mezza sega», Carol non rientra fisicamente nella cornice della «vacca carnosa». Tutt’altro!

Maria Angelica Duccilli Foto © Dario Croci

Sam è interpretato da Claudio Morici,  marito dall’avventura facile ormai deciso a chiudere il rapporto con la moglie, avvocato puntiglioso, attento a discolparsi per un vocabolo equivocato, incallito dongiovanni pronto a capitolare di fronte al sogno d’amore. Il cast si chiude con Maria Angelica Duccilli, deus ex machina di una situazione che rischia di scivolare nel dramma ma che per fortuna resta sempre vivacemente comica. Repliche al Tordinona ancora fino a domani, ma invitiamo il regista e attore a riproporla quanto prima, sicuri dell’affezione del pubblico romano.

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Central Park West di Woody Allen. Con Antonello Avallone (Howard), Elettra Zeppi (Phyllis), Flaminia Fegarotti (Carol), Claudio Morici (Sam), Maria Angelica Duccilli (Juliet). Regia di Antonello Avallone. Al Teatro Tordinona, ancora stasera (21.00) e domani (17.30)

Foto di copertina: Antonello Avallone e Elettra Zeppi in «Central Park West» di Woody Allen Foto © Daniele Cametti