Una via di luce per Germana Galdi con la mostra “MyLightArt” 

 di Maria Ester Campese

 

Tra le mostre prossimamente in programma desideriamo segnalare quella di Germana Galdi che esporrà tra il 17 ed il 22 Maggio 2021, nei locali di Vertecchi, in Via Pietro da Cortona 18 a Roma.

Germana ci ha incuriosito perché dalle sue opere traspare un percorso minuzioso e dettagliato che è sintomo anche di una profonda esplorazione interiore. Un percorso che le appartiene e che ha vissuto praticamente da sempre, essendo figlia d’arte. Questa via d’arte l’ha portata a indagare in oltre vent’anni, da autodidatta, varie forme espressive fino a giungere alla sua identità netta e stilisticamente riconoscibile.

Un dialogo che è riuscita a ingaggiare con i suoi interlocutori parlando all’anima. Tra gli elementi naturali che ama rappresentare nei suoi lavori, spesso ricorre l’acqua. Sembra che anche la scelta della tecnica coincida con quel suo desiderio di “trasparenza”. La predilezione per l’acquarello infatti è una scelta che matura pian piano. Questo ricorsivo concetto cristallino è il suo fil rouge in cui incontriamo molteplici oggetti di vetro che ci proiettano dalla sua forma espressiva interiore a momenti di intima quotidianità.  

Nel suo excursus non mancano astratti acrilici, di cui un’eccellente espressione è la linea “Trame di vita” con opere anche di grande formato. Molto suggestivi sono anche i nudi da lei realizzati. Arte chiama arte, si sa, e diverse opere di questa artista sono state fonte di ispirazione per musicisti che hanno composto, attraverso l’osservazione dei suoi lavori, musiche originali.

Le immagini, ad un certo punto, non le bastano più da sole, quindi rompendo gli argini di due mondi espressivi, parole e disegno artistico, li unisce in una sua forma innovativa e illuminata che la porterà all’idea di “MyLightArt”. Ed è proprio il caso di dire un’idea illuminata poiché le teste dei suoi soggetti sono raffigurate con delle lampadine. La forma la potremmo affiancare a quelle delle classiche lampadine a bulbo avvitabili o, perché no, anche alla lampada di Aladino che ci trasporta in questo fumettistico mondo d’arte, da cui fuoriesce tanta genialità.

La lampadina dunque come elemento tout court che con la tecnica dell’acquarello viene calato all’interno d’un contesto concettuale che la fa ri-nascere in una veste innovativa e non consueta. Si lancia nel medesimo atto creativo anche un messaggio di vita, di innovazione e di energia. Nuova luce, sembra dunque suggerirci Germana Galdi, in un percorso illuminato con un modus perfettamente aderente al nostro contesto attuale di ripartenza e speranza.

Una mostra dunque da non perdere perché, ne siamo certi, fornirà stupore, curiosità e, perché no, spunti di riflessione attraverso un percorso espositivo in cui l’artista è riuscita con estro a dare nuova identità a questo involucro vitreo. Un oggetto moderno, “potente e energetico”, realmente futurista che ci permette di illuminare e metaforicamente superare i momenti di oscurità.