Al Teatro Manzoni di Roma, dal 13 al 30 marzo 2025, Giorgio Lupano ci regala una storia che mescola sogno e poesia, originalità e grande abilità artistica.
Ognuno di noi vive una vita unica, irripetibile, e la singolarità di ciò che siamo non può essere paragonata a nessun’altra esistenza. Tuttavia, ci sono elementi che non si possono cambiare nelle leggi della natura umana: si nasce piccoli e si muore anziani. Non è però questo il caso del protagonista del racconto di Francis Scott Fitzgerald, già adattato per il cinema nel 2008 da David Fincher con Il curioso caso di Benjamin Button, interpretato da Brad Pitt e Cate Blanchett. L’opera arriva nei teatri italiani con l’adattamento di Pino Tierno e l’interpretazione straordinaria di Giorgio Lupano.

La storia inizia con un’immagine potente: l’attore, al centro della scena, tiene una vecchia valigia in mano mentre osserva una donna che culla un bambino dietro un telo trasparente. Nel frattempo, il ticchettio di un orologio scandisce il passare di ogni istante. Un fermo immagine nella memoria del personaggio, che rievoca la sua vita passata. I tocchi dell’orologio gli ricordano che il tempo scorre, e lui deve raccontare la sua storia per lasciare una traccia di sé, prima che sia troppo tardi. Ma il tempo non è segnato solo dall’orologio, è anche scandito dai fogli ingialliti che gli sfuggono dalle mani o che si disperdono sul palco mentre consulta quelli che gli servono per ricordare, simboleggiando così la ricerca di quel preciso momento della vita che desidera conservare. La vita è tutta scritta, ma sta a noi scegliere quel foglio, quell’episodio o quella decisione che ci permetterà di lasciare una traccia. I fogli che volano, attraversano l’intero spettacolo, come segno di un tempo che vola via.
In questa storia, però, la vita si consuma al contrario: Nino Cotone, il protagonista, nasce anziano e muore neonato. Vive la sua vita all’inverso: a 75 anni viene mandato all’asilo e deve attaccare delle strisce su un cartellone senza comprenderne il senso. Da anziano, vorrebbe sedersi sul divano a fumare un sigaro, ma per accontentare i genitori è costretto a bere il latte, come tutti i bambini. Mentre cresce l’età anagrafica, ringiovanisce fisicamente. A vent’anni decide di iscriversi all’università, ma viene respinto poiché ne dimostra sessanta. Inizia quindi a lavorare con il padre, che gli affida l’azienda. Sono anni di successi e dei primi amori. Incontra la donna che sposerà, interpretata da Greta Arditi, che con la sua danza e interpretazione vocale porta sul palco leggerezza e tenerezza. Greta interpreta tutte le figure femminili della storia, dall’infermiera che assiste alla nascita di Nino anziano, alla balia che si prende cura di lui fino alla morte in fasce. È lei anche la compagna di cui Nino si innamora, un ruolo centrale ed emotivamente toccante. La particolarità del loro amore sta nel fatto che mentre lei invecchia, lui ringiovanisce, e le loro esigenze si allontanano, separando i differenti cammini. Da questa relazione nasce un figlio, che a un certo punto diventa il padre del proprio padre. La vita si dispiega proprio al contrario, un concetto difficile da spiegare agli altri e da vivere su di sé. Nel corso del tempo, Nino deve adattarsi alle aspettative e alle critiche degli altri: “Possibile che non vado mai bene per gli altri?” si chiede, con una tristezza lacerante, il protagonista. È un interrogativo che si può estendere alla realtà: ci adattiamo per tutta la vita alle aspettative degli altri, a partire dai genitori, passando per gli insegnanti e gli amici, fino alla società intera. Così, come quei fogli che volano sul palco, l’esistenza può scivolare via senza che ce ne accorgiamo, perdendo di vista le nostre più profonde esigenze emotive e fisiche.
Giorgio Lupano, che interpreta tutti i personaggi della storia, offre una performance di straordinaria intensità e abilità di grande spessore, toccando diversi aspetti e sfumature di ogni personaggio, dal più serioso al più buffo, delineandone i tratti in modo incisivo e credibile senza mai annoiare, senza perdere il ritmo e l’energia che lo caratterizza come attore. L’adattamento di Pino Tierno attraversa la storia d’Italia, dal finire dell’Ottocento fino agli anni Sessanta, con una scenografia dai colori caldi e grigi che rafforzano il contesto storico. La musica dell’epoca accompagna lo spettatore, immergendolo completamente in quel periodo.
La vita al contrario ci invita a riflettere su una verità universale: siamo tutti diversi, strani, particolari e viviamo storie singolari e all’inverso. Ma ciò che davvero conta è imparare a non sentirci mai davvero diversi o sbagliati, al di là delle critiche che riceviamo dall’esterno, e vivere ogni attimo come un presente unico ed eterno.

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Il curioso caso di Benjamin Button (Una vita al contrario), tratto dal romanzo di Francis Scott Fitzgerald – adattamento di Pino Tierno – regia di Ferdinando Ceriani – con Giorno Lupano e Greta Arditi – idea scenica Lorenzo Cutuli – colonna sonora Giovanna Famulari e Riccardo Ebersspacher – costumi CostumiEpoque – foto Franco Oberto – Centro Produzione Teatrale Artisti Associati. Teatro Manzoni di Roma dal 13 al 30 marzo 2025