de mariposa
Cocuyo de mariposa
que despide
la tiniebla de la noche
trazando intensas
luces azuladas
en los espejos
del paraíso.
Tus cariños!
áurea de seda abundante
que teje con gracia
cada momento
que estoy contigo.
Verónica Ana Paredes Nieto è una poetessa e scrittrice ecuadoriana di prestigio internazionale. È nata a Quito da una madre creola e da un padre indio, quindi miscela nella sua cultura e nella sua figura i caratteri delle due personalità, la gentilezza e l’eleganza da un lato, la spontaneità assoluta, quasi infantile, di una “niña” che scopre con curiosità il mondo, dall’altro lato, ma soprattutto ha avuto la fortuna di acquisire da sua nonna, una contadina andina, la saggezza antica delle tradizioni del suo popolo.
A guardarla muoversi sui palchi poetici, con la sua presenza scenica e con la sua centratura, sembra mostrarci quell’aspetto di Madre Natura che i popoli andini chiamano Pachamama, una femminilità generosa e materna, accogliente con ogni essere vivente. Verónica appare inoltre proprio come uno di quei personaggi delle fiabe, estremamente curioso e sempre pronto a stupirsi di tutto, tanto che trasmette quel senso egualitario con cui tratta ogni essere vivente, ma allo stesso tempo capace di nuotare nelle acque tormentate e tempestose della vita senza temere di affrontare rischi e pericoli, ombre e tragedie.
Sembra che la magia del viaggio le faccia incontrare una moltitudine di viandanti che facilitano il suo cammino, una varietà di persone che la sospingono nel suo percorso e a cui offre le sue conoscenze, ma anche una serie di Spiriti Elementali che le infondono energia.
Sono certa di averla vista parlare con gli Animali, le Piante, le Pietre, il Fuoco, l’Acqua, come una sciamana capace di vedere ogni creatura piangere, gioire, soffrire, esattamente come un essere umano. O forse ho visto in lei lo sguardo primordiale di sua nonna, che infilava le mani nella Madre Terra e ne ricavava grande nutrimento.
La connessione con la vita è una delle sensazioni che emergono dal personaggio di Verónica, uno sguardo fanciullesco e nel contempo birichino, la capacità di donarsi totalmente al prossimo senza aspettarsi nulla in cambio.
È strega e fata contemporaneamente perché è capace di guardare ombre e luci delle persone e delle cose senza giudizio. Ama tutte le cose e tutta la gente, gli animali, le piante, i fiori e soprattutto i bambini, è perennemente innamorata dell’amore e affronta l’oggi e il domani con curiosità e fantasia.
E lei ci strega con la sua poesia che voglio citare solo in lingua originale per non perdere la musicalità e il ritmo originari.
Simplemente Janara
Janara de labios densos
de palabras oscuras
y lunas a flor de piel.
Janara de corona de nueces
y gotas de “Sabato”
son tus lenguas de fuego
que hechizan los relámpagos.
Janara de cabellos de luz de miel
es tu figura que carcome los deseos y la duda de sentir tu hiel…
Janara tal vez
un día fuiste santa
y ahora eres reina y esclava de las setenta hierbas de tu amarillo licor.
Janara, Janara
es tu sangre que colorea tus colinas y tus valles
y desde el Ponte Leproso
hechizas las estrellas y sigues danzando en los vientos de Benevento.
La sua è una poesia che sgorga direttamente dall’anima, dall’appartenenza ad una terra magica e ricca, situata proprio sull’Equatore, in una incantevole città, posta proprio alle falde del poderoso vulcano. Pichincha. E così le due terre si incrociano proprio come questa poesia che nasce spontanea in una sera qualunque.
El mago de Rímini
Tardes de Abril
de chocolate, caramelos,
y un Kataboom
un corazón efervescente de fresa azul…
Tardes de Abril
eclipse de sabores
en boca y pecho
sol de cacao
de la niña del alma dormida que sigue danzando en Quito con su encanto risueño.
Tardes de Abril
mirada del mago de Rímini
que despertó este amor
en el cofre de sus recuerdos.
