“Eyes Behind the Windows” esplora il dialogo silenzioso e interdipendente tra architettura e vita, cercando di catturare i frammenti di umanità.
Dietro ogni finestra si cela una presenza che vive e respira. Con la mostra Eyes Behind the Windows, Umberto Stefanelli invita a posare lo sguardo sulle vite celate dietro i vetri, attraverso la lettura delle architetture. Presso la galleria Pavart, dal 5 al 28 marzo 2025, le fotografie di Stefanelli sono state esposte in un allestimento che propone una riflessione sulla descrizione della vita individuale attraverso la lettura degli edifici che la ospitano.

Lo spazio espositivo Pavart, situato nello storico quartiere di Monteverde Vecchio a Roma, si trova sul colle Gianicolo, da cui è possibile osservare le luci del centro di Roma e lo scorrere lento del Tevere. Dal 2010 sotto la guida di Velia Littera, si pone una missione etica, attraverso esposizioni in galleria e progetti itineranti. Gli artisti sono selezionati in base alla capacità dell’arte di trasmettere un messaggio e di influenzare positivamente la coscienza del pubblico, stimolando una più profonda consapevolezza.
Stefanelli, fotografo italiano, ha trovato la sua direzione artistica a New York, metropoli che ha plasmato la sua arte, facendola progredire verso uno stile che ha visto la sua più profonda evoluzione nei numerosi viaggi a seguire verso oriente. L’Asia e il Giappone hanno rappresentato per Stefanelli il punto di riflessione più importante per la costruzione di questa mostra. Sul traghetto partito dall’isola di Hong Kong, lo sguardo di Umberto si posa su un edificio, è lontano e l’occhio del fotografo si interessa ai dettagli di quelle finestre che si specchiano sulle acque circostanti; la sua macchina fotografica è in grado di catturare quei dettagli solo grazie all’utilizzo di una lente molto lunga. Questo momento costituisce per Stefanelli il punto di partenza per l’osservazione delle molte vite che si celano dietro architetture che, dall’esterno, tendono a spersonalizzare i propri abitanti.
La barriera che separa l’osservatore dall’osservato diventa, in questo caso, l’oggetto del desiderio e dell’arte dell’astrazione. Il vetro delle finestre, le intercapedini, le mura in cemento armato si trasformano in una composizione di linee e superfici che, come nei grandi maestri dell’astrattismo, generano un significato dall’intreccio di forme e colori. Il rimando ai grandi maestri come Mondrian è evidente nelle fotografie di Stefanelli, dove, in un’opera come Linee di pensiero, la geometria astratta di un dettaglio è sapientemente utilizzata per riprodurre un momento di arte pittorica. In questa produzione, il confine tra pittura e fotografia si dissolve, il fotografo vede nei grandi edifici delle capitali asiatiche un’estetica capace di suscitare un’emozione. La ricerca della forma e dell’emozione estetica contribuisce, in Stefanelli, al processo creativo e alla scelta del soggetto, con l’obiettivo di catturare l’emozione estetica nella sua forma più pura.
Il contrasto tra l’architettura solida e statica degli edifici e il flusso mutevole, sia lento che frenetico dei loro abitanti pone il pubblico davanti alla vitalità di un ecosistema, dove le narrazioni silenziose si intrecciano e coesistono per formare un grande organismo viviente.
Le forme astratte dei dettagli individuati da Stefanelli si scontrano con la concretezza dei luoghi e delle presenze che li abitano. Alcuni particolari, come una tenda, un tavolino con sedie o poche luci accese, riportano l’attenzione dell’osservatore sull’individuo. Il contrasto tragico che si crea nell’osservare i cosiddetti “edifici alveare”, associati in Italia a situazioni di degrado urbano, in Asia possono essere abitazioni di lusso. Questo ribaltamento dell’immaginario occidentale affascina l’osservatore, che si confronta con un’associazione estetica rovesciata.

Le opere di Stefanelli attuano una mediazione tra interno ed esterno, decidendo quali elementi mostrare al pubblico e quali dettagli della vita privata degli individui celare e lasciare all’immaginazione. Ogni dettaglio colto dall’obiettivo e osservato dal pubblico influenza la lettura dell’opera, è su questi dettagli che l’occhio di Stefanelli si concentra, per enfatizzare una riflessione sull’individuo estrapolandolo dalla massa. Davanti a finestre illuminate da luce naturale diffusa, il pubblico può osservare l’ossimoro della società contemporanea: una comunicazione, basata sui social media, che apre il privato al mondo globale, ma in modo accuratamente selezionato.
Eyes Behind the Windows di Umberto Stefanelli Curatela: Velia Littera Collaborazioni: Deborah Mennella e Adina Amaistroaie – Galleria Pavart di Roma dal 5 al 28 marzo 2025