Nei film del futuro post virus naturalmente, le scene con i baci veri come quelli che riceve in dono Jacques Perrin in “Nuovo Cinema Paradiso” non ci saranno più? Si parla sempre di più di cinema virtuale come avatar, quindi spariranno dallo schermo gli eroi in carne e ossa che hanno accompagnato tante generazioni come quei bei western italiani di Duccio Tessari con uno strepitoso Giuliano Gemma nei panni di Ringo, eroe senza macchia e senza paura, fisico atletico con un volto bello e gentile, protagonista di quei western che hanno conquistato il cinema italiano e i mercati di tutto il mondo, ancorché la massiccia popolarità di un attore straordinario. Titoli da collezione e da esportazione come giusto per citarne qualcuno “Una pistola per Ringo”, “Un dollaro bucato”, “Il ritorno di Ringo”, “Adios gringo”, “Arizona colt”, un elenco di oltre cento film, un elenco di generi diversi e di film che ancora oggi spopolano sugli schermi e in televisione. Fra questi quel Tex Willer, il signore degli abissi” che Duccio Tessari realizzò nel 1985, l’eroe immortale creato per i fumetti da Giovanni Luigi Bonelli e dal disegnatore Aurelio Galleppini portato sullo schermo da Giuliano Gemma, un classico esempio di eroe positivo senza macchia e senza paura, per la gioia di grandi e piccini, come nelle favole per immagini da collezione della Panini. Ricordo che nel 1985 quando uscì il film nelle sale, dovendo fare un pezzo per l’edizione della sera del telegiornale, feci il giro delle edicole nel centro di Roma per trovare una copia di Tex, ma grazie al film e a Giuliano Gemma, le copie erano state tutte vendute, Esaurito! Che bei film legati al nome di Giuliano Gemma da “Il Gattopardo“, piccola partecipazione in quel film di Luchino Visconti, al Boccaccio 70 nell’episodio diretto da Fellini a “Speriamo che sia femmina” di Monicelli a “Corleone” di Squitieri fino a “Tenebre” di Dario Argento. Parlando l’altro giorno con Gianni Gaspari, il critico cinematografico per anni del Tg2 della RAI, mi faceva notare che Giuliano Gemma, che proveniva dal mondo sportivo, al suo esordio nel cinema con un film di Duccio Tessari dal titolo “Arrivano i Titani”, stupì la troupe ed il regista stesso perché recitò davvero senza trucchi e soprattutto senza controfigure, eseguiva pericolose acrobazie legate al personaggio del film che interpretava, era il 1960.
La popolarità di Giuliano Gemma nel mondo asiatico in particolare, era tale che quando si recava in Giappone, ospite di un festival o per la prima di un suo film, all’ aeroporto di Tokyo ad attenderlo c’erano migliaia e migliaia di fans e su i palazzi svettavano in bella mostra giganteschi manifesti con il suo viso e la sua immagine, a tal punto che la potente Suzuki lancio’ sul mercato due scooter con il nome Suzuky Gemma. Giuliano, mi ha detto la moglie Baba Richerme, era una persona soprattutto per bene, profonda, di grande generosità, una grande star senza essere un divo, sempre disponibile soprattutto con i giovani. per un’intervista o per leggere una delle tante sceneggiature che gli proponevano. Il suo grande amore a parte quello per la famiglia, le due figlie avute dal primo matrimonio, la scultura e il cinema è stato lo sport che non ha mai trascurato. I suoi amici da sempre sono stati i campioni come Nino Benvenuti con il quale iniziò addirittura da giovanissimo a prendere lezioni di boxe, il campione mondiale di tuffi Giorgio Cagnotto, Klaus De Biasi, Daniele Masala. Fra i film interpretati un posto d’onore lo merita senz’altro “Il deserto dei tartari “di Valerio Zurlini dove Gemma interpreta un ruolo insolito per lui, non positivo. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Dino Buzzati e fu interpretato oltre che da Giuliano Gemma da un cast davvero eccezionale dove spiccano i nomi di Vittorio Gassman, Helmut Griem, Jean Louis Trintignant, Francisco Rabal, Jacques Perrin, Max von Sydow , una potente metafora dell’attesa, dell’essere umano e delle sue debolezze. La storia di un giovane ufficiale ai primi del ‘900 comandato a presiedere una guarnigione ai confini del deserto. Il film vinse tre David di Donatello e un Nastro d’argento.
Fra i film da ricordare naturalmente “Il Prefetto di ferro” di Pasquale Squitieri girato al fianco di Claudia Cardinale, Gemma i panni del famoso prefetto Mori inviato da Mussolini a Palermo per sconfiggere la mafia. Ricordiamo anche il primo ed il secondo Angelica due cult movie diretto dal francese by by e fra le ultime interpretazioni ci piace ricordare “Giovanni Paolo II” girato nel 2005 per Rai1, un film su Papa Wojtyla interpretato al fianco di John Voight, dove Giuliano Gemma veste i panni dell’addetto stampa del Vaticano Navarro-Valls. Impossibile poter parlare di tutta la filmografia di Giuliano Gemma, un amico, un volto caro, una persona assolutamente per bene come diceva la moglie. “Volevo diventare Giuliano Gemma”, ha detto una volta Luciano Ligabue. “Si Clint Eastwood è bravo ma è troppo ambiguo.” Giuliano Gemma era e resta il buono, grande attore grande uomo, grande artista. Ci manchi caro Ringo oggi più che mai per buona pace degli avatar.