Una straordinaria Lina Sastri ripercorre il lungo cammino della sua formidabile carriera alla Sala Umberto di Roma
Una carriera lunga cinquant’anni raccontata e cantata sul palcoscenico del Teatro Sala Umberto di Roma, dal 7 al 10 novembre 2024. Un momento unico, una storia straordinaria, un’artista intramontabile: Lina Sastri.
Si apre il sipario e un grande pianoforte a coda sulla sinistra ci dà l’immagine e la fantasia di note che si stanno per sciogliere in un’atmosfera serale. Uno schermo blu scuro sullo sfondo e tre lampade che scendono dall’alto suggeriscono che è notte. Un tavolino sulla destra, alcune rose rosse, un bicchiere d’acqua e una sedia. La vita ordinaria si rivela sul palco, nella semplicità e nella nudità dell’anima, come diceva Eduardo De Filippo, il quale sosteneva che bisogna spogliarsi, essere semplici, mettersi a nudo. La vita dell’artista lo richiede in modo quasi radicale, se si vuole toccare il pubblico e renderlo partecipe, portando in scena la loro quotidianità. Lina Sastri lo ha compreso molto bene e ha assimilato gli insegnamenti di Eduardo, facendo sbocciare nel tempo i semi delle sue lezioni di vita e non solo di arte. Quei piccoli semi piantati dalla mano di un grande uomo, artisticamente geniale e proiettato verso il futuro, hanno trasformato una ragazza di 17 anni con le sue idee personali sul teatro in una grande, grandissima artista. Perché i frutti di un albero non sono gustosi solo grazie a una pianta sana, ma spesso la pianta è sana perché un buon contadino si è preso cura di lei in modo giusto e appropriato.
Il maestro Adriano Pennino entra in scena e inizia a suonare note di vita. Subito dopo, appare lei: Lina Sastri in abito bianco, come una sposa, colei che ha sposato il teatro, l’uomo della sua vita, colui che le dà libertà e linfa vitale. La libertà di esprimersi, di cantare a modo suo, nella verità che la caratterizza, portando la cultura napoletana, che ama e desidera condividere con il pubblico, in tutta l’espressione più vera e intima di sé. La musica, l’energia della sua voce, la forza che da sempre la contraddistingue si intrecciano a racconti di vita. Pezzi d’arte della sua carriera si fondono in una danza armoniosa, interpretata da due bravi ballerini, che volteggiano come aquile in un cielo infinito. Questa danza anima anche il corpo di Lina Sastri. Un’attrice sa bene che il lavoro sul corpo fisico è fondamentale per far fiorire emozioni e sentimenti; così, lei, la sposa bianca del teatro, si muove con la leggerezza e il trasporto della sua passione, nella spontaneità e simpatia che la caratterizzano. Ed ecco che il vestito bianco si trasforma in abito rosso, lungo, elegante e forte, come l’energia del suo amore; perché il teatro è passione che consuma le viscere e lei lo sa molto bene, avendolo sperimentato in anni di carriera e intenso lavoro. Il vestito rosso è dunque il vestito della passione e della trasformazione, che segna forse il passaggio alla vita matura, dall’ingenuità pura della fanciullezza alla solidità dell’età adulta. Un passaggio che tocca tutti noi e che è reso sul palco in modo netto, dal bianco al rosso degli abiti dell’artista.
Canta, recita e interpreta pezzi della sua arte che hanno segnato il suo successo, regalandole numerosi e meritati premi. Con voce appassionata e incisiva, che ama la vita e l’arte, racconta l’amore nei diversi aspetti, non solo quelli più drammatici, ma anche nei suoi aspetti più belli e romantici, partendo dalla sua storia personale, dai suoi genitori, in modo speciale dalla madre, da cui ha appreso l’amore per il canto e per la vita, il cui legame con la cultura napoletana non può essere spezzato, ma utilizzato nella sua arte. Lina Sastri sceglie testi dei suoi spettacoli passati e li intreccia in una trama che diventa Voce e Notte: da Lina Rossa a Cuore Mio; da Corpo Celeste a Mese Mariano; da Per la strada a Linapolina; da Appunti di Viaggio a Pensieri all’Improvviso, fino a Edoardo Mio, un ricordo tenero e un omaggio al grande maestro Edoardo De Filippo, che ha costruito uno dei pilastri della storia del teatro italiano e dialettale del primo Novecento. Non è esclusa dalla rappresentazione La casa di Ninetta, nata come spettacolo teatrale e poi trasformata in film. Una storia intima ispirata dal rapporto con la madre e dalla vita della sua Napoli.
Voce e Notte non è dunque solo una tappa della sua carriera, ma rappresenta una sintesi e una celebrazione dell’amore per il teatro, per l’arte, per la sua terra, in un dialogo continuo col pubblico, un dialogo sempre nuovo e sempre emozionante.
Voce ‘e notte – di e con Lina Sastri con il Maestro Adriano Pennino – produzione A.G. Spettacoli – Sala Umberto 7/10 novembre 2024