Tardes de Abril
en este hondo cielo
de todos tus amores
querido mago
yo quiero ser tu sueño…
Nei suoi versi è presente tutta la Natura, con i suoi scenari meravigliosi, ma aleggia anche tutta la ricchezza dei paesaggi del cuore. Il papavero e la farfalla si muovono come spiriti della Terra e dell’Aria, l’Amore per il Creato giganteggia in ogni suo sospiro. Sa scendere nelle viscere della Terra e del suo inconscio, sa cogliere i messaggi divini che arrivano dall’Aria, riesce ad immergersi nelle acque da cui nasce ogni forma di vita e di poesia, maneggia il fuoco della distruzione e del cambiamento con sacralità, come una sacerdotessa delle nove Muse.
Puntitas Andinas
Mis pies desnudos
llenos de sutil fragancia
rrecoren en puntitas andinas,
la poesía de esta ciudad.
Yo soy una mujer emigrada
con un corazón compartido
entre mi Roma y mi patria amada.
En las incertezas
de la nueva tierra prometida
me enamoré del “Giardino degli Aranci”, de la “Cupola” de “San Pietro” y “Piazza di Spagna”.
Porque ¡Ahó!
En Roma, vale más de mil palabras
y esta serranita.
¡De sus dos tierras vive enamorada!
Mujer Ecuatoriana
E da quei luoghi fatati è arrivata giovanissima nella città Eterna, a portare una ventata di vento fresco delle montagne e un fuoco vulcanico di creatività.
Può essere definita Poeta e scrittrice di rara sensibilità e ispirazione: nelle sue opere alterna ai temi d’amore, quelli umanitari e sociali, impegno che ha portato avanti con grande attenzione partecipando e organizzando diverse campagne di sensibilizzazione mondiale con gli Stati Uniti, la Spagna e l’Inghilterra.
Si tratta di un’Artista poliedrica, che si è distinta anche come fotografa e fotomaker, dove si diverte a realizzare creative composizioni, dalle quali emerge uno sguardo attentissimo a ogni respiro del mondo che ci circonda.
Dal 2018 è diventata il punto di riferimento in Italia per il gruppo Millons Missing Italia, un Movimento internazionale per il riconoscimento della Encefalomielite Mialgica/Sindrome da Fatica Cronica.
Ha partecipato a diversi eventi letterari in Italia, Spagna e Sud America e oggi collabora con Kultura Project, un’Organizzazione internazionale per la condivisione dell’opera dell’ingegno, che promuove l’arte e la cultura italiana nel mondo.
La grande disponibilità, l’impegno incessante, la passione innata e l’enorme curiosità, hanno creato grande consenso intorno a questa Artista che miscela con successo le sue due anime, quella italiana, acquisita nella sua lunga permanenza nella Capitale, e quella sudamericana che le appartiene per nascita, creando un’armonia perfetta e originale.
Tutti la invitano a ogni tipo di evento, poetico, letterario, teatrale, artistico, sociale, politico, per le sue poesie che colpiscono grazie alla spontaneità e freschezza e per il suo modo di recitarle con passione, come se le declamasse a tutto il Creato. Non solo i suoi componimenti sono musica per le orecchie e il cuore, ma lei è capace di creare anche momenti magici con le sue foto che vengono composte in modo molto originale, rappresentando la ricchezza del momento, cercando l’unione degli artisti, componendo stili e animi, come un pennello che non manca di centrare emozioni e correlazioni.
Verónica Ana Paredes Nieto è Vincitrice di diversi premi Nazionali e Internazionali: è stata nominata Ambasciatrice della Cultura in Italia dalla Camera Internazionale di Scrittori e Artisti CIESART, appoggiata dall’UNESCO, nonché Consulente Internazionale per l’Associazione Culturalmente Toscana e Dintorni.
Tutta la sua opera artistica, che è immensa e dispersa nel Web, spesso in maniera anonima, sarà pubblicata prestissimo, nel frattempo è possibile seguire Verónica sui social dove lei cura un dialogo ininterrotto con i suoi lettori che nutre ogni giorno con l’incanto dei suoni disegni e colori.
