Le musiche di Bernstein e la regia di Piparo firmano un musical, dove il canto dell’amore tocca la luna e si consegna a un destino ineluttabile di rinascita nella morte.
Pulsa di linfa incantata fino al 15 giugno il Teatro Sistina grazie all’incontro delle sontuose e ammalianti musiche di Bernstein con il talento indiscusso di una squadra di veri professionisti. “Te adoro Anton” sussurra emozionata Maria a Tony. Noi come pubblico amiamo a nostra volta questo musical senza tempo che ci lascia sfiorare il romanticismo di un chiaro di luna intriso di speranza e incommensurabile intensità emotiva. Il vascello di un incanto immortale prende largo in un oceano di sapienza creativa ed espressività formale. Amore e morte, incontro e conflitto. I temi di Romeo e Giulietta presero sembianze più moderne grazie all’idea di Jerome Robbins di ambientarli negli anni ‘50 e melodramma e musica si fusero in un affresco magnetico di grande impatto emotivo firmato Leonard Bernstein. Oggi a riportarlo in scena è

Massimo Romeo Piparo, direttore artistico del Teatro Sistina, che ne cura regia e adattamento, scegliendo con attenzione le giuste traduzioni in modo tale da far amalgamare in un tutt’uno musicalità e significato. Ogni scelta artistica è coerente e Piparo sceglie degli interpreti di livello, un giovane cast dalla freschezza rigenerante e la maestria sorprendente, tra cui spicca Luca Gaudiano. Una tecnica la sua che valorizza il pathos e le sfumature interpretative messe in gioco ed enfatizza una fanciullesca innocenza del personaggio. Un idealismo leggiadro e destinato a una tragica sorte prende respiro e di estrema delicatezza si infiammano le note di Maria. Grazia e tenerezza, dolcezza e sensibilità, estensione verso l’infinito, verso quell’universo senza limiti che è l’amore. Dopo la vittoria a Sanremo Giovani con il bellissimo brano Polvere da Sparo Luca Gaudiano conferma ancora una volta il proprio talento nel ramo del musical.
Anche Natalia Scarpolini stupisce ed emoziona nel ruolo di Maria con la purezza di una voce limpida come una sorgente di innocenza e trasparenza. La sua timida femminilità presto si tramuta in forza e resistenza, la sua attitudine di sognatrice in coraggio e determinazione. Da aspirante ragazza americana a sacerdotessa di una sapienza dolorosa e arcaica. Vola tra le note con candore e insieme a Gaudiano forma un duo perfetto.
Da menzionare anche Rosita Denti nel ruolo di Anita, la cui forza ed energia vocale e corporea irrompono sulla scena e catalizzano l’attenzione in brani come America. Poliedrica e carismatica, spazia da comicità a dramma con disinvoltura.
Sensazioni premonitrici echeggiano nell’aria, materializzandosi in una scenografia sontuosa, curata da Ricardo Sanchez Cuerda e supervisionata da Teresa Caruso, che ricostruisce le scale antincendio della New York anni ‘50 e le ambientazioni degli interni, e realizza quadri visivi di enorme impatto poetico, come l’ergersi della Luna sui tetti e terrazzi newyorchesi, inglobandoli in sé stessa. Una scenografia dinamica che scandisce l’azione, come nel calare di una tela nel canto corale a fine primo tempo o di un’enorme grata nella battaglia tra Jets e Sharks. Una partecipazione degli elementi scenici che sa di onniscienza e ineluttabilità di un destino già scritto e che disegna stati d’animo e percezioni di isolamento e collettività.
La regia riesce a evidenziare i momenti più significativi con accorte soluzioni visive e sceniche, come quel magico rallenti dell’incontro tra Tony e Maria in cui i due, posti nella parte anteriore del palco, si conoscono e si scoprono mentre tutti gli altri, prima animati da un fremito di vitalità e movimento irrefrenabile, si bloccano e accennano solo movimenti rallentati. Una scena che ha molto del Big Fish di Tim Burton o di Anna Karenina di Joe Wright. Si alternano luci calde a un’illuminazione che dà su un blu malinconico, includendo anche un rosso sangue spiazzante. Si mescola sapienza teatrale a richiami cinematografici, come in Tonight dove i due protagonisti sembrano richiamare il celebre abbraccio di Titanic.
A dirigere l’orchestra e curare la direzione musicale è Emanuele Friello, i costumi, fedeli all’ambientazione, sono di Cecilia Betona e le coreografie di Billy Mitchell sono
attente a sincronizzarsi alla perfezione con ogni sfumatura della musica e a inserirsi con puntualità e accortezza nel serrato dinamismo di regia e scenografia. Un movimento di corpi espressivo e coinvolgente, potenziato dalla bravura dei performer.

Si termina in un’essenzialità musicale che non lascia scampo. Si sfiora il silenzio per restituire quel velo di sgomento e ammutolimento di fronte all’inesorabilità di una sorte tragica, dove per ritrovare l’unità è essenziale il sacrificio dei cuori più puri e sognanti.
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West Side Story – Regia e adattamento italiano di Massimo Romeo Piparo – basato su un’idea di Jerome Robbins Libretto di Arthur Laurents Musica di Leonard Bernstein – Liriche di Stephen Sondheim originariamente diretto e coreografato da Jerome Robbins – Con: Luca Gaudiano e Natalia Scarpolini e con Rosita Denti, Antonio Catalano Roberto Torri e con la partecipazione di Giulio Farnese – Orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello – Coreografie: Billy Mitchell – Teatro Sistina dal 6 al 15 giugno 2025