Un abbraccio di pietra per Segesta

Presentata l’edizione 2024 del Festival diretto dal Claudio Collovà all’insegna della connessione dei diversi linguaggi artistici

Una storia millenaria quella del teatro di Segesta, sito all’interno del parco archeologico della città. Quest’anno è alla sua terza edizione sempre con la direzione artistica di Claudio Collovà, il Segesta Teatro Festival porterà i suoi spettacoli all’interno del teatro Antico e del Tempio Dorico, da quest’anno fruibile.

Teatro Antico di Segesta

Per riconnettersi alla sua storia e al suo territorio, la proposta culturale che porta avanti tutto lo staff del festival, cercherà di riconnettere gli spettatori alla Natura e al Mito. Provando a interpretare la condizione del mondo contemporaneo attraverso l’Antico, il festival cerca di far rivivere il suo patrimonio millenario, unendo culture, popoli e culti, con la consapevolezza di saper stupire ancora.

Fondamentale è la sinergia tra il sito archeologico e il teatro. Una sinergia che nasce spontanea, mossa dall’interesse per l’arte e per la comunità. La conferenza stampa, tenutasi all’interno del teatro antico, si è svolta il 9 maggio, sono intervenuti Luigi Biondo, direttore del Parco; il direttore artistico Claudio Collovà; moderati da Rosa Guttilla, ufficio stampa SICILIA E SOCIAL.

La proposta di quest’anno vede intervenire artisti nazionali ed internazionali come; Sergio Cammariere, che aprirà la terza stagione affiancato dalla sua storica band composta da musicisti di altissimo profilo. Una tappa del suo nuovo tour dal titolo Una sola giornata. Lina Sastri presenterà in Prima Nazionale Terramia, uno spettacolo di teatro musicale che tra prosa, poesia e musica, attraversa il suo personale universo espressivo. Danilo Capezzani con la compagnia IvonaNoa, cantante, musicista e poetessa, attivista per la pace, la sua esibizione promette di essere uno dei momenti più toccanti del Festival.

La cantante e pianista Frida Bollani Magoni, insieme ad Albert Eno, porterà al festival brani inediti e grandi capolavori riarrangiati per l’occasione; Claudio Collovà, regista e attore di fama internazionale, nonché docente e direttore del festival, presenterà I Persiani, con tre repliche. Ritroveremo, in questa rappresentazione, la concezione archetipa della guerra nel suo eterno ripetersi.  Viola Graziosi; la Mono Dance Company; il progetto site specific Deep Sky, sabato 10 agosto al Tempio, in occasione della Notte di San Lorenzo. Il pubblico si lascerà incantare dalla proiezione, in diretta, delle reali immagini dei corpi celesti.

Al tramonto del 10 agosto, Daniele Salvo andrà in scena con Gli Spartani, la violenza del potere e il rapporto fra amore e ragion di stato costituiscono la riflessione centrale di questo spettacolo. Giovanni Calcagno e Vincenzo Pirrotta presentano l’ Epopea di GilgameshAlberto Samonà con Tito Rinesi & Ensemble Dargah in Il Derviscio di Bukhara, per condurre il pubblico fra le magie della spiritualità dei dervisci e per un incontro con la dimensione del Divino.

Il 14 agosto al Tempio, assisteremo al concerto del più grande divulgatore di musica jazz, Nick The Nightfly, in scena con il suo quartetto; Mimmo Cuticchio, maestro indiscusso del cunto, presenterà Histoire du Soldat su musiche di Igor Stravinskij. Gabriele VacisAcoustic Swing TrioClaudio TerzoGiacomo BarracoFrancesco Marilungo con la compagnia KörperPippo Pollina alla guida del Palermo Acoustic Quintet e Roberto Latini sono fra i molteplici protagonisti di questa edizione.