Mi piace aggiungere al profilo di questa Poetessa un quadretto alquanto ironico, perché non manca nella sua poetica, oltre all’impegno e alla leggerezza, la capacità di vedere il mondo con un pizzico di follia.
Fuiste el beso, la fuerza, la luna, la flor y mi mar…
Mis días se pasan buscándote y quisiera saber en que estrella estás…
Mis sueños ya no sueñan en este hosco silencio y en mi triste suspirar…
¡Ay muchacho marinero
de ojitos azules y galán!
Dime si todavía estás pensando un día regresar.
Aquí te sigue esperando tu loca, tu alba, tu “Lucinda”, tu cielo, tu estrellita de mar.
A volte per essere Poeti non bisogna aver fatto studi particolari, la Poesia nasce spontaneamente dalle anime che il Cosmo ha scelto per far immergere l’Umanità in polvere di Stelle. Verónica è uno spirito libero che vaga tra il Sole e la Luna, si siede su un’altalena di fiori e respira Poesia dall’Universo. Si tuffa in un buco nero ad assorbire tutti i colori della luce e li riversa nei suoi versi infuocati come l’esplosione di una Supernova. Allaccia fili argentati al prato verde dei suoi pensieri, accende lumi accecanti e ricama tessuti variopinti. Ha avuto un dono dagli antenati e dalla sua Terra, il fuoco misterioso del Vulcano Pichincha che esplode quando desidera senza avvisare nessuno.
Mi piace la rappresentazione che ne ha fatto un giovane artista che l’ha dipinta con i giusti colori, la sua soave eleganza e il suo volto gentile da fanciulla.
Come afferma lei stessa in una intervista a me rilasciata, mentre parla della sua Terra natìa:
«Mi porto dentro i colori di ogni fiore, mi porto negli occhi il volo delle nostre farfalle variopinte, le luci dei primi timidi bagliori, i rossi e i violetti dei tramonti infuocati, i suoni degli strumenti andini, i profumi della terra all’alba. Mi porto il ricordo del Tucano, simbolo delle foreste tropicali della mia terra. Sono cresciuta con i Tucani, animali intelligenti e scherzosi, variopinti e allegri. Miei zii e miei cugini li allevavano, mia nonna sciamana sosteneva che bisognava essere come un Tucano, aperti a parlare di tutto ciò che deve essere detto, intendendo che bisogna parlare unicamente col cuore. Il Tucano rappresenta il dono della parola: il modo migliore per condividere le tue conoscenze con il mondo è la parola scritta. Naturalmente mi porto dentro l’anima la saggezza di mia nonna, una donna india, senza istruzione, ma piena di amore per la vita e per ogni essere vivente. Ho ancora viva l’immagine del suo volto e del suo sorriso, ho sempre stampato negli occhi lo scintillio della sua intelligenza e della sua bellezza interiore!».
Ed ecco queste pennellate dedicate a sua nonna, “su abuelita”, per concludere l’immagine della nostra Poetessa Internazionale.
Dedicada a mi abuela
Un silencio atormentado
se sienta arrogante
en mi pecho…
Es el recuerdo
de tus rocíos risueños
que van trazando
cada camino de mi vida.
Y ¿qué importa?
Si son días de plomo,
o días de escarcha,
porque tus latidos
caminan a mi lado eternamente.
Mujer de suaves trenzas
de ojos color cielo
y abrazos de mundos…
¡Hoy te quiero más que nunca!
Felicidad es…
(Scritta quando Verónica aveva 12 anni, lasciata con le sue imperfezioni)
Un recuerdo
caricias que alborotan
los sentidos…
Memorias que mojan
mis pestañas de alegría
amor incondicional
dos mujeres
tardes de agua de canela,
risueñas,
viudas,
madres…
Sonrisas de sol,
caricias de terciopelo,
abrazos de abrigo…
Un mundo entre sus ojos y trenzas…
Mis abuelitas…