Una favola in punta di musica

Lo Schiaccianoci e il viaggio nei sogni di Marie incantano il Teatro Comunale di Vicenza

È una fiaba che non si può neppure definire balletto, perché manca di un antefatto, di uno svolgimento avvincente, di un finale ad effetto (…). Una serie di scene sconnesse, i cui ruoli principali sono affidati a bambini e topi di varie dimensioni (…). Insopportabilmente noioso (…)”: oggi sarebbe impensabile esprimere questo genere di commenti ad uno dei balletti più conosciuti e apprezzati mai composti. Eppure alla sua prima, nel lontano dicembre 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, la critica russa non accolse (e non comprese) Lo Schiaccianoci, arrivando addirittura a scrivere “per il destino artistico del nostro balletto, Lo Schiaccianoci è un gradino verso il basso”. 

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Oggi l’opera, sulle note di Petr Ilic Čajkovskij, tratta dal libretto del prime maitre de ballet Marius Petipa, è tra le più apprezzate e amate, soprattutto durante il periodo delle festività. Lo testimonia la platea numerosa presente, la Vigilia di Natale, nella Sala Maggiore di viale Mazzini a Vicenza: famiglie, bambini, un pubblico vasto ed eterogeneo ha assistito alla rappresentazione dello spettacolo, tratto dal racconto di Hoffmann (nella versione francese di Dumas padre), da parte del Balletto Nazionale Armeno.

Alla sua prima esibizione in Italia, il corpo di ballo ha proposto la versione tradizionale, classica della favola, nella versione coreografica di Georgy Kovtun con l’immancabile musica di Čajkovskij. Un viaggio sulle punte, al di là del tempo, nel mondo dei sogni di Marie e del suo Schiaccianoci.

Diviso in due atti, le prime scene vedono il signor Drosselmeyer (Grigor Grigoryan) circondato dall’atmosfera elegante e festosa del Natale di casa Stahlbaum, in salotto i bambini (l’intero corpo di ballo) sono pronti per lo scambio dei doni. La piccola Marie (Mariam Garajyan), protagonista della narrazione, riceve un regalo speciale: uno schiaccianoci (Vahe Babajanyan). Non appena sulla casa cala il sonno, il soldatino si anima e conduce Marie nel mondo dei sogni e della fantasia.

Questa dimensione, però, è abitata da personaggi particolari: i topi e il loro Re (Armen Zakaryan) ingaggiano una battaglia contro i soldatini, a colpi di passi e di cambi repentini di colore e di luce. Lo Schiaccianoci, sconfitto il Re ma rimasto ferito, si trasforma nel Principe (Raffi Galstyan) vestito di bianco, pronto a trasportare Marie nel Regno dei Dolci.

Qui i due incontrano la Fata Confetto (Tatevik Bolshikyan): si assiste visibilmente ad un ulteriore cambio di scenografia. Candele, poltrone, fiori; tutto diventa stupore, incanto, luce, dolcezza. Nel castello magico della Fata, ha luogo, infatti, uno dei momenti più particolari e apprezzati. Si susseguono le celebri danze nazionali in un divertissementLa Cioccolata. Danza spagnolaIl Caffè. Danza arabaIl Tè. Danza cineseTrépak. Danza russa (con il famoso Tempo di Trepak), Danza dei flautiMamma Cicogna e i pulcinella. Sullo stesso palco, si svolge una sorta di breve giro culturale, etnico per così dire, tra musica, costumi e danza.

Marie e i personaggi attorno creano un mondo bellissimo, fatto di desideri e di colore, dove si respirano la spensieratezza e la voglia di crescere. Un sogno ad occhio aperti a tutti gli effetti: alla fine la scena torna al contesto iniziale, la protagonista si risveglia, seduta su una poltrona, con accanto il suo Schiaccianoci, tornato giocattolo. 

Il balletto racchiude una serie di momenti e di composizioni tra le più conosciute e legate al Natale, al clima fiabesco: basti pensare a il Valzer dei fiocchi di neve (dove a dominare è il colore bianco dei tutù delle ballerine), il Valzer dei fiori (il pastello rosa degli abiti e l’ambientazione accompagnano le note del conosciuto Tempo di Valse) e i delicati Pas de deux sul finale. Momenti ben interpretati e restituiti al pubblico da tutti i danzatori.

Novanta minuti in tutto: questa la durata della favola dove si è potuto sognare, ascoltare e vedere la danza e le sue sfumature, i suoi cambi, i suoi movimenti leggeri, eleganti, equilibrati, il suono della celesta scelta dal maestro Čajkovskij nella Variazione 2 (assolo della protagonista), la semplicità della trama, le atmosfere magiche che fanno bene ai piccoli ma anche ai grandi.

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Un momento tradizionale che non smette però di unire e di sorprendere: di base è l’aspettativa più legata a questo periodo di feste, ma di fatto è la mission della danza e dell’arte. Dire molte cose in silenzio, senza una parola, è la vera magia de Lo Schiaccianoci e di ogni rappresentazione su un palco.

Lo Schiaccianoci – Balletto Nazionale Armeno – musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij- dal racconto Schiaccianoci e il re dei topi di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann – scene e costumi Vyacheslav Okunev. Personaggi e interpreti: Marie Mariam Garajyan – Il Principe Raffi Galstyan – Drosselmeyer Grigor Grigoryan – La fata Tatevik Bolshikyan – Lo schiaccianoci Vahe Babajanyan – Il re dei topi Armen Zakaryan – e con il Corpo di ballo del Balletto Nazionale Armeno – Teatro Comunale di Vicenza 24 dicembre 2024

Immagine di copertina / in evidenza: @teatrocomunaledivicenza