Venezia chiama, Dafoe risponde.

Willem Dafoe nuovo Direttore artistico del settore Teatro della Biennale di Venezia per gli anni 2025-2026

Willem Dafoe 68 anni, cresciuto nel Wisconsin, viso spigoloso e carisma atipico, doppia nazionalità grazie a una moglie italiana, lunedì scorso è stato nominato Direttore artistico della Biennale di Venezia per il dipartimento teatro. Attore dal ricco background teatrale e forte di una elasticità del volto che gli permette di passare in un batter d’occhio da una postura minacciosa a un aspetto comico, ha iniziato la sua carriera artistica come studente presso l’Università di Milwaukee, unendosi al gruppo teatrale sperimentale Theatre X. La sua esperienza in Europa e la collaborazione con il leggendario teatro Mickery hanno segnato la sua formazione teatrale annoverandolo come uno degli attori più provocatori del panorama cinematografico dove ha interpretato spesso ruoli oscuri ed eccentrici.

An incredible feeling,' Actor Willem Dafoe says of experiencing EDSA  revolution while filming 'Platoon' | Coconuts
Willem Dafoe in Platoon

Ma è a New York che Dafoe ha affermato il suo talento, co-fondando nel 1977 The Wooster Group una delle più importanti compagnie di teatro d’avanguardia americane che ha lasciato il segno nel panorama teatrale negli anni ’80.

Una nomina che arriva proprio al momento giusto, dato che la Mostra del Cinema di Venezia 2024 si aprirà con Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton dove in questo seguito del classico gotico del 1988 – già firmato da Burton – Dafoe  interpreta,”un poliziotto venuto dall’aldilà”.

È conosciuto soprattutto per la sua carriera cinematografica, in particolare come scienziato al fianco di Bella di Emma Stone in Povere creature di Yorgos Lanthimos, che ha vinto il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia lo scorso anno, ma lo ricordiamo soprattutto per il ruolo del sergente Elias Grodin in Platoon di Oliver Stone. La sua filmografia si presenta oggi come un esempio da seguire per chiunque voglia affermarsi nella professione a dimostrazione che tende a scegliere film ambiziosi realizzati da registi ambiziosi: L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese, considerato blasfemo dalla Chiesa cattolica; il misterioso e sadomasochista Anticristo di Lars von TrierIl Faro, la sconcertante riflessione di Robert Eggers su mito e follia. Ha anche recitato – rubando quasi la scena – nel progetto che ha inaugurato l’era Marvel sul grande schermo, il film Spider-Man del 2002, in cui interpretava Green Goblin, un cattivo dalla risata sardonica che sembrava perfettamente cucito sulle sua fisionomia. Sebbene abbia interpretato alcuni ruoli da protagonista in particolare ne L’ultima tentazione di Cristo che lo vede nel ruolo di Gesù la sua notorietà si basa soprattutto sul suo stile potente e sulla capacità di ravvivare i ruoli secondari.

Ciascuna delle sue apparizioni sul grande schermo è contraddistinta da un dettaglio indefinibile, un accento pronunciato o insolito, una sorta di nervosismo o vulnerabilità, una fantasia, una follia elettrizzante – che si annida nel nostro subconscio.

Eppure nel 1980 la sua avventura di attore era iniziata piuttosto male quando interpretò come comparsa in uno dei film più maledetti della storia del cinema; quei Cancelli del cielo di Michael Cimino che distrusse la carriera del geniale regista ma non impedì a quella dell’attore di decollare. E in oltre 40 anni di carriera, Willem Dafoe è riuscito nell’intento di portare il suo incomparabile volto cinematografico in tutti i generi e stili sia all’interno delle produzioni delle grandi major che in quelle indipendenti.

L'ultima tentazione di Cristo: la recensione di NPC Magazine
Willem Daofe con Martin Scorsese – L’ultima tentazione di Cristo

Comunque sia al cinema o a teatro, congratulazioni al Direttore Dafoe e per la sua storia d’amore con l’Italia che durerà ancora a lungo.

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