Un lungo sogno nel buio infinito

 L’uomo dei sogni, quando il mondo onirico interiore viene in soccorso per affrontare e vincere il male di vivere.

Giovanni, il cui nome d’arte nel mondo dei fumetti è Joe Black, è un famoso disegnatore che soffre di depressione e non riesce più ad affrontare la vita. Passa le sue giornate a casa, in poltrona, ma appena si addormenta strani incubi iniziano a perseguitarlo, assumendo le fattezze di personaggi scartati, amici, familiari. Distinguere la realtà dalla finzione, il vero dal sogno, diventa sempre più complicato e un ulteriore difficoltà è costituita dall’arrivo della figlia, venuta a rivelare un segreto difficile da gestire, che scuoterà ulteriormente il padre.

In scena alla Sala Umberto fino al 16 marzo, L’uomo dei sogni è una commedia esistenziale e surreale, dove si apre il sipario sul mondo dei sogni e i personaggi che lo abitano. Esistenziale perché affronta la tematica del male di vivere, il peso soffocante dello stare al mondo. Con ironia e inventiva, sensibilità e accortezza, si trattano tematiche forti come la depressione, il lutto e il suicidio. I fatti della vita reale vengono  discussi ed elaborati nel sogno, gettando le basi per decisioni importanti che andranno a influenzare la vita cosciente. Un processo inconscio, un copione scritto dal nostro Io più profondo per mettere un po’ di ordine nel nostro caos, in quello stare al mondo che è la vita, fatta di silenzi ed emozioni represse, aspetti irrisolti e frustrazioni che ne derivano. Considerando tutto ciò, oltre che esistenziale, è anche una commedia che mette al centro della narrazione la psicologia e i meccanismi inconsci e cognitivi del protagonista.

È una commedia surreale e onirica perché per lo spettatore diventa impossibile distinguere il vero dal sogno. Se inizialmente la divisione appare netta, in quanto il buio sembra essere sufficiente a definire lo stato di sonno e la luce lo stato di veglia, successivamente le due realtà iniziano a mescolarsi, non si comprende più dove inizia il sogno e dove la vita reale e viceversa. Si ha un’osmosi tra i due mondi e gli eventi chiave della vita diurna li vediamo avvenire nel sogno, sfera in cui preesistono, perché come detto è il sogno a determinare le decisioni che verranno prese da coscienti.

L’uomo dei sogni è scritto e diretto da Giampiero Rappa e interpretato da quattro attori che interpretano più personaggi: Andrea Di Casa, Elisa Di Eusanio, Elisabetta Mazzullo e Nicola Pannelli. Quest’ultimo è Giovanni, scorbutico, cinico, serioso e incapace di esprimere le sue emozioni più profonde e autentiche. Lo vediamo quasi sempre seduto sulla sua poltrona, conteso tra sonno e veglia, abbandonato al torpore. È un corpo statico, pigro, indolente. Pannelli è l’unico a ricoprire un solo personaggio, diventando una presenza fissa e familiare. La sua interpretazione è incisiva e intensa, dalle tante sfumature drammatiche e comiche.

Elisabetta Mazzullo è la figlia Viola, una giovane donna costretta a prendere una decisione molto difficile. Montatrice di successo nel mondo del cinema internazionale torna dalla Nuova Zelanda per prendersi cura del padre, ma la sua presenza contribuirà a destabilizzarlo ulteriormente. L’attrice la interpreta caratterizzandola come una donna forte, ma al contempo fragile, sicura di sé e delle proprie decisioni solo in apparenza. Quello di cui ha realmente bisogno Viola è la stima e l’affetto del padre. Mazzullo ricopre anche un secondo personaggio a sorpresa per pochi intensi minuti.

Elisa Di Eusanio è la vicina poliziotta dall’accento abruzzese, intraprendente e intuitiva, determinata e rassicurante. Elisa sfodera un umorismo d’impatto e una grande abilità nel cambiare repentinamente personaggio ed essere credibile in ogni veste: infatti, oltre alla vicina di casa, è sia il Monaco Grigio sia la donna bionda degli incubi di Giovanni, la crudele femme fatale che collabora con l’altro grande “antagonista”, l’Uomo Nero. A interpretarlo Andrea Di Casa, sorprendentemente versatile anche lui e con un eccellente talento comico. È l’Uomo Nero e l’Uomo Bianco, ma anche l’amico e collega Guido, viscido e manipolatore. 

Nè Giovanni nè lo spettatore sono nella condizione di distinguere sempre i personaggi del sogno dalle persone reali, una miscela di caos che fa vivere al pubblico uno stato di confusione e squilibrio simile a quello del protagonista.

Al centro del palco la poltrona di Giovanni, anziché una macchina del tempo una sorta di “macchina dei sogni” che lo trasporta in questa realtà fatta di visioni, affetti immaginati e personaggi scartati intenti forse a vendicarsi, forse ad aiutare lo stesso Giovanni a ritrovare se stesso attraverso gli stimoli del mondo interiore dell’inconscio. Da un lato, sul muro verde scuro, tre quadri di alcuni dei personaggi immaginati dal disegnatore, quadri che nel buio diventano trasparenti e dietro cui si nascondono questi stessi personaggi in forma però umana; 

dall’altro lato un sipario nel sipario, ovvero una coppia di tende rosse che si aprono e chiudono per favorire un’entrata più incisiva di alcuni personaggi o delineare un ulteriore spazio scenico.

Al bordo del palco alcuni dei momenti più toccanti e suggestivi dell’opera, come se questa postazione fosse un’apertura verso il lirismo dell’esistenza, un’area esterna alla casa di Giovanni, da cui poter intravedere anche altri universi, da cui poter sfiorare l’infinito.

Una trovata semplicemente  geniale e dallo spirito pirandelliano è l’apertura, in cui si presenta il sindacato dei personaggi dei sogni, rappresentato da due dei suoi infiniti esponenti. Poi come non menzionare la breve rottura della quarta parete, un momento magico di pathos e lirismo, con sempre quel sano pizzico di ironia che caratterizza lo spettacolo.

L’invito di questo testo teatrale è di non lasciarsi travolgere dalle onde, ma esercitarsi ad ascoltare e accettare la vita, imparando ad affrontarla con entusiasmo e serenità, dando vero valore alle cose che contano e non indietreggiando di fronte alle emozioni. Una commedia riuscita e poetica che racconta il mondo come “un lungo sogno di qualcuno nel mezzo del buio infinito”. 

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L’uomo dei sogni – Scritto e diretto da Giampiero Rappa – Con Andrea Di Casa, Elisa Di Eusanio, Elisabetta Mazzullo e Nicola Pannelli – Scene: Laura Benzi – Costumi: Lucia Mariani – Musiche: Massimo Cordovani – Disegno luci: Gianluca Cappelletti – Assistente alla regia: Michela Nicolai – Direttore di scena: Davide Zanni – Sarta: Debora Pino – Scenotecnica: Romascenotecnica – Organizzazione: Rosi Tanfaglia – Produzione: Viola Produzioni, Centro di Produzione Teatrale e TSV – Teatro Stabile del Veneto – Sala Umberto dal 4 al 16 marzo 2025