22 compagnie, oltre 150 artisti e tecnici coinvolti, una presenza notevole di giovani autori per un festival che promettere di essere collante tra le culture, tra la storia e il contemporaneo. 5 Prime nazionali7 progetti firmati da artisti under 35 di cui 2 in prima assoluta, 3 appuntamenti all’alba11 spettacoli teatrali8 concerti3 coreografie, per un totale di 23 appuntamenti in cartellone (30 con le repliche), cui si aggiungono i 4 laboratori tenuti da Ilenia RomanoMiriam PalmaAlessandra Luberti e Stefano Maltese

Le scritture Eschilee, presentate durante questo festival, come Sette a Tebe di Gabriele Vacis, Gli Spartani di Daniele Salvo, I Persiani di Collovà mostrano una molteciplità di forme espressive tra teatro, danza, musica e performance che ricordando l’autore ed il suo periodo più ascetico. La scelta di questi testi è guidata dalla riflessione sulla guerra, letta in chiave contemporanea. Allo stesso modo la relazione tra terreno e ultraterreno, il ponte tra terreno e ultraterreno che si concretizzano negli spettacoli Dervisci e Gilgamesh. Questi, sono alcuni dei punti che muovono la proposta del festival di quest’anno. Una ricerca, non convenzionale, nelle modalità e nei testi presentati, di rimando al tempo della guerra e all’ antico, ritrovandone la dimensione ascetica, religiosa che può, soprattutto in questo momento storico, aiutarci a capire il presente. Il teatro autentico, come quello di Segesta, deve muovere un pensiero critico sul nostro oggi, rileggendo il passato in maniera intelligente, aiutandoci attraverso spunti, ad affrontare le sfide di tutti i giorni.

Alla base delle nostre scelte – racconta Claudio Collovà, Direttore Artistico- la molteplicità delle forme espressive e le connessioni che le arti riescono a creare tra loro con l’interazione dei linguaggi e una ricerca di trasformazionee e rilettura dei testi antichi e moderni nelle forme del contemporaneo. L’intento è vivere un esperienza unica in un parco archeologico incontaminato, un rito collettivo in grado di trasformare ogni spettatore in un viaggiatore di esperienze, rendendo possibile il contatto con il Sacro e con il Divino, vivendo il tempo fuori dall’ordinario, sospendendo la realtà esterna e per comprenderla meglio grazie alla bellezza.”

In Sicilia l’unico ponte possibile è l’arte! In questa terra spesso martoriata e squarciata da politiche sbagliate, è fondamentale sviluppare l’abitudine al bello, attraverso progetti e proposte culturali che rompano le barriere dell’indifferenza, del dolore e della morte, ed educhino il pubblico. Ma come si educa un pubblico? basta venire a Segesta.

© www.segestateatrofestival.com

Attraverso proposte culturali intelligenti e di spessore, il festival riesce a creare un ponte tra le culture, tra passato e presente, consentendoci di sviluppare pensiero critico e al contempo farci stupire dallo splendore dei luoghi, che vivono attraverso il teatro e le sue arti. L’arte, la poesia, la danza e la musica ci avvicinano a noi stessi, oltre che al Divino e al Mito, e consentono alla comunità di sentirsi parte di un tutto. Dobbiamo ricordare che nello spazio del teatro la comunità si ritrova, si identifica e si definisce, Segesta rievoca l’archetipo di un teatro che avvolge la sua comunità, la struttura, la mette in crisi e l’accompagna verso la risoluzione, quando questa è possibile. Segesta ci abbraccia tutti, abbraccia i suoi contemporanei come i suoi padri, ed è proprio quest’eredità che torna presente: il teatro può farci riflettere sulle Notre azioni, ci può salvare da qualsiasi cosa, persino da noi stessi.

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Segesta Teatro Festival, Direzione Artistica Claudio Collovà, dal 26 luglio al 25 agosto – https://www.segestateatrofestival.com. Prevendite e biglietti sul sito del Segesta Teatro Festival, coopculture e sul circuito vivaticket.com