A palazzo Barberini, fino al 25 settembre sarà possibile visitare la mostra “Disney: l’arte di raccontare storie senza tempo”. La mostra è promossa e prodotta da 24 ORE Cultura–Gruppo 24 ORE, a cura della Walt Disney Animation Research Library, con la collaborazione di Federico Fiecconi.
In una forma tanto autorevole come quella di una mostra è possibile ammirare la genesi dei più celebri cartoni animati di Walt Disney. “Disney: l’arte di raccontare storie senza tempo” propone in andamento cronologico bozzetti, disegni e opere legate alla nascita dei film di animazione più celebri della prestigiosa casa statunitense.
Il percorso inizia con le “Silly Symphony” legata alla mitologia, come La dea della primavera (1934) e Re Mida (1935), il lungometraggio Fantasia(1940), nell’episodio della Sinfonia Pastorale, e il più recente Hercules (1997).
La sala successiva prosegue con altre “Silly Symphony” legate questa volta al tema della favola. La più nota di questa sezione è senza dubbio l’episodio de I Tre Porcellini (1933) reso celebre dalla colonna sonora, di cui è esposta la partitura per piano. Il lungometraggio proposto in questa sezione è Pinocchio (1940): tra il materiale esposto legato a questo film è contenuta, dentro una teca di ferro, la marionetta raffigurante Pinocchio utilizzata per aiutare gli animatori nei movimenti del personaggio.
La sezione successiva è dedicata alle leggende e si trovano i lungometraggi La spada nella roccia (1962) e Robin Hood (1973).
Ma la sala più interessante è quella dedicata alle fiabe in cui sono presentati alcuni bozzetti per la realizzazione di Biancaneve e i sette nani (1937), il primo lungometraggio d’animazione di Walt Disney. Tra disegni e locandine legate al film, ne emerge uno molto interessante: si tratta di uno studio preliminare del personaggio di Biancaneve che risulta, per via dei grossi occhioni, fortemente ispirato a quello di Betty Boop.
A Biancaneve seguono altri lungometraggi e la mostra si conclude con un’intera sala dedicata a Frozen, il regno di ghiaccio (2013). In questa sala è interessante notare come sia stato presentato un cartone animato fatto al computer. Per l’occasione lo schermo della sala presenta un filmato in cui venivano ripercorse tutte le varie fasi di realizzazione per una scena del lungometraggio.
La mostra è stata ben realizzata. Per i bambini, al centro delle sale c’erano dei piccoli giochi semplici ma efficaci. I monitor e l’intelligente scelta e posizionamento del materiale esposto rendono chiara al visitatore la genesi e il lavoro che soggiace alla realizzazione di un lungometraggio d’animazione. Fondali ora di alberi ora di bifore trilobate fanno da sfondo ad ogni sala, caratterizzata da un colore. Cornici dorate e – in alcuni casi – ampi passepartout incorniciano i vari disegni esposti, nobilitandone di fatto il valore artistico e il godimento della visione.
Ben fatto il catalogo della mostra che è possibile acquistare al termine della visita. Tra i contributi di questo volume segnalo l’articolo di Gianni Canova dal titolo “Disney in Italia. Tra antropomorfismo dei sentimenti e perlustrazioni dell’altrove